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Il Vescovo: Africa Mission, una presenza che aiuta a crescere

AM Antonello e Cevolotto consegnano un diploma

“In una periferia delle periferie del mondo cinquant’anni fa è nato un germoglio grazie a un uomo straordinario, arrivato in Uganda per sfamare le popolazioni”. Quella che sembra una fiaba è in realtà l’inizio della storia di Africa Mission Cooperazione e Sviluppo: così la vede il vescovo della diocesi di Piacenza-Bobbio monsignor Adriano Cevolotto (nella foto sopra con il presidente di Cooperazione e Sviluppo Carlo Antonello durante la consegna di un diploma), impegnato nel viaggio in Uganda (che si chiude il 9 febbraio) organizzato dal Movimento nell’ambito delle celebrazioni del cinquantesimo anniversario della fondazione che termineranno nell’aprile di quest’anno.

Il viaggio in Uganda di monsignor Cevolotto e di una delegazione di amici e collaboratori del Movimento (fra cui il presidente e il direttore di Africa Mission don Maurizio Noberini e Carlo Ruspantini, il fotoreporter Gianni Cravedi, il giornalista di “Avvenire” Paolo Alfieri e lo scrittore Gianni Spartà) è partito da Kampala per fare tappa a Moroto, dove Africa Mission ha una sede: lì davanti a oltre 300 persone locali ed espatriate, sono stati celebrati i cinquant’anni più uno di attività alla presenza dell’ambasciatore italiano in Uganda Massimiliano Mazzanti, del vescovo di Moroto Damiano Guzzetti e di quello emerito di Kotido padre Giuseppe Filippi, a testimonianza del forte legame della Chiesa piacentina e di quella missionaria con l’esperienza di Africa Mission.

AM Celebrazioni a Moroto

AM gruppo di AM


L’incontro con Robertone Gandolfi e l'impresa della Cattedrale di Moroto

A Moroto però, oltre alle celebrazioni (nelle foto sopra, un momento delle celebrazioni e l'incontro con il gruppo di Africa Mission), c’è stato spazio anche per l’incontro con il missionario piacentino Roberto Gandolfi (nella foto sotto): partito nel 1990 al seguito di don Vittorio, Robertone (così viene chiamato da tutti) si è trasformato in progettista, ingegnere, direttore dei lavori per costruire una nuova cattedrale a Moroto. Si è messo alla guida delle maestranze locali e ancora oggi, che i lavori stanno concludendosi, risolve i problemi tecnici, trova soluzioni, pensa e disegna. Quando qualcosa manca o si blocca, si affida alla provvidenza, alla maniera di don Vittorione: “Dovremmo inaugurarla a fine anno – spiega – anche se le rifiniture richiedono tempo. Sarà dedicata all’amore misericordioso e potrà ospitare circa 5 mila persone nei suoi 3 mila metri quadri. Nello stesso giorno sono arrivati il crocifisso da Kampala e il tabernacolo dall’Italia, mancano due statue: una di San Paolo e una di San Pietro che verranno poste sulla facciata. Nel frattempo però sono state celebrate qui le messe di Natale e Pasqua dello scorso anno con tantissime persone”.

AM Robertone


La costruzione è partita sei anni fa: inizialmente dall’Italia – “da Roma” sottolinea Gandolfi – era arrivato un corposo finanziamento, poi solo poche donazioni: “Il vescovo ha inviato 500 lettere per attirare fondi – spiega Gandolfi – qui le persone non hanno niente, ogni martedì vengono e insieme alle suore diamo loro un po’ di cibo. Molti sono malati, vivono nelle capanne”.
Nonostante le difficoltà però Robertone non si ferma e non perde entusiasmo: la cattedrale (nella foto sotto, mons. Cevolotto e mons. Guzzetti davanti all'edificio in costruzione) che gli ugandesi hanno visto crescere dalle sue mani – dicono – “è un inno a Dio e alla forza di un uomo straordinario in una terra straordinaria”.

AM Vescovi Cevolotto e Guzzetti davanti alla cattedrale di moroto


L’impegno per i giovani

Da Moroto ad Alito, dove Africa Mission ha trasformato un ex lebbrosario di una fattoria didattica con una scuola di agribusiness, il gruppo, accompagnato dal vescovo di Lira Santus Lino Wanok, assiste alla consegna dei diplomi agli studenti (nelle foto sotto, un momento dell'evento e alcuni studenti di Alito): qui i giovani ugandesi imparano le tecniche di base dell’agricoltura, frequentando corsi di cinque o sei settimane.

AM Diplomi ad Alito

AM Studenti di Alito


Al centro di formazione del governo ugandese di Kogulin, che Africa Mission ha in gestione e che ha deciso di ampliare, il Movimento accoglie anche i ragazzi di strada karimojong, ridotti a mendicare per le vie della capitale e riportati forzatamente in Karamoja dalle autorità: in collaborazione con i servizi sociali del distretto, Africa Mission risponde organizzando la prima accoglienza basata su controllo sanitario, consegna di cibo e vestiti, supporto psicologico. A fine gennaio sono arrivati 135 ragazzi di tutte le età: mentre si cerca la famiglia di origine chi ha l’età scolastica viene mandato a scuola, mentre agli altri vengono offerti corsi professionali di reinserimento.
Al proposito il direttore del Movimento Carlo Ruspantini si dice orgoglioso del lavoro fatto “perché la nostra presenza oltre a risolvere l’emergenza di questi bambini ha stimolato finalmente le autorità locali a costruire una risposta di sistema adeguata quando prima non c’era niente”. Piergiorgio Lappo, responsabile in Uganda di Africa Mission, sottolinea che “se le autorità di Kampala vogliono risolvere definitivamente il problema dei bambini karimojong che vivono nel degrado sulle strade della capitale esiste un solo modo: migliorare le condizioni di vita in Karamoja”. È quello che Africa Mission Cooperazione e Sviluppo sta facendo da oltre cinquant’anni.

Pubblicato il 9 febbraio 2023

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