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Ponte dell’Olio: un paese in festa
per l’arrivo del nuovo parroco

Sabato 26 settembre alle ore 16, alla presenza del vescovo mons. Gianni Ambrosio,
don Mauro Bianchi farà 
il suo ingresso nella parrocchia di San Giacomo Maggiore

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“Ad agosto ho terminato il mio servizio al Collegio Alberoni, dopo un confronto con il Vescovo mi sono messo a disposizione per andare dove ci fosse bisogno”. La disponibilità e lo spirito di servizio caratterizzano la missione di don Mauro Bianchi che sabato 26 settembre, alle 16, farà il suo ingresso ufficiale come nuovo sacerdote nella chiesa di San Giacomo Maggiore a Ponte dell'Olio. Parroco di San Francesco alla periferia di Picos, in Brasile, dal 1997 al 2009, ha una laurea in Russo conseguita alla prestigiosa Università Cà Foscari di Venezia, è docente di Teologia all'Università Cattolica di Piacenza.
La celebrazione presieduta dal vescovo di Piacenza-Bobbio, mons. Gianni Ambrosio vedrà la partecipazione dei vari movimenti che animano la vita parrocchiale e di tutta la comunità cristiana del paese della Val Nure. Con don Giuseppe Piscina, che in questi mesi ha guidato la Chiesa pontolliese, sarà un cammino all'insegna della condivisione del cammino pastorale.

Ho incontrato don Mauro Bianchi nel suo studio universitario; tra un esame e l’altro, mi ha raccontato della curiosità e della voglia di iniziare questa esperienza pastorale, partendo da quello che la comunità di Ponte dell'Olio ha già come ricchezza e portando con sé la sua esperienza missionaria in Brasile.

— Dal 2009, anno in cui è ritornato dalla missione in Brasile, qui a Piacenza che ruoli ha ricoperto? Di cosa si è occupato?
Da quando sono rientrato a Piacenza il mio compito principale è stato l’insegnamento all'Università Cattolica del Sacro Cuore, e il servizio pastorale presso il Collegio Alberoni con gli studenti del seminario. Inoltre, fino allo scorso anno, nel fine settimana aiutavo la parrocchia di Carpaneto e in estate davo una mano durante i viaggi con i ragazzi. Negli ultimi mesi, sono stato un supporto per alcune realtà della città e della diocesi, che avevano più bisogno.

— Don Mauro quali sono, secondo lei, le difficoltà che un parroco oggi si trova ad affrontare?
Le difficoltà sono quelle comuni a tutte le parrocchie. Il mio compito principale, oltre a quelli della messa e delle attività più legate al compito di parroco, sarà quello di creare dei momenti che possano coinvolgere tante persone. Come dice Papa Francesco dobbiamo imparare a essere una Chiesa in uscita, che è molto più facile a dirsi che a farsi. Nei primi tempi cercherò di trovare un modo per realizzare al meglio questo progetto, non da solo, ma con chi già lavora a Ponte dell’Olio, con le realtà parrocchiali e con i laici che gravitano attorno alla parrocchia. La prospettiva che nel tempo vorrei raggiungere è quella di una Chiesa che non sia chiusa. Mi piacerebbe riuscire ad andare incontro alla gente che magari non è abituata a venire in parrocchia, non solo essere disponibile ad accogliere chi è già abituato a partecipare.

— Alla proposta del Vescovo di diventare parroco a Ponte dell’Olio come ha reagito?
Io avevo dato la mia disponibilità al Vescovo, perché stavo per terminare il mio servizio pastorale al Collegio Alberoni. Ero pronto a mettermi al servizio di una parrocchia in cui ci fosse bisogno. Non avevo aspettative o preferenze su un luogo in particolare, solo voglia di mettermi a disposizione di una comunità, di svolgere il mio servizio di parroco.

— Ha già qualche progetto per le attività pastorali?
Per il momento no. Devo conoscere il Consiglio pastorale, i catechisti, i gruppi che ci sono già e piano piano vedremo di costruire un progetto. In questo momento non mi sento di fare programmi quando non conosco la realtà del paese, sarebbero costruiti un po' in aria, senza una base. Mi preme, per adesso, conoscere bene le realtà che ci sono e insieme vedere quello che c'è in atto solo in un secondo momento posso fare qualche proposta, ma sempre in condivisione. Non mi appartiene la modalità di decidere da solo e impostare un lavoro, senza confrontarmi con chi magari è presente in un dato contesto da anni.

— Della esperienza di parroco missionario a Picos, in Brasile, cosa porta con sé?
La realtà di Ponte dell’Olio sarà sicuramente diversa, però ci sono degli insegnamenti che porto con me. L’apertura al dialogo con le persone, la partecipazione dei laici, che ho trovato molto utile in Brasile, la vicinanza ai malati. Quello che vorrei fare a Ponte dell'Olio, come a Picos, è riuscire a costruire rapporti di collaborazione e amicizia con chi è inserito nella vita parrocchiale, ma anche con chi in chiesa si fa vedere meno. Mi piacerebbe dare un valore profondo ai rapporti umani.

Benedetta Scagnelli

Articolo pubblicato sull'edizione di venerdì 25 settembre 2015

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