Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Lirica, modesto inciampo sul cammino della «Favorita»

teatro muniipale piacenza FOTO PAGANI

Venerdì 18 febbraio, di corsa al Municipale ad assistere alla “Favorita” di Donizetti, opera riconosciuta come capolavoro. In effetti lo è e lo spettacolo in scena lo ha confermato. Una pietra d’inciampo, comunque c’è stata, modesta e quasi irrilevante. Alcuni “Buu” rivolti alla regìa.
Ma che era successo allora? Il regista Andrea Cigni ha proposto un’ambientazione insolita. Con lo scenografo Dario Gessati ha progettato uno spazio scenico complessivo fuori dalla storia e dal tempo. Non più oggetti del tempo passato in scena, ritenuti orpelli vecchi e statici, ossia ornamentali, bensì uno spazio scenico che si fondesse con musica e parole a rivelare forti sentimenti che si vivevano sul palcoscenico. E qui i due hanno inventato non un teatro lirico, bensì un teatro anatomico. Perché una metafora così ardita? E forse anche di dubbio gusto in un tempo di tristi scene ospedaliere vista tante volte in televisione durante il Covid !)
Sul tavolo anatomico il corpo fisico mostra la verità di se stesso, il corpo teatrale mostra la verità dei costume che si indossa. Il costume condiziona tutto l’essere, il quale esprime sentimenti congegnali al suo stato esteriore. Così ai costumi si sostituiscono divise ospedaliere bianche
Nel rovesciato cono anatomico, ricco di scranni esposti, siedono i coristi, in bianco, come giudici di scoperti sentimenti.
Metafora un tantino difficile da intuire, anche se testimonia l’impegno di regia verso nuovi modi di creare ambienti condizionanti lo spettacolo, non amorfi e poco significativi. Insomma, un’unità di ambiente, musica e parole. Alla fine, la metafora trionferà, quando due protagonisti, Alfonso e Leonora, dismessi gli abiti di scena, scopriranno il loro puro sentimento d’amore reciproco e potranno amarsi liberamente.
Lo spettacolo è comunque piaciuto molto. La musica di Donizetti è magia poetica, ottimamente scandita dall’ Orchestra Filarmonica italiana, diretta dal maestro Matteo Beltrami. Tutto il cast di canto ha eccelso e spaziato per voce robusta e disinvolta presenza scenica Il tenore Simone Piazzola, nella parte di Alfonso, ben dotato di ampia voce argentina, con tanti applausi a scena aperta e ovazione nel finale. Anna Maria Chiuri, nella parte di Leonora, superba di voce e di presenza scenica. Celso Albelo, nella parte di Fernando, un mare di voce brunita e di gran presenza in scena. Simon Lin, nella parte di Baldassarre, voce possente e profonda, inesauribile. Il piacentino Andrea Galli, in Don Gasparo, di voce limpida e di espressività scenica. Renata Campanella in Ines, buona voce armoniosa e duttile.
Ottimo il coro del Municipale di Piacenza diretto da Corrado Casati.
Applausi per tutti, a scena aperta e nel finale con una vera e propria ovazione.

Luigi Galli

Pubblicato il 22 febbraio 2022

Ascolta l'audio

Sottocategorie

  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

    Ascolta l'audio

    Conteggio articoli:
    5

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente