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Tutela dei minori: tutte le istituzioni sono chiamate a lavorare insieme

tutela

“È questa l’occasione per rendere concreta, tra chiesa e territorio, una alleanza educativa, sociale, istituzionale, per rompere la copertura del silenzio, per favorire le persone vulnerabili, per tutelare i minori. In questo modo proteggiamo anche la nostra dignità che deve essere onorata in modo da  realizzare una società più giusta”: sono le parole di mons. Adriano Cevolotto che ha introdotto i lavori del convegno, il 18 novembre, nel Seminario di via Scalabrini a Piacenza, sulla presentazione presentazione del volume "Accountability e tutela nella chiesa. Proteggere i minori dagli abusi di oggi", edito da Rubettino a cura di Anna Gianfreda e Chiara Griffini. Al convegno coordinato da Luciano Moia, caporedattore di "Avvenire", sono intervenuti:
Giuseppe Comotti, ordinario di Diritto Ecclesiastico e Canonico presso l’Università degli Studi di Verona; Grazia Pradella, Procuratrice della Repubblica, Tribunale di Piacenza; don Giuseppe Basini e Chiara Griffini, del Servizio diocesano Tutela Minori e Persone Vulnerabili.
Il Convegno, organizzato dalla diocesi e dalla Università Cattolica, ha visto la presenza di tutte le autorità civili, militari e religiose di Piacenza e, oltre ai relatori, hanno portato la loro testimonianza Serena Groppelli, assessore alle politiche ambientali del comune, Daniela Lupo, prefetto, Filippo Guglielmino, questore e Alfredo Beveroni, tenente colonnello dei carabinieri.

Non bisogna agire da soli
“Dal 2019 è partito nella chiesa un lavoro di revisione su se stessa per favorire una importante prevenzione sugli abusi dei minori. In tutte le diocesi è nato il Servizio per la tutela dei minori e persone vulnerabili”: cosi il prof. Giuseppe Comotti, dell’università di Verona, ha sviluppato il suo intervento, sottolineando anche l’evoluzione del diritto canonico per favorire una responsabilizzazione comunitaria di tutti i fedeli.
“Non bisogna agire da soli - ha aggiunto - è necessaria una collaborazione tra il diritto della chiesa e il diritto dello stato, una interazione tra le diverse autorità nell'interesse della vittima.
Nella chiesa il Vescovo - per Comotti - chiamato a giudicare, secondo il diritto canonico, deve essere padre e pastore. Si è  di fronte alla vittima, alla sua famiglia, ma anche alla comunità ferita dallo scandalo. “La chiesa - ha sottolineato il professore - sta attuando delle buone prassi di azione, ma è importante l’attività preventiva, ed indispensabile il cambio di mentalità”.

L’interesse del minore è al di sopra di tutto
“Come pubblico ministero ammiro lo straordinario cammino fatto dalla Chiesa sulla la tutela dei minori in questi ultimi anni”: così ha esordito la procuratrice Grazia Pradella che ha pure messo in evidenza, dal punto di vista dello stato, la Legge n. 69 del 19 luglio 2019, meglio nota come Codice Rosso, che ha modificato la normativa previgente in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere con l’obiettivo di concretizzare una protezione più ampia ed efficace, ed ha previsto ulteriori disposizioni che intendono ampliare gli argini di tutela ed evitare situazioni di pregiudizio nei confronti dei minori, agendo in particolare sulla parte offesa (diritto di informazione, audizione tempestiva) e sul maltrattante (misure di prevenzione, trattamento psicologico).
“Il minore va sempre tutelato - ha sottolineato Pradella - il suo interesse è al di sopra di tutto e di tutti. È estremamente necessario avere il coraggio di attivarsi per fermare le persone, perché chi sa deve parlare. Bisogna essere coraggiosi per aiutare l’abusato, per  fare in modo che certe cose non avvengano più”.

Tutela dei minori come prassi ordinaria
“Creare la coscienza di una consapevolezza per fare emergere comportamenti inappropriati”: è la considerazione della psicologa Chiara Griffini che lavora nel settore della tutela dei minori anche a livello nazionale.
“Il report  della chiesa sugli abusi dei minori - ha proseguito - non è la presentazione di semplici numeri, ma si tratta di persone e di storie che vanno capite, studiate e messe al centro”. Gli adulti - per Griffini - sono chiamati alla “generatività sociale” che può essere definita come una qualità che il soggetto adulto è chiamato a possedere o a conseguire in una determinata fase della sua esistenza - quella della piena maturità - all’interno di un quadro evolutivo di progressive acquisizioni di natura psicosociale.
“La regione ecclesiastica dell’Emilia Romagna ha investito molto su questa tematica - ha evidenziato la psicologa - ed anche la nostra diocesi di Piacenza-Bobbio ha lavorato per fare in modo che l’atteggiamento di tutela dei minori sia una prassi ordinaria nella vita nella comunità cristiana, evitando la mentalità della delega per far propria la corresponsabilità di tutti gli operatori pastorali”. Il metodo di lavoro - per Griffini - è quello di mettersi in gioco e attivare buone prassi per progettare un rinnovamento delle attività pastorali e l’avvio di una collaborazione attiva tra chiesa e società civile, promuovendo delle attenzioni a cascata che coinvolgano tutti.

Assunzione di responsabilità declinata al plurale
“La ricerca della verità, la giustizia e la lotta contro ogni genere di abuso sono gli atteggiamenti da vivere anche nelle comunità cristiane”: così don Giuseppe Basini ha sottolineato l’impegno della diocesi che ha sviluppato un servizio efficace per la tutela dei minori
“Bisogna riconoscere e denunciare - ha evidenziato - chi si è comportato da lupo tradendo la propria vocazione. In questi ultimi tre anni il servizio diocesano si impegnato in modo esemplare attraverso il centro ascolto e la formazione di tutti gli operatori pastorali. Deve esserci una sinergia tra le istituzioni e per la chiesa i punti essenziali del percorso sono: una azione sistematica, una cura del contesto, una relazione sana e un’alleanza educativa.
Tutto questo - per don Basini - significa una assunzione di responsabilità declinata al plurale”.

Riccardo Tonna

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Nelle foto, alcuni momenti del convegno sulla tutela dei minori svoltosi nel Seminario vescovile di Piacenza.

Pubblicato il 19 novembre 2022

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