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Africa Mission: i simboli di fede del vescovo Manfredini donati alla diocesi

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Il vescovo Manfredini torna (idealmente) nella sua diocesi. Africa Mission Cooperazione e Sviluppo ha infatti deciso di consegnare alla diocesi di Piacenza-Bobbio alcuni oggetti appartenuti al prelato: la croce pettorale che all’interno custodisce una reliquia, il calice donato da papa Paolo VI, l’anello episcopale, la pastorale donata dalla congregazione delle suore del Buon Pastore, due mitrie, un tricorno e il camice finemente ricamato. Sono oggetti che il movimento fondato nel 1972 da don Vittorione Pastori e da monsignor Manfredini custodisce nella sua sede e che l’altra sera ha esposto pubblicamente nel salone parrocchiale di Santa Franca, annunciando la decisione di consegnarli alla diocesi. È stata una sorpresa per tutti perché la serata era nata con un altro obiettivo, quello di presentare il libro “La fede muove un popolo”.
doni
Nelle foto, sopra, i simboli della fede del vescovo Manfredini; in alto, da sinistra, don Maurizio Noberini,
Silvia Manzi, don Davide Maloberti e Carlo Ruspantini.
“All’inizio è stata un’idea venuta da un fotografo di Libertà, Franco Franzini, scomparso pochi anni fa - spiega don Davide Maloberti, direttore del settimanale “Il Nuovo Giornale” - mi aveva detto: “Bisognerebbe fare una mostra fotografica con le foto della chiesa piacentina”. Poi lui è mancato, c’è stato il covid, gli anni sono passati: fare una mostra sarebbe stato impossibile, ma un libro invece lo si poteva fare. E così lo abbiamo fatto”.
Quel libro vede fra gli autori don Maloberti insieme a Federica Villa, Daniela Morsia e Silvia Manzi. Proprio quest’ultima è intervenuta alla presentazione in Santa Franca, nella quale è finita sotto i riflettori una particolare stagione della chiesa piacentina, quella delle missioni.
“Nel post-Concilio nella nostra Diocesi tre vescovi sono stati convinti promotori delle missioni, Umberto Malchiodi, Enrico Manfredini e Antonio Mazza” spiega Manzi. A essere preso in esame è soprattutto Manfredini, il co-fondatore di Africa Mission Cooperazione e Sviluppo: “Per lui il territorio va ben oltre i confini della diocesi - sottolinea Manzi - monsignor Manfredini vuole educare al senso universale e far sì che ogni comunità si senta legata alle altre”.
È da qui che nasce l’esperienza di don Vittorione in Uganda: non è l’unico, tanti sono i sacerdoti con la valigia che seguono il buon esempio di Manfredini, il cui ultimo viaggio risale al 1982 in Brasile, poco prima di lasciare Piacenza per l’arcivescovado di Bologna.
Di don Vittorione parlano con Maurizio Noberini e Carlo Ruspantini, rispettivamente presidente e direttore di Africa Mission
“Non si può parlare di don Vittorio senza parlare di Manfredini: erano entrambi irruenti - fa presente don Noberini - Manfredini era un terremoto, in Uganda aveva conosciuto monsignor Cipriano e da lì coinvolge don Vittorio che resta folgorato. Anche io sono stato contagiato da don Vittorio: lo avevo invitato nel 1979 a parlare ai giovani, in quell’occasione lui ci dice che ha bisogno di riso, pasta ma anche di un trattore che costava 12 milioni. Da lì abbiamo iniziato a raccogliere fondi e da ottobre a Pasqua, facendo un sacco di iniziative, abbiamo raccolto ben 20 milioni. L’amicizia con lui è nata così: quando sono arrivato a Santa Franca, la parrocchia era molto povera e lui ci ha aiutato”.
“Ho conosciuto l’Uganda nel 2002 quando sono diventato direttore ed era ancora quella che don Vittorio aveva incontrato nel 1972 - fa presente Ruspantini spostando il discorso all’attualità - dopo vent’anni quei canoni sono saltati, c’è un’Uganda che sta crescendo molto, i giovani sono la ricchezza più grande e sono tutti sintonizzati sul mondo anche nei villaggi. Vittorione ha iniziato tutti i progetti di sviluppo che noi abbiamo oggi e che stiamo portando avanti in maniera determinata”.
Pubblicato il 3 marzo 2025

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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