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Il «Nuovo vocabolario bobbiese» è a disposizione di tutti

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Il “Nuovo Vocabolario Bobbiese” (ed. Chimera, 2021) è stato messo a disposizione di tutti gli studiosi. Efficace la recente comunicazione su facebook: “Il nostro parlare è stato messo nella storia e fissato nel tempo: ne siamo orgogliosi”, twittata da Gigi Pasquali, autore dell’opera insieme a Mario Zerbarini. E’ sufficiente collegarsi al sito www.ilnotiziario bobbiese.net, capitolo Libri, Dialetto Bobbiese, per entrare nel testo. Tutti possono farlo: studiosi e curiosi.

Il volume è frutto di decenni di lavoro faraonico e certosino. Non ha, infatti, potuto contare su nessun supporto letterario precedente a parte le ricerche del prof. Enrico Mandelli, ispiratore dell’opera, e ha richiesto una dose pressoché illimitata di pazienza e tenacia nel rintracciare le corrispondenze con l’italiano, anch’esso in evoluzione, come del resto ogni lingua, e nel districarsi nella fonetica, affidandosi peraltro a riconosciuti esperti, come il prof. Angelo Stella, docente di Storia della Lingua Italiana dell’Università di Pavia e illustre membro dell’Accademia della Crusca. Il tutto accompagnato dalla ricerca di quei modi di dire così creativi, musicali, sorprendenti e divertenti, di cui la parlata spontanea vernacolare bobbiese abbonda e a cui deve la sua vera identità. In essa affondano le radici dei bobbiesi stessi che possono ritrovare nel verace linguaggio dei padri la storia del loro brandello di terra che ha visto alternarsi liguri, celti, romani, longobardi, franchi, spagnoli, austriaci, francesi ciascuno col proprio idioma. Inevitabili le contaminazioni del linguaggio che si è via via arricchito, acquistando peculiarità proprie che lo caratterizzano rispetto alle parlate vicine e che gli autori non hanno esitato a studiare e approfondire sotto il profilo fonetico, morfologico e lessicale.

Gli appassionati non possono che essere contenti di conoscere la provenienza, ligure o romana o longobarda o altro, di tante parole e dell’evoluzione che hanno subìto. Qualche esempio: “cavàgna” per cesta e “garòn” per coscia sono retaggi celtici; “incò” per oggi dal latino hinc hodie; “tòpia” per pergolato, sempre dal latino; “bśìa” per ape e “büśèca” per trippa, sono invece contaminazioni austriache, etc …

L’intento di realizzare un testo alla pari dei più qualificati dizionari dialettali e l’impegno profuso nel farlo la dicono lunga circa l’amore degli autori per Bobbio e la sua storia.

Luisa Follini

Pubblicato il 18 aprile 2022

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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