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Te Deum. Il Vescovo: «L’aiuto del Signore saprà suscitare energie impensabili e indispensabili»

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“Il nostro tempo va verso un compimento: non verso la fine ma verso un fine”: sono le parole di mons. Adriano Cevolotto, rivolte ai fedeli in cattedrale, il 31 dicembre, al termine dell’anno 2022.
Si è vissuta una solenne liturgia, nel ricordo della Madre del Signore, un momento di ringraziamento e di lode verso Dio. “Con il cuore colmo di riconoscenza - ha proclamato il Vescovo - ci accingiamo ad esprimere il grazie al Signore per tutti i suoi doni e gli chiediamo di continuare a donarci il suo amore, la sua misericordia e la sua provvidenza”.
Un ricordo particolare è stato espresso da mons. Cevolotto a papa Benedetto XVI, per cui, il prossimo 2 gennaio, in cattedrale alle 18,30, celebrerà la messa di suffragio ed ha invitato a unirsi nella preghiera per affidarlo al Signore. “Non dimentichiamo poi - ha aggiunto il presule - il lutto che ha colpito la Congregazione Mariana delle Case della Carità, di cui fa parte anche una nostra comunità, situata in Palazzo vescovile, per il tragico incidente avvenuto, il 27 dicembre, in Madagascar, in cui sono morte sei persone tra laici e religiose”.

Custodire e meditare
La riflessione sul tempo, kronos e kairos, è stata al centro dell’omelia del Vescovo che ha sottolineato l’importanza di riconoscere la presenza di Dio nella storia.
“Al termine dell’anno - ha spiegato mons. Cevolotto -, nella logica commerciale, si fa un bilancio, guardando i numeri postivi e quelli negativi, si tirano le somme. La vita del cristiano non appartiene a questa logica, ma la conclusione dell’anno prevede il Te Deum, un canto di lode e di ringraziamento”.
La domanda oggi diffusa - secondo il Presule - è questa: “Perché mai dovremmo ringraziare? E chi?”
La risposta per mons. Cevolotto si trova in Maria che - come dice il Vangelo - custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore.
“Custodire e meditare - ha affermato il Vescovo - è un’arte che si apprende nell’esercizio, altrimenti la cronaca nera e dolorosa si impone, ed anche la cronaca buona non è facilmente percepita se manca la silenziosa custodia”.

Dio nel tempo e nella storia
Ritornando sulla logica del bilancio che si fa a fine d’anno, mons. Cevolotto ha evidenziato come si impongono le notizie di guerra, le voci di violenza, i cambiamenti climatici, tutti racconti che fanno nascere una negatività e dicono che non c’è proprio da ringraziare.
“Eppure in tutto questo - ha precisato il Presule - c’è stato l’intreccio di tanti piccoli e grandi gesti di solidarietà, di cura, di impegno che hanno alimentato in noi la speranza.  Ce l’ha ricordato il nono centenario della cattedrale, la canonizzazione di Giovanni Battista Scalabrini, gli anniversari delle Suore della Divina Provvidenza per l’infanzia abbandonata, di Africa Mission, e le numerose testimonianze di fede, i gesti di carità nascosti che ci confermano, nonostante l’incertezza in cui abitiamo, che abbiamo sempre dei riferimenti che ci permettono di guardare l’anno che si apre con ragionevole fiducia. Siamo certi che le cose non andranno tutte bene, ma siamo altrettanto certi che il Signore non farà mancare la sua presenza e il suo aiuto e che saprà suscitare energie impensabili e indispensabili”.
Al termine dei riti di comunione il solenne canto del “Te Deum” che - come ha specificato mons. Cevolotto - è per l’anno che si conclude, e per quello che si apre: “un canto di lode e di ringraziamento, perché eterna è la sua misericordia”.

Mons. Coppellotti: vivere nella forza della speranza
Anche il parroco, nonché rettore della cattedrale, mons. Serafino Coppellotti, ha voluto esprimere il suo ringraziamento a tutti i presenti per la costanza presenza alle celebrazioni. “In particolare poi - ha aggiunto - questo è stato un anno di attività straordinarie per la nostra cattedrale con i
900 anni di fondazione e la canonizzazione del santo Giovanni Battista Scalabrini. Questi eventi hanno comportato la programmazione e la realizzazione di molte iniziative: celebrazioni, pellegrinaggi, visite di molti gruppi, concerti e rappresentazioni. È motivo di grande soddisfazione l’afflusso di tantissime persone verso la nostra cattedrale: migliaia di turisti attratti dall’arte e dalla storia, ma anche pellegrini e persone entrate solo per pregare meditare. Questo è stato possibile grazie alla disponibilità e competenze di molte persone che non mi è possibile citare ad una ad una”.
Mons. Coppellotti ha quindi fatto l’elenco delle realtà da ringraziare: l’ufficio dei beni culturali della diocesi, la cooperativa Kronos, il capitolo dei canonici, i diaconi, gli addetti al servizio liturgico, il nuovo cerimoniere, il coro della cattedrale, gli organisti, i sagrestani, i volontari e i benefattori.
“Un grazie cordiale - ha affermato il parroco - al nostro Vescovo Adriano per la sua disponibilità a presiedere l’eucaristia donandoci la parola di Dio con tanta passione e lucidità, incoraggiandoci e invitandoci, con la sua presenza, a perseverare nei nostri servizi. A tutti - ha concluso mons. Coppellotti - l’augurio di un nuovo anno da vivere nella luce della fede, nella forza della speranza e nel calore della carità”.

Riccardo Tonna

Pubblicato il 2 gennaio 2023

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