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«Un grandissimo maestro con l’innata capacità di guardare avanti e spendersi per gli altri»

relatori

Ricordata al PalabancaEventi la figura di Corrado Sforza Fogliani - Gli interventi di Carlo Lottieri, Antonino Coppolino, Beppe Ghisolfi, Pierluigi Magnaschi e Giorgio Spaziani Testa davanti a un pubblico numeroso (ospitato in Sala Panini e in Sala Verdi videocollegata), che al termine dell’incontro gli ha tributato un lungo applauso

«Un grande uomo, un grandissimo maestro, con l’innata capacità di guardare avanti e la generosità di spendersi per gli altri». E’ unanime il giudizio espresso dagli illustri ospiti dell’anteprima della settima edizione del Festival della cultura della libertà che hanno portato la loro testimonianza a ricordo di Corrado Sforza Fogliani, mancato il 10 dicembre scorso dopo breve malattia: a cominciare da Carlo Lottieri, direttore scientifico della manifestazione ideata dal presidente Sforza, per passare in rapida successione ad Antonino Coppolino, avvocato, presidente dei Liberali Piacentini e della Confedilizia di Piacenza, Beppe Ghisolfi, banchiere, Pierluigi Magnaschi, direttore di Italia Oggi e Giorgio Spaziani Testa, presidente nazionale di Confedilizia.

Un numerosissimo pubblico ha seguito l’incontro dalle sale Panini e Verdi (quest’ultima videocollegata) del PalabancaEventi (che oggi e domani ospita il Festival vero e proprio), incontro che si è concluso con un lungo applauso tributato a Sforza Fogliani, ricordato nel suo intervento di saluto dal presidente della Banca di Piacenza Giuseppe Nenna, che rivolgendosi alla moglie (presente in sala) del compianto presidente ha rammentato come «a fianco di un grande uomo ci sia sempre una grande donna».

Il prof. Lottieri si è riferito ai quattro aspetti richiamati nel titolo della conferenza (i primi tre tratti dal suo primo libro autobiografico del 2007): il diritto («era un giurista che ha scritto tante cose importanti in materia»), la proprietà («per un quarto di secolo ha guidato la Confedilizia»), la banca («ha sempre difeso le banche di territorio») e la carta stampata («a testimoniare la grande passione per il giornalismo come spunto di dibattito pubblico»). Il direttore scientifico del Festival gli ha espresso gratitudine «per le battaglie civili condotte per decenni in difesa dei valori liberali», definendo la sua vita «nutrita da idee», che si traducevano in impegno vero, all’interno della comunità, nel difendere quei principii utili a un progetto di società migliore. «Un uomo tollerante - ha concluso il prof. Lottieri - che credeva nella libertà individuale, che rispettava il prossimo e che aveva una grande attenzione per Piacenza».

L’avv. Coppolino ha ripercoso, con emozione, i quasi dieci anni da praticante passati nel suo studio legale (insieme a tanti altri colleghi, presenti all’incontro): «Era un avvocato a tutto tondo - ha spiegato - e teneva molto a questo titolo perché lo aveva fatto un uomo libero. E’ stato un maestro di professione e di vita e il suo studio è stato una vera e propria scuola. Era una persona che guardava oltre, innovativa (sorprendeva la dimestichezza con la quale utilizzava twitter), priva di condizionamenti. Ci manca già tantissimo e la sua impronta rimarrà per sempre».

Due le cose che legavano il prof. Ghisolfi all’avv. Sforza: l’educazione finanziaria e la difesa delle banche locali. «Apprezzava, a differenza di altri colleghi, la mia battaglia per diffondere l’educazione finanziaria nelle scuole, che ho iniziato 40 anni fa - ha evidenziato il banchiere piemontese - ed è grazie a noi due se l’Abi ha creato la FEduF. L’altro aspetto che ci univa, la difesa delle banche di territorio, condannate dal sistema politico italiano. La banca locale è un punto di riferimento per il territorio di appartenenza e la sua Banca di Piacenza è un esempio per l’Italia. Tanto erano sante le sue parole, che quando interveniva in Abi non volava una mosca». Citando l’autobiografia che il presidente Sforza scrisse per il libro “Banchieri”, curato dallo stesso Ghisolfi, è stato ricordato come divenne socio dell’Istituto di credito piacentino e citate alcune doti che riteneva necessarie possedere per potersi definire un buon banchiere: la riservatezza, la dirittura morale e la generosità consapevole. Dava poi un consiglio: “Arrabbiatevi, tenetevi sempre occupati, non mandate in pensione il cervello”.

Il dott. Magnaschi ha dal canto suo sottolineato «lo straordinario senso del tempo» che Sforza possedeva. «Si occupava di diritto, storia, economia, finanza, politica, arte e in nessuna di queste attività era un dilettante», ha osservato il direttore di Italia Oggi, che lo ha definito un agitatore culturale, «caratteristica del vero giornalista di razza, che apprende per comunicare, e Corrado era un giornalista: La Vos del campanon, giornale della Famiglia Piasinteina, lo scriveva tutto lui; La Squola (scritto con la q, già dissacrante nel titolo) era un mensile scolastico da lui fondato ai tempi in cui frequentava il Liceo Classico». Magnaschi ha quindi ricordato una cosa sconosciuta ai più: a 20 anni s’inventò i “Fori giovanili”, incontri al sabato pomeriggio al teatro dei Filodrammatici nei quali si riunivano dai 200 ai 300 giovani per dibattere i temi più svariati. A 17-18 anni già scriveva su Libertà e a 24 faceva, sempre sul quotidiano dei Prati, pagine d’inchiesta sui Comuni. «Per me era un mito - ha raccontato il direttore Magnaschi - e una volta, incontratolo per caso sulla corriera che portava a Carpaneto dove io abitavo, riuscii a parlargli e gli confessai il mio desiderio di diventare giornalista, iniziando come corrispondente dal mio paese. “Vieni a Libertà che ti presento Scognamiglio”, mi disse e da lì iniziò la mia carriera. Era un liberale all’antica - ha chiosato Magnaschi - che si è rivelato modernissimo».

L’avv. Spaziani Testa ha annunciato che la Confedilizia ha in cantiere altre iniziative in omaggio al presidente Sforza, a cui sarà per esempio intitolata una borsa di studio. «Durante la sua presidenza - ha argomentato il suo successore - sono stato al suo fianco per 15 anni da segretario generale. Il suo esempio nell’azione di tutti i giorni è stata determinante per capire come bisognasse agire per fare associazione in modo diverso dagli altri: non solo difendendo i legittimi interessi della categoria, ma avendo e difendendo i principii nei quali si crede. In questo modo la Confedilizia sotto la sua guida è cresciuta, è stata resa non omologabile, magari scomoda ma autorevole». L’avv. Spaziani Testa ha infine elencato alcune parole chiave che identificano la personalità del presidente Sforza: principii, coraggio (nel portarli avanti), autonomia (che rende liberi), libertà, rigore (che applicava a se stesso più che agli altri), visione, lungimiranza, attenzione al nuovo.
Il già citato applauso finale si è levato spontaneo, a onorare un grande uomo che tanto ha fatto per la sua Piacenza e per l’Italia intera.

pubblico

Nelle foto, i relatori e il pubblico presente.

Pubblicato il 28 gennaio 2023

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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