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«La Pellegrina», una storia che continua

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Con il titolo significativo: "1993 - 2023: un grazie lungo 30 anni", la Casa Accoglienza Don Venturini, meglio conosciuta come "La Pellegrina", il 1 dicembre, nella Sala degli Arazzi del Collegio Alberoni, ha chiuso i festeggiamenti che hanno commemorato tre decenni di impegno incrollabile nel sostegno alle persone affette da HIV/AIDS e in situazioni di vulnerabilità senza un sostegno familiare. La Pellegrina, nata nel 1993, ha rappresentato, fin dall'inizio, una luce di speranza e umanità nel territorio piacentino. Questa struttura è stata fondata per accogliere coloro che combattono contro l'HIV/AIDS, spesso marginalizzati e soli nella loro battaglia. Nella serata dell'evento, molte figure di spicco hanno contribuito a rendere omaggio a questo luogo straordinario e alle persone che vi lavorano.

Opera segno della diocesi

Mons. Adriano Cevolotto, Vescovo di Piacenza-Bobbio, ha sottolineato l'importanza della Casa Accoglienza, che è nata come opera segno della diocesi. Ha lodato il lavoro svolto nel corso degli anni, evidenziando l'empatia e la compassione che caratterizzano l'approccio della struttura nei confronti delle persone affette da questa malattia.
Enrico Corti, presidente dell'associazione "La Ricerca", che ha gestisce La Pellegrina, ha evidenziato il sentimento di amore per la vita che permea l'atmosfera della Casa. Ha sottolineato il fatto che oltre ad essere un rifugio fisico, la struttura rappresenta un luogo dove la dignità umana è preservata e valorizzata in ogni singolo individuo.
Giorgio Braghieri, presidente dell'Opera Pia Alberoni, ha ricordato che la storia della Pellegrina è intrecciata con quella del Cardinale Alberoni, sottolineando il significato profondo di questa opera nel contesto della sua eredità.

La lotta contro la stigmatizzazione dell’Aids

Francesca Sali, responsabile della Casa Accoglienza, ha sottolineato l'impegno costante nella lotta contro l'AIDS, evidenziando come La Pellegrina non sia solo un luogo di accoglienza, ma anche un centro di educazione e sensibilizzazione contro la diffusione di questa malattia. Un momento toccante è stato quando Max Morini (vedi video), ospite della struttura, ha letto un messaggio commovente. Ha tracciato la storia dell'AIDS, ricordando gli anni '80 in cui questa malattia era circondata da stigma e tabù. Ha concluso la sua testimonianza con una domanda forte ma illuminante: "Sono sicuro che l'HIV non mi riguarda e possa toccare un altro che non sia io?" Questo interrogativo mette in discussione la percezione comune dell'HIV/AIDS come una realtà distante, un problema che riguarda solo gli altri. L'evento ha fornito una piattaforma per la riflessione sulla solidarietà, sull'accettazione e sulla necessità di continuare la lotta contro la stigmatizzazione di questa malattia.

Le note musicali

L'atmosfera vibrante di emozioni e significato è proseguita con il concerto del musicista piacentino Pietro Galizzi e la sua band, un momento magico che ha unito le note della musica alla causa nobile della solidarietà e dell'accoglienza.

Pietro Galizzi, noto pianista che ha lasciato il segno in diverse formazioni musicali, spaziando tra generi come il jazz e il rock, ha sviluppato nel corso degli anni una sua unica identità musicale. Il musicista si è distintamente affermato anche come compositore, portando alla luce il suo ultimo album di inediti intitolato "Pazzo Di Te". Un ulteriore lavoro, "A Piano Through The '90s", è atteso a breve, lasciando presagire un'immersione nelle sonorità e negli stili musicali di un decennio che ha segnato un'epoca.

Un viaggio musicale

Accompagnato sul palco da eccellenti musicisti, Marco Dalsass, violoncello, Michela Martelli, voce e Stefano Solari, sax e clarinetto, Pietro Galizzi ha offerto al pubblico un'esperienza musicale coinvolgente e intensa. Il concerto ha visto l'esecuzione di una serie di brani originali composti dallo stesso Galizzi, contraddistinti da uno stile contemporaneo e minimalista che ha saputo toccare le corde dell'animo di chi ha assistito allo spettacolo. L'evento ha raggiunto il culmine con l'interpretazione di brani iconici di autori illustri come Gershwin, Endrigo e Morricone, regalando al pubblico un viaggio emozionale attraverso le note che hanno lasciato un'impronta indelebile nella storia della musica.

Celebrare l’umanità e l’inclusione

Il concerto non è stato solo un momento di intrattenimento, ma ha rappresentato un'occasione speciale per celebrare l'umanità, l'inclusione e la solidarietà, confermando che la musica è un linguaggio universale che può unire le persone, oltrepassando ogni differenza e diffondendo un messaggio di profonda comunione.
La Pellegrina, attraverso tre decenni di servizio altruista, ha incarnato la compassione e la resilienza. La sua storia è un monito costante che richiama tutti ad un impegno continuo nella ricerca di una società accogliente e compassionevole per tutti, senza alcuna forma di discriminazione.

Riccardo Tonna

Nella foto, la responsabile  della Pellegrina Francesca Sali con i musicisti nella Sala degli Arazzi del Collegio Alberoni.

Pubblicato il 2 dicembre 2023

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