Ucid, l'invito alla speranza di papa Francesco

L’Enciclica “Fratelli tutti”, focalizzata sulla “fraternità e amicizia sociale” ci fa capire la situazione in cui viviamo ma specialmente il modo con cui migliorarla. A tale scopo, dopo avere individuato le attuali “ombre di un mondo chiuso che ostacolano lo sviluppo della fraternità universale”, il Papa “desidera dare voce a tanti percorsi di speranza” che già esistono e che, anche attraverso le “buone pratiche”, servono a “pensare e generare un nuovo mondo aperto”, che persegua la “carità” attraverso i due principi inseparabili della “solidarietà” e “sussidiarietà”. Infatti “l’affermazione che come esseri umani siamo tutti fratelli e sorelle... ci pone una serie di sfide che ci muovono, ci obbligano ad assumere nuove prospettive e a sviluppare nuove proposte”
Partendo da queste intenzioni e specialmente dalle indicazioni della enciclica, vengono effettuate alcune riflessioni per cercare di capire come questo nuovo mondo potrebbe essere realizzato.
In generale si evidenzia la convinzione che, di fronte alla mondializzazione della economia ed al proliferare di numerosi conflitti, per assicurare l’obiettivo finale dello sviluppo sostenibile e della pace, specialmente a favore delle popolazioni più povere, non siano più sufficienti gli “atti di generosità sporadici” o le “azioni benefiche” e gli “aiuti in denaro”. Occorre invece che tutti i soggetti, identificabili nelle singole persone, imprenditori, politici e comunità, intervengano sulle cause che li determinano, con modalità tali da eliminarle, seguendo le “nuove prospettive e proposte” indicate dalla enciclica.
Favorire l'amicizia e pace sociale
In particolare, partendo dall’alto con i soggetti che vengono chiamati architetti della pace, si ritiene necessario che i politici riformino o costruiscano delle Istituzioni internazionali ai diversi livelli della vita sociale, dotandole di poteri e risorse adeguati, assicurati dal contributo delle tasse e dalla partecipazione degli altri soggetti secondo il principio di sussidiarietà, per realizzare politiche economiche e sociali di solidarietà a beneficio di tutti. A tale scopo essi possono utilizzare gli strumenti della cittadinanza e della democrazia, che garantiscono la possibilità di consultazione ed il voto. A loro volta gli imprenditori, con le loro imprese, sono chiamati a generare beni e ricchezza, e specialmente lavoro per tutti, realizzando la solidarietà direttamente tramite lo strumento degli investimenti sostenibili economicamente, socialmente e ambientalmente, e indirettamente tramite le tasse. Inoltre, essi possono perseguire la sussidiarietà tramite lo strumento della partecipazione dei collaboratori alla attività delle imprese, assicurata da accordi e contratti.
Partendo dal basso, le persone e la comunità, che vengono definiti gli artigiani della pace, oltre alle iniziative dirette di solidarietà, possono favorire l’amicizia sociale e la pace sociale attraverso gli strumenti del dialogo e dei patti sociali e culturali. Inoltre, possono perseguire tale scopo tramite la partecipazione alla attività delle imprese e la realizzazione o perfezionamento delle Istituzioni precedenti, secondo il principio di sussidiarietà, utilizzando gli strumenti prima indicati per gli imprenditori e politici e contribuendo anche con le tasse. In tale modo si può formare anche il “poliedro” auspicato dalla enciclica in cui “il tutto è più delle parti” e “le differenze convivono”.
Sono numerosi gli esempi di “percorsi di speranza” e “buone pratiche” che avvalorano la fattibilità delle indicazioni precedenti, ad esempio: gli imprenditori segnalati dalla UCID (Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti) le cui imprese perseguono il bene comune; i politici a capo di Istituzioni formate da Unioni di Stati (come la UE) o Federazioni di Stati (come gli USA), come sostenuto anche dal MFE (Movimento Federalista Europeo); infine quelle recenti promosse dalla Chiesa, come il Patto di Assisi con i giovani per la individuazione della nuova Economy of Francesco, l’impegno interreligioso per la pace mondiale e la fratellanza umana di Abu Dhabi e la partecipazione della Comece alla prossima Conferenza sul futuro dell’Europa.
Queste indicazioni della enciclica e riflessioni credo quindi che consentano effettivamente di individuare le modalità, l’obiettivo finale e gli strumenti attraverso i quali i singoli soggetti possono contribuire a “pensare e generare” l’auspicato “nuovo mondo”, caratterizzato da “fraternità e amicizia sociale” per i “fratelli tutti”, dimostrando così anche la validità della enciclica. Ovviamente, come evidenziato anche dalla Enciclica, non c’è una “unica via, metodologia e ricetta economica applicabile per tutti”, per cui anche queste riflessioni intendono rappresentare solo un modesto contributo per capire meglio le indicazioni di papa Francesco e quindi per fare ognuno di noi la propria parte, sostenuti dall’“ invito alla speranza” del Papa.
Piergiorgio Marino
Ascolta l'audio
Pubblicato il 3 febbraio 2021