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Un teatro viaggiante contro la violenza di genere

 Questo non e un autobus Sciara Progetti2



“Questo non è un autobus”, il tour dal 14 novembre al 6 dicembre in 10 Comuni piacentini. Un’iniziativa ideata e coordinata da Sciara Progetti Teatro



“Questo non è un autobus” è un teatro viaggiante contro la violenza di genere. Un autobus a due piani, ri-allestito e ri-progettato meccanicamente per trasformarsi in teatro su ruote, punto d’ascolto e presidio culturale itinerante, è in partenza per un viaggio lungo le strade d’Italia per incontrare le comunità e affrontare il tema della violenza di genere attraverso interventi artistici e sociali: A Poirino (TO), dove tutto ha avuto inizio, si terrà la tappa inaugurale. Si tratta di un’iniziativa, ideata e coordinata da Sciara Progetti Teatro, compagnia teatrale specializzata in educazione non formale, riconosciuta dalla Regione Emilia Romagna, dal Ministero della Cultura e ente di formazione accreditato dal Ministero dell’Istruzione per i temi della creatività.

“Questo non è un autobus” contiene, sui suoi due piani, un punto d’ascolto, spazi attività per il teatro e per videoproiezioni, e deve il suo nome al famoso quadro di Magritte “Ceci n’est pas une pipe” -  simbolo del paradosso tra realtà e rappresentazione - per farsi portavoce di un messaggio ben definito: questo autobus, seppur oggetto a forma di autobus, è in realtà un teatro viaggiante e un contenitore di molteplici esperienze. La sua opera di sensibilizzazione - composta da i temi sociali che verranno affrontati, gli incontri e gli spettacoli che verranno realizzati e i soggetti che accoglierà a bordo, come artisti, educatori, ricercatori, operatori sociali, studenti, cittadini -  sarà solo la rappresentazione di una condizione sociale reale, come le forme di violenza di genere, e potrà avere valore solo al di fuori del BUS, attraverso la consapevolezza e il comportamento di chi è stato coinvolto da esso.

Dopo il debutto a Poirino, l'iniziativa farà tappa a partire dal 14 novembre in 10 Comuni montani delle Valli D’Arda, Nure e Trebbia in Provincia di Piacenza, nell’ambito del progetto “Utopia Possibile BUS” finanziato dalla Regione Emilia Romagna,  con l’obiettivo di promuovere attività di informazione e sensibilizzazione sul tema della cultura del consenso e del contrasto alla violenza sulle donne. Il primo tour si concluderà il 6 dicembre 2022 ma è già pronto a portare le proprie iniziative culturali e di sensibilizzazione in giro per l’Italia e per l’Europa su  tematiche sociali e culturali come la violenza genere e non solo.

Il Calendario:
14 - 16 novembre​ TRAVO, Piazza Trento
16 - 18 novembre​ BOBBIO, Piazza San Francesco
18 - 20 novembre​ OTTONE, Piazza della Vittoria
21 - 23 novembre ​FARINI, Piazza Guglielmo Marconi
23 - 25 novembre ​BETTOLA, Piazza Cristoforo Colombo
25 - 27 novembre​ FERRIERE, Piazza delle Miniere
28 - 30 novembre​ LUGAGNANO, Piazza Castellana
30 - 02 dicembre CASTELL’ARQUATO, Piazza San Carlo
02 - 04 dicembre VERNASCA, Piazza Vittoria
04 - 06 dicembre ​MORFASSO, Piazza Pietro Inzani
Al fine di promuovere nelle giovani generazioni un’educazione alla cittadinanza di genere e una cultura di non discriminazione, sono stati realizzati da Sciara laboratori di educazione sentimentale per le classi terze medie delle Scuole secondarie di I° grado dei comuni montani coinvolti nel tour che utilizzano lo strumento del teatro per affrontare il fenomeno della violenza di genere, delle sue forme, delle sue amplicazioni psicologiche ed emozionali.
In ogni piazza il pomeriggio del primo giorno e non-stop il secondo giorno sono previsti proiezioni per adulti e il punto di ascolto ad ingresso libero; il secondo giorno alle ore 20,30 è previsto uno spettacolo teatrale immersivo per adulti su prenotazione a cura di Sciara Progetti Teatro, con momento di approfondimento post-spettacolo.

Per saperne di più
QUESTO NON È UN AUTOBUS
Sciara Progetti Teatro A.P.S - E.T.S.
Valeria Poggi - +39 3204676323
sciaraprogetti.comgmail.com

Pubblicato il 13 novembre 2022

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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