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Giornata della Memoria alla Libreria Mondadori

terezi

In occasione della Giornata della Memoria, la Libreria Mondadori in Corso  Vittorio Emanuele  93 a Piacenza ha organizzato per domenica 26 gennaio alle ore 18 la presentazione del libro “L’Imperatore di Atlantide”, con l’editore Fabio Mendolicchio e l’autore Enrico Pastore. Si tratta dello studio su un testo teatrale scritto tra il 1943 e il 1944 dal drammaturgo ebreo Viktor Ullmann. La musica dell’opera venne scritta, contemporaneamente, dal giovane Petr Kien. Sia per la particolarità di questa opera che la potenza del libro che la spiega, stanno tutte nel fatto che gli autori erano rinchiusi nel ghetto ebraico di Terezìn. Sia il contesto in cui venne realizzata che la biografia dei due sfortunati autori la rendono potenzialmente inestimabile.

UNA VICENDA DA SALVARE. La storia di questo libro, che verrà presentato domenica 26 alla Mondadori, inizia nel 1939 e matura nel 1975. Nel marzo del ’39 i nazisti occupano Praga. Lì vivono tante famiglie ebree tra cui quella dello scrittore Viktor Ullmann e quella, giovanissima, del musicista Petr Kien. Nessuno dei due è particolarmente praticante, nessuno dei due è politicamente impegnato. Due vite nell’arte, una affermata, l’altra non ancora sbocciata. Viene istituito un grande ghetto per gli ebrei del territorio ceco intorno a Praga, a Terezìn, una città preesistente, cinta da mura, che viene evacuata per fare spazio a decine di migliaia di ebrei dell’Europa dell’Est. Kien vi entra nel 1941, Ullmann, che aveva combattuto la Prima Guerra Mondiale, nel 1942.
Il 20 gennaio di quell’anno il regime comandato da Hitler stabilisce il piano contro gli ebrei, e vi colloca Terezìn in un ruolo del tutto speciale: non sarà un lager, ma un ghetto sorvegliato, col coprifuoco e tutto, da utilizzare per dare una immagine positiva all’opinione pubblica internazionale su come i tedeschi trattavano gli ebrei. Uno specchietto per le allodole. Ed ecco perché Ullmann e Kien vi vengono rinchiusi: come altri internati, essi sono artisti. A Terezìn gli artisti potevano esprimersi e lavorare, sebbene sotto sorveglianza. Il treno attende. Le valigie vanno preparate in fretta. Ullman poteva portare con sé un bagaglio di soli 15 chili, ma scelse di portare un sacco di carta e materiale di lavoro. Forse credeva in un’opportunità. Forse voleva crederlo. Kien è un ventenne, non ha potuto terminare gli studi, vede in Terezìn l’unico modo per proseguire il suo percorso artistico. Entrambi furono molto produttivi nel tempo trascorso privi di libertà a Terezin. Addirittura Ullmann compose oltre 20 opere.
Nel febbraio del 1943 la sconfitta nazista Stalingrado pone al regime grossi interrogativi. Nel territorio dell’occupazione ci sono diversi campi di sterminio, e si teme che vengano scoperti. Così si punta tutto su Terezìn e scatta l’operazione “Abbellimento”: una grande messa in scena alla quale partecipano anche gli abitanti del ghetto. Viene invitata la Croce Rossa Internazionale. La sua ispezione nel giugno del 1944 fila liscia; per il regime hitleriano è un successo.
Il 22 luglio però la paura dei nazisti si concretizza: l’avanzata sovietica porta alla luce il lager di Majdanek. Gli sforzi per convincere il mondo che i nazisti trattano tutti gli ebrei come si è visto a Terezìn sono inutili. La condizione dei campi di concentramento, forse nota alle classi dirigenti, diviene di dominio pubblico. In soli tre mesi il ghetto viene svuotato e smantellato. Il 16 ottobre del 1944 parte anche il convoglio ferroviario a cui erano destinati gli autori de “L’imperatore di Atlantide”. Quel trasporto, tra gli ultimi del Ghetto Modello, passo alla storia come il Treno degli Artisti. Sia Kien che Ullmann affidano le proprie opere agli ultimi rimasti a terra. Dopo tre anni di ghetto militarizzato. Dopo aver sentito migliaia di voci girare sui campi di sterminio. Si separano dalle loro opere e salgono sul treno degli artisti. Cosa significa per noi questo gesto?
La censura militare nazista assistette alle prove de “L’imperatore di Atlantide e negò l’esordio con un pubblico civile. Nel 1975 ad Amsterdam l’opera finalmente debuttò grazie al regista Kerry Woodward. 1995 “L’imperatore di Atlantide” tornò a Terezìn. E non fu il suo ultimo viaggio.

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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