Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Alla Passerini Landi la mostra di Emanuele Ferrari dedicata alle pietre d'inciampo

 tavole mostra 000010

 

Sarà inaugurata sabato 28 gennaio, alle ore 17, presso lo spazio espositivo al piano terra della biblioteca Passerini Landi, la mostra fotografica dedicata alle pietre d’inciampo “Una pietra, uno sguardo, una storia” di Emanuele Ferrari e a cura di Gabriele Dadati. Allestita in occasione della Giornata della Memoria, la mostra sarà visitabile fino a sabato 25 febbraio. Durante l’inaugurazione il gruppo teatrale Quarta Parete leggerà alcune testimonianze di familiari delle vittime.

È scritto nel Talmud, uno dei testi sacri dell’ebraismo: “Una persona viene dimenticata soltanto quando viene dimenticato il suo nome”. Una pietra d’inciampo è un piccolo blocco di pietra ricoperto di ottone, posto davanti all’edificio in cui visse, o lavorò, uno dei milioni di deportati nei campi nazisti che non fecero più ritorno a casa. Essa ne ricorda il nome, l’anno di nascita, il giorno dell’arresto, il luogo della deportazione e la data della morte.
La prima fu posata a Colonia, in Germania, nel 1995, su iniziativa dell’artista Gunter Demnig: una reazione a negazionismo e oblio, per ricordare tutte le vittime del nazifascismo, qualunque fosse il motivo della loro persecuzione (religione, “razza”, idee politiche o orientamento sessuale). Da lì è nato un monumentale progetto europeo, che ha portato alla posa di oltre 80mila pietre d’inciampo.

Con la volontà di contribuire al ricordo di tutti i deportati, Emanuele Ferrari ha deciso di fotografare dodici pietre d’inciampo, ritraendo inoltre i familiari delle vittime. Ai dittici così costituiti, ha accompagnato le storie personali delle persone coinvolte. In questo contesto, i ritratti vogliono rafforzare il significato e il valore della testimonianza costituita dalla pietra d’inciampo, provando, nel contempo, a restituire gli stati d’animo delle persone private dei propri cari. Gli incontri con i famigliari sono stati molto interessanti e spesso emozionanti. Una parte di essi si è tradotta in brevi interviste, che includono ricordi e riflessioni.
L’autore ha ripreso alcuni di questi pensieri, e li ha resi leggibili attraverso dei QR code posti a fianco delle didascalie. È così possibile completare l’esperienza di manutenzione del ricordo leggendo anche le storie, spesso incredibili, dei deportati. La conoscenza dei fatti accaduti ha un’importanza fondamentale e il percorso visivo proposto conduce lo spettatore a questo passaggio conclusivo.
Nato a Piacenza nel 1965, Emanuele Ferrari ha preso parte a numerose esposizioni collettive e, tra le mostre personali, merita ricordare “In&out” (Piacenza 2006), inserita nel programma del Festival internazionale “Carovane”, “Nel rivedere te” (San Nicolò a Trebbia 2014) e “Fragile” (Piacenza 2018).
Per maggiori informazioni è possibile contattare la biblioteca Passerini Landi al numero di tel. 0523 492410 o tramite email.

Nella foto, la pietra d'inciampo di Guglielmo Barbò con accanto un familiare.

Pubblicato il 26 gennaio 2023

Ascolta l'audio

Sottocategorie

  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

    Ascolta l'audio

    Conteggio articoli:
    5

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente