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Dialoghi di Abramo: alla ricerca delle radici della speranza

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Promuovere un dialogo interreligioso costruttivo e approfondire il concetto di speranza nelle tradizioni religiose di Abramo, considerato il padre delle tre grandi religioni monoteiste, è stato l’obiettivo, il 19 novembre, nell’Aula Magna del Liceo Gioia di Piacenza, dell’evento "Dialoghi di Abramo: alle radici della speranza". Moderato dal biblista don Paolo Mascilongo, l'incontro ha visto la partecipazione di tre rappresentanti delle principali religioni monoteiste: padre Nicola Albanesi per il cristianesimo, Francesca Bocca-Aldaqre per l'Islam e Yitzchak Dees per l'ebraismo.
I relatori hanno offerto preziose riflessioni sul tema, sottolineando le convergenze tra le rispettive visioni religiose.


La virtù dell’attesa

Padre Nicola Albanesi, rettore del Collegio Alberoni, ha parlato della speranza come virtù teologale che proviene da Dio e come speranza umana che spinge verso un futuro migliore. La speranza cristiana - sintetizziamo le parole di P. Albanesi - è rivolta all'avvento di Dio nel mondo. Cristo incarna il Regno di Dio per i cristiani. La via del Regno di Dio passa attraverso la povertà, la mitezza, la misericordia e altre virtù elencate nelle beatitudini. Il Regno di Dio si realizza attraverso l'accoglienza e l'assistenza agli altri, specie ai bisognosi. La speranza cristiana è legata al ritorno di Cristo alla fine dei tempi per il suo definitivo compimento. La speranza è la virtù dell'attesa, che alimenta il desiderio di comunione con Dio e tra gli uomini. Mantenere viva la speranza è una testimonianza di fede nella promessa divina”. Evidenziando la figura di Abramo, centrale anche per il cristianesimo, padre Nicola ha sottolineato come Abramo sia il prototipo dell'uomo di fede. “La lettera a Tito di San Paolo - ha rimarcato Albanesi - ci invita a coltivare la speranza perché è apparsa la grazia di Dio che dona la salvezza a tutti gli uomini”.

La complessità delle virtù islamiche

La speranza nella teologia musulmana, è stato l’oggetto della riflessione di Francesca Bocca-Aldaqre, teologa islamica e scrittrice, che ha cercato di definire il concetto attraverso un'analisi delle sfumature presenti nella lingua araba. Bocca ha esplorato diversi tipi di speranza nell’Islam, distinguendo tra speranze positive e negative, ragionevoli e irragionevoli. Ha sottolineato l'importanza dell'ottimismo come virtù chiave dell'Islam, che invita a interpretare positivamente la realtà. “La soddisfazione verso la volontà di Dio - sintetizziamo le parole della teologa - viene descritta come una forma di speranza retroattiva, che si estende anche al passato. L'idea di pensare bene degli altri e di Dio è approfondita come pratica teologica fondamentale per la speranza. Il concetto islamico di "Raja" evidenzia la speranza generata dalla contemplazione della misericordia e generosità divine. La speranza inoltre viene bilanciata con il timor di Dio, riflettendo la complessità delle virtù islamiche”.

Francesca Bocca ha parlato inoltre della storia di Giuseppe presente nella dodicesima sura del Corano, che riprende la narrazione biblica della Genesi. La storia parla dell'interpretazione speranzosa di un sogno di Giuseppe che contiene sia una promessa di vittoria che un avvertimento sull'invidia dei fratelli. La sura è considerata speciale e definita come "la più bella storia" in cui viene evidenziato il tema della speranza e dell'interiorità spirituale, sottolineando come sia importante non disperare nella fede. Francesca ha consigliato la lettura di questa sura, sottolineando il filo conduttore della speranza presente in ogni dialogo e il messaggio per coloro che credono e hanno intelletto.

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La dinamicità della relazione con Dio

Il rabbino Yitzchak Dees ha parlato dell'interpretazione del concetto di "immagine di Dio" presente nel Vecchio Testamento, sottolineando la libertà di scelta dell'uomo e la capacità di determinare il proprio destino. Riflettendo sul rapporto tra l'umanità e Dio, ha evidenziato come la relazione con il divino sia in costante evoluzione nel corso della storia e come il popolo ebraico abbia vissuto varie fasi di esilio e ritorno nella Terra d'Israele. Il rabbino ha inoltre approfondito il concetto di essere "la luce delle nazioni", suggerendo che la missione del popolo ebraico non si limiti solo a una località geografica specifica, ma riguardi tutto il mondo. Infine, ha sottolineato la dinamicità della relazione con Dio e l'importanza di mantenere viva la speranza attraverso le scelte che influenzano il destino individuale e collettivo.

Lavorare insieme

L'incontro ha rappresentato quindi un'occasione preziosa per promuovere la comprensione reciproca tra le diverse tradizioni religiose, mostrando come, nonostante le diversità dottrinali, ci siano punti di contatto profondi tra le religioni di Abramo. Il messaggio di speranza e unità, emerso dai "Dialoghi di Abramo", ha risuonato come un invito universale a lavorare insieme per un futuro di pace e fratellanza tra i popoli.

Riccardo Tonna

Nelle foto, l'incontro dell’evento "Dialoghi di Abramo: alle radici della speranza".

Pubblicato il 21 novembre 2024

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

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    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
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    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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