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L'affido è una risorsa per costruire comunità

mese dell'affido Piacenza

La presentazione del Mese dell'affido: l'assessore Nicoletta Corvi (quarta da destra) con, alla sua sinistra, l'attrice ed autrice Silvia Frasson
e, alla sua destra, la presidente dell'associazione "Dalla parte dei Bambini" Enrica Canesi. Con loro, alcuni componenti dell'associazione.

L’affido familiare non come mera risposta a un bisogno - che pure esiste ed è urgente - ma anzitutto come strumento per costruire la comunità, con famiglie (e l’opportunità è offerta anche ai single) che si mettono al servizio dei bambini, i cittadini di domani: è la filosofia che caratterizza la seconda edizione del Mese dell’affido promosso dall’associazione “Dalla parte dei bambini”, il Comune e il Centro per le Famiglie.
È un programma variegato, nelle proposte e nei linguaggi, quello in cui sono articolate le quattro proposte scelte per presentare i protagonisti dell’affido familiare: il minore, la famiglia d’origine, la famiglia affidataria, i servizi sociali del territorio e le associazioni familiari (qui la locandina).

Sono 82 i minori in affido a Piacenza

Normato dalla legge 184 del 1983 – e in Emilia-Romagna supportato da una preziosa norma regionale – l’affido familiare si occupa di quell’accoglienza temporanea che può rendersi necessaria quando una famiglia attraversa un periodo di difficoltà e, da sola, non riesce a prendersi cura dei bambini. A Piacenza, al 30 giugno 2022, sono 82 i minori in affido; erano 81 al 31 dicembre 2021. L’auspicio dell’assessore ai Servizi Sociali Nicoletta Corvi è che le iniziative del Mese dell’affido contribuiscano ad attivare “un movimento di comunità per sostenere i nuclei familiari più fragili e in particolare i bambini, perché in una comunità i problemi non sono solo degli altri, ma chiamano in causa tutti”. L’affido è infatti una grande risorsa: “Se accompagnata, la famiglia d’origine può riacquistare le proprie capacità genitoriali – sottolinea Corvi –. Al tempo stesso, al bambino sono garantiti i diritti che dovrebbero essere punti fermi nell’infanzia, a partire dal diritto di crescere in un ambiente sano e sereno”.

affidomese piacenza

Da sinistra, un'operatrice del Centro per le Famiglie, l'attrice Silvia Frasson, Enrica Canesi, presidente "Dalla parte dei Bambini", 
la responsabile del Centro per le Famiglie Giulia Cagnolati e l'assessore ai Servizi Sociali Nicoletta Corvi.

L'affido non è l'extrema ratio

Anche la responsabile del Centro per le Famiglie del Comune Giulia Cagnolati ci tiene ad evidenziare il valore di questo gruppo di 82 famiglie che si sono aperte all’accoglienza. Ma non nasconde che il ventaglio va allargato, anche perché ci sono stagioni della vita o momenti familiari che rendono difficoltosa l’accoglienza. “L’affido – puntualizza – non è l’extrema ratio quando non si sa più cosa fare con una famiglia. È uno strumento tra tutela e sostegno, che contamina in senso positivo una società creando legami. Ricordiamoci che non esistono famiglie perfette o genitori bravi sempre e comunque. Possono intervenire situazioni che incidono pesantemente sul benessere familiare. L’affido scommette su questa potenzialità di tessere relazioni, di accompagnare, di tirare fuori le risorse che tutte le famiglie hanno”.

Né super eroi né martiri

Con tutto l’entusiasmo di mamma affidataria che da anni vive l’esperienza e si occupa di diffonderla e farla conoscere, Enrica Canesi lancia un appello ai piacentini, alle coppie di ogni età e anche ai singoli, perché l’affido è uno strumento aperto anche a loro. “Quelle affidatarie non sono né super-famiglie né famiglie di martiri – scherza, ma non troppo -. È possibile aprirsi all’affido, non si è soli ad affrontare il percorso. Ed è un servizio alla comunità, perché ci occupiamo di bambini, che sono i cittadini del futuro”.

Il programma

Il Mese dell’affido comincia sabato 17 settembre alla sala riunioni dell’Emporio Solidale (via Primo Maggio, 62) alle ore 10 interviene Chiara Sità, docente dell’Università di Verona, co-autrice con Luigina Mortari del libro “L’affido familiare. Voci di figlie e di figli”, che raccoglie gli esiti di una ricerca condotta tra i figli delle famiglie affidatarie, delle figure importanti perché rappresentano la prima porta di ingresso nelle dinamiche familiari e nella relazione con i genitori. A seguire, Morgana Tonoli presenterà il suo libro per bambini “Un fratello per un po’. Storia di un’accoglienza familiare” (illustrazioni di Ilaria Goggi): l’autrice, che ha vissuto l’esperienza dell’affido, lo racconta, stavolta con un linguaggio adatto all’infanzia, mettendosi nei panni di una “sorella” che si trova ad accogliere in casa un bambino. Infine, Monica Staboli, psicologa dell’équipe territoriale Fami F@ster, proporrà un approfondimento sull’affido dei minori stranieri non accompagnati. È un fenomeno in crescita anche sul nostro territorio, molto complesso, che richiede un’accoglienza attenta, non improvvisata, trattandosi di bambini e ragazzi con storie spesso pesanti alle spalle.
Anche gli altri due successivi incontri si terranno all’Emporio Solidale. Quello del 24 settembre sarà pomeridiano (ore 16-18.30): “Storia di un affido: la famiglia di origine”, proiezione di un film e dibattito condotto dallo psicologo e psicoterapeuta esperto in dinamiche familiari Giulio Costa. Il 1° ottobre (ore 10-12.30) sarà la volta della tavola rotonda con le associazioni delle famiglie affidatarie e i Servizi Sociali territoriali: come si impara a collaborare e co-progettare.
È garantito un servizio baby sitter durante lo svolgimento dei primi tre incontri. Per informazioni: .

«In questo spettacolo il mio incontro con l'affido»

Infine, l’8 ottobre alle ore 21, gran finale con lo spettacolo “La migliore versione di me” scritto e interpretato da Silvia Frasson al teatro San Matteo (vicolo San Matteo, 8). L’ingresso è gratuito; è gradita l’adesione.
Sarà una prima assoluta. Il lavoro nasce infatti dall’incontro che l’autrice ha fatto con alcune famiglie piacentine che si sono aperte all’affido, ma anche con i ragazzi che sono stati in affido, con i figli delle coppie affidatarie e con operatori e psicologi dei Servizi sociali e del Centro per le Famiglie. “Il frutto è il mio incontro con l’affido, un incontro che non avevo mai fatto prima – spiega Frasson -. Racconto ciò che più mi ha colpito, le storie che mi sono rimaste addosso, la sofferenza dei bambini, un aspetto che mi ha sempre fatto molta paura. In qualche modo, questo spettacolo, intenso, è anche il modo con cui ho affrontato questa paura. Non è scontato che un genitori ami i propri figli. Ma nella vita c’è sempre un momento in cui si può riconoscere, seguire, guardare chi ci vuole veramente bene”.

Barbara Sartori

Pubblicato il 13 settembre 2022

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