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A Piacenza il 22 l'icona giubilare delle Misericordie

icona giubilare delle Misericordie

Sabato 22 febbraio fa tappa a Piacenza nella sede di via Braille alla Besurica la peregrinatio dell’icona giubilare (nella foto sopra) delle Confraternite della Misericordia.
I confratelli della Misericordia di Piacenza andranno ad accoglierla a Milano, dove si trova attualmente, nella mattinata di sabato, per poi collocarla in sede. Alle ore 17.30 ci sarà un momento di preghiera guidato da don Piero Bulla. L'invito a partecipare alla sosta dell'icona giubilare - che è stata benedetta il 15 gennaio in piazza San Pietro da papa Francesco prima di iniziare l'itinerario lungo la penisola - è aperto a tutti. L'icona giubilare rimarrà a Piacenza fino a domenica mattina, per poi ripartire per la tappa successiva.

La Peregrinatio e l’icona Croce del Giubileo sono state concepite con il significato di non ridurre l’evento giubilare ad alcune date, bensì di considerarlo come la testimonianza di un vero e proprio pellegrinaggio di speranza. «Accompagnati costantemente da quella fantasia della carità che ci guidi ad andare incontro ai bisogni e alle richieste delle persone che incontriamo nella nostra vita», è l'auspicio del Correttore spirituale nazionale delle Misericordie d’Italia, il vescovo mons. Franco Agostinelli.

«L’icona Croce del Giubileo e la Peregrinatio tracciano un periodo di straordinaria importanza per l'intero Movimento delle Misericordie – sottolinea il presidente nazionale delle Misericordie d’Italia Domenico Giani –, testimoniando quello stesso spirito che anima ogni Misericordia e ispira e guida il nostro servizio quotidiano. Costituiscono la manifestazione dell’essere “Pellegrini di Speranza” che più abbiamo a cuore».

L’icona è costituita da una croce in legno di ulivo con inciso il motto del Giubileo, “Pellegrini di Speranza”, e riportante la parola Pace in varie lingue. È posizionata su un rilievo raffigurante il Golgota, con alla base l’immagine della Madonna della Misericordia. La Croce del Giubileo, proprio in quanto simbolica “icona” itinerante, è un “unicum” che concentra in sé e veicola molti altri simboli, ognuno con un suo specifico significato di valori: l'ancora, il legno d’olivo, il rosario, l'immagine della Madonna della Misericordia, il filo spinato, una scheggia, una roccia e la terra.

La realizzazione stessa della croce del Giubileo si deve al contributo e alla devozione di tante persone: gli artisti dell'Associazione Nazionale Città dei Presepi, dell'Unione Cattolica Artisti Italiani di San Miniato, con l'apporto di un gruppo di artigiani e tecnici coordinati da Fabrizio Mandorlini: Emilio Bertini, Gabriele Corti, Giancarlo Turini, Claudio Terreni, Andrea Lavecchia, Carlo Calvetti, Sauro Benedetti. Il legno dell’olivo da cui è stata ricavata la croce proviene da Cerreto Guidi (Fi) grazie all'interessamento di Massimo Irrati. La scheggia e il filo spinato sono stati messi a disposizione da Michele Fiaschi. L'ancora apparteneva a una piccola imbarcazione di Viareggio.



Pubblicato il 19 febbraio 2025

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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