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8-9 luglio il Columban's Day a San Gallo

san gallo

La celebre abbazia di San Gallo accoglierà dall’8 all’11 luglio il Columban’s Day, il meeting internazione delle comunità dedicate a San Colombano. Alla ricorrenza, organizzata come ogni anno dall’Associazione “Amici di San Colombano per l’Europa”, partecipano il vescovo  mons. Adriano Cevolotto, il vescovo emerito mons. Gianni Ambrosio, il vescovo di Lodi mons. Maurizio Malvestiti, il parroco dell’abbazia bobbiese di San Colombano don Mario Poggi, un gruppo di circa 50 persone organizzato dall’Ufficio Pellegrinaggi della diocesi di Piacenza-Bobbio e un altro guidato da don Giancarlo Plessi, parroco di Besenzone.
Sarà un evento senza precedenti, - commenta Mauro Steffenini presidente dell’Associazione “Amici di San Colombano per l’Europa”-; dopo  quattordici secoli di storia, i due santi, Colombano e Gallo saranno  ricordati insieme. Due grandi uomini di fede che hanno contribuito a dare all’Europa un’anima cristiana e alla Chiesa quell’unità che i credenti di ogni tempo invocano”.
 Sabato 8 luglio, dopo la visita ad Arbon (l’antica Arbor Felix dove è approdato San Colombano con i suoi monaci), a San Gallo e alla Biblioteca, alle 19.30 comincerà la veglia in onore dei due Santi nella Cattedrale con l’arrivo delle reliquie di San Colombano, portate dall’abbazia di Bobbio da don Mario Poggi.  Domenica 9 luglio alle 10.30 si terrà la concelebrazione solenne nella Cattedrale presieduta dal vescovo di San Gallo mons. Markus Buchel e concelebrata da altri presuli e sacerdoti provenienti da varie regioni d’Europa. A seguire, il pranzo del pellegrino.

COLOMBANO E GALLO, DUE SANTI MONACI INNAMORATI DI DIO

Giona, biografo di Colombano, racconta che dopo una prolungata permanenza nel monastero di Bangor, attorno al 590 il Santo Monaco aveva ottenuto dall’abate Comgall di intraprendere la “peregrinatio pro Christo” insieme a dodici compagni. Tra questi compagni di viaggio c’è Gallo che aveva condiviso per vent’anni a Luxeuil la vita monastica con Colombano. Dopo che il monaco irlandese per dissensi con i reali fu costretto a lasciare la Borgogna i dodici pellegrini lo avevano seguito nel percorso di risalita del Reno fino a giungere a Bregenz sul lago di Costanza dove Colombano fondava un altro monastero.

Ma quando nel 612 Colombano decideva di lasciarsi alle spalle anche Bregenz per proseguire il pellegrinaggio e arrivare finalmente a Roma (questo era il desiderio del Santo Monaco purtroppo mai realizzato), Gallo opponeva resistenza perché si sentiva anziano, ormai stanco e anche molto malato. Colombano non gradì la richiesta di Gallo di fermarsi, pensando fosse dettata dal desiderio di una vita tranquilla in un luogo calmo e gradevole. Piuttosto contrariato alla fine, Colombano gli accordò il permesso di restare con una durissima penitenza: gli vietò di celebrare la Messa finché lui fosse vissuto. Gallo accettò e si stabilità ad ovest di Bregenz, presso la sorgente dello Steinach in Svizzera dove visse come eremita nell’obbedienza assoluta al divieto impostogli da Colombano.
Avvertito poi miracolosamente della morte prossima di Colombano, inviò un messaggero a solleci- tare l'«assoluzione» presso il suo maestro che si trovava in Italia a Bobbio. Il messaggero ritornò portando il perdono di Colombano e il suo bastone abbaziale lasciato al suo antico discepolo come pegno di riconciliazione.

Un giorno, mentre Gallo era in preghiera, un orso sarebbe venuto per cibarsi dei resti del pasto e per alimentare un magro fuoco acceso per riscaldare un ammalato. Gallo tolse dal piede dell'orso una spina e questo lo aiutò a costruire il suo romitorio. Per questa ragione l'iconografia rappresenta di solito Gallo accompagnato da questo animale. Egli avrebbe anche liberato dal demonio la figlia del re di Francia, Sigeberto, che, in riconoscenza, gli offrì una proprietà presso Arbon, sul lago di Costanza, per stabilirvi un'abbazia. Nelle diverse biografie si racconta che Gallo avrebbe rifiutato a due riprese il vescovato di Costanza e l'ufficio di abate di Luxeuil, pronunciando in occasione dell'intronizzazione nella cattedrale di Costanza di uno dei suoi discepoli, un discorso che si conservò nel tempo.
La morte di Gallo in Arbon, avvenne a novantacinque anni, e fu sepolto ai piedi dell'altare del suo eremitaggio. L’Abbazia fondata cento anni dopo la morte del santo eremita divenne custode dei suoi resti e del suo culto.
Gallo e Colombano: due monaci pellegrini per Cristo, evangelizzatori, ma soprattutto dediti alla preghiera e alla vita eremitica e cenobitica. Due personalità differenti, entrambe consacrate a Cristo Signore, il loro unico grande bene.

Nella foto, l'abbazia di San Gallo.

Pubblicato il 6 luglio 2023

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

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    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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