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Madre Emmanuel: perdersi e nuotare nell’amore

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“Voglio perdermi e nuotare nell'amore”: sono parole di una prostituta, citate nella meditazione tenuta, il primo marzo nella chiesa di San Raimondo, da Madre Emmanuel Corradini.
La riflessione, sul tema “Abbà Padre. La speranza si chiama Padre”, si è incentrata su Gesù che consegna sé stesso al Padre in un rapporto intimo e profondo, in una prospettiva di fiducia, serenità e speranza. Questo legame stretto con il Padre - sintetizziamo le parole di Madre Corradini - è alla base dell'obbedienza totale di Gesù, che offre la sua vita con amore e docilità. Ci invita a riflettere sul nostro rapporto con il Padre e ad abbracciare la speranza nella vita eterna, superando la paura della morte e affrontando le tribolazioni quotidiane con gioia, sapendo che siamo stati salvati per un futuro con Dio.

La perdita di un figlio

Suor Emmanuel ha poi sottolineato l'importanza di avere fiducia nella speranza e nell'amore di Dio attraverso lo Spirito Santo. Citando la testimonianza di una madre che ha vissuto il dolore della perdita del figlio per leucemia, la religiosa ha evidenziato come essa ha trovato conforto nella fede e nella presenza consolante di Maria. Nonostante il miracolo della guarigione fisica non sia avvenuto, la mamma ha sperimentato la presenza di Dio e la forza della preghiera durante il cammino di sofferenza accanto al figlio morente. La madre - ha detto suor Corradini - descrive come, alla fine, il figlio si sia arreso serenamente alla morte, ma lei ha potuto percepire la sua presenza spirituale e la certezza che fosse stato accolto nel paradiso da Gesù. Questa esperienza di dolore e speranza ha rivelato l'esistenza della vita eterna e ha portato questa mamma a ringraziare il Signore per il suo amore e la sua misericordia.

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Dalla disperazione alla speranza

Gesù è venuto - riassumiamo la riflessione di Madre Emmanuel - per offrirci un passaggio dalla morte e dalla disperazione verso la speranza e l'amore del Padre. Attraverso la fede in Cristo, nasce anche la speranza nella vita eterna, cambiando il nostro sguardo e il nostro cuore verso il cielo. La speranza, riversata nei nostri cuori, - ha aggiunto - ci permette di scoprire che c'è un oltre, che niente e nessuno può fermare, nemmeno la morte. Chi crede in Cristo inizia a vivere la vita eterna con lui, in mezzo alle sofferenze e alle difficoltà terrene, mantenendo sempre vivo l'amore di Cristo dentro di sé. La vita eterna consiste nell'essere di Dio e nel suo amore per noi, invitandoci ad entrare in quell'amore concreto tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Solo l'amore di Dio - ha evidenziato Madre Corradini - ci permette di vivere pienamente e di trovare la vera gioia, che nasce dall'avere Cristo presente nelle nostre vite. Abbiamo messo fuori Cristo dalla nostra vita e questo ci porta tristezza, mentre la vera gioia deriva dal rapporto con Lui.

Arrendersi all’amore di Dio

Commentando il Vangelo di Luca che parla dei due ladroni con Gesù sulla croce, madre Emmanuel ha rimarcato come un ladro chiede a Gesù di salvarsi, mentre l'altro chiede di essere ricordato quando entrerà nel Regno. Gesù si offre a entrambi, - ha spiegato la Madre - senza fare distinzioni tra loro o tra noi. Eppure, ciò che determina la nostra capacità di ricevere Cristo dipende dalla nostra disponibilità ad accoglierlo e permettergli di vivere in noi. Mentre il cattivo ladro chiede a Gesù di scendere dalla croce per salvarsi, il buon ladro chiede la vita eterna e si affida al Signore. Questo atteggiamento di fiducia e accettazione è ciò che porta alla promessa di Gesù al buon ladrone: "Oggi sarai con me in paradiso."

Infine Madre Emmanuel ha sottolineato come spesso chiediamo a Dio di cambiare le nostre situazioni anziché chiedergli di donarci sé stesso. Ci viene offerto l'amore di Cristo, ma talvolta lo rifiutiamo per paura di perderci in esso. Quando finalmente - ha detto la Madre - ci arrendiamo a Lui con fiducia e amore, possiamo sperimentare la salvezza e la vera vita nel perdersi e nuotare nell'amore di Cristo.

Riccardo Tonna

Nelle foto, l'ncontro con madre Corradini nella chiesa di San Raimondo.

Pubblicato il 3 marzo 2025

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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