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Bifarini: la grande manovra dopo il Covid

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È nel salone parrocchiale dei Santi Angeli Custodi di Borgotrebbia a Piacenza che il 3 giugno si è aperto il ciclo di incontri “La giustizia delle relazioni al tempo del grande Reset”. Dedicato alla memoria del giurista e filosofo italiano Francesco D’Agostino, venuto a mancare il 3 maggio scorso, ha visto l’intervento di Ilaria Bifarini, economista e scrittrice. A coordinare l’incontro, l’avvocato Livio Podrecca, presidente dei Giuristi Cattolici piacentini, e il parroco don Pietro Cesena.
Dopo una laurea in economia della Pubblica amministrazione e delle Istituzioni internazionali all’Università Bocconi, un master in studi diplomatici alla SIOI (Scuola Italiana per le Organizzazioni internazionali) e dopo anni di lavoro nella rendicontazione sociale e sostenibilità e nel mondo delle big della consulenza internazionale, nel 2016 Ilaria Bifarini decide di invertire la rotta; vedeva l’abissale distanza tra la teoria e la realtà. 


“Il grande Reset”, il libro pubblicato nel 2020
Da allora si dedica a tempo pieno all’attività di studiosa e autrice indipendente. Scrive di politica, economia e pubblica amministrazione su vari blog e testate giornalistiche, intervenendo talvolta a convegni e trasmissioni radiofoniche e televisive. Suoi quattro libri, di cui alcune copie vendute e autografate al termine dell’incontro. L’ultima sua creazione, edita nel 2020 dal titolo “Il Grande Reset, dalla pandemia alla nuova normalità” vuole essere un tentativo di ricostruire la trama del disegno di ristrutturazione socio-economica previsto da tempo dai centri decisionali del potere e che vede nell’emergenza del Covid-19 un’opportunità.
“In un mondo di contraddizioni, a noi preme capire cosa pensano i potenti della Terra per sapere se assecondarli o contrastarli nel nostro piccolo” - precisa Podrecca -. Un intervento, quello della Bifarini, che può non essere condiviso da tutti ma che riportiamo come un contributo al confronto. 

“La mia redenzione”: perché ho detto no
La relatrice esordisce spiegando quella che lei ritiene essere stata la sua redenzione. Formatasi nelle logiche del neoliberismo e dell’indottrinamento al pensiero unico - “come d’altronde è per tutti, a partire dalla scuola primaria” puntualizza - ha deciso di staccarsene. “È un percorso difficile e doloroso, ma salvifico, mettere in discussione se stessi, il proprio ego e le leggi dell’economia (da quella del mercato e della concorrenza a quella del più forte)” - dice Ilaria, chiedendosi come poter costruire relazioni autentiche in una società improntata a narcisismo, visibilità e consumismo.
Una redenzione che spesso la porta a opporre rifiuti e declinare inviti in tv. “Dico no - prosegue - quando so che cercano il capro espiatorio, ossia quando vogliono creare la figura stereotipata del complottista, insultato e contraddetto dall’opinione pubblica. Il tutto per rafforzare il pensiero dominante, la grande narrazione unica monopolista”.

 
Qualcuno ha approfittato della crisi?
“Solo una crisi, reale o percepita, produce un vero cambiamento” - sosteneva il padre del neoliberismo Milton Friedman. Così, alla luce di dati e fonti legalmente consultabili e accessibili a tutti, che la Bifarini ha scrupolosamente raccolto e riportato, la pandemia di coronavirus è stata un’occasione da non sprecare per potenti e grandi aziende del mondo, mettendo fuori gioco i piccoli mercati ostativi.
“Il momento propizio - continua l’economista - per attuare cambiamenti economici, sociali, antropologici a cui questi ultimi lavoravano da tempo. Il momento propizio per assicurarsi l’accettazione e il consenso della popolazione”.
A mo’ di esempio la Bifarini porta gli ingenti fondi stanziati per tutto ciò che ha come prefisso “tele”, come la telemedicina, di contro alle esigue cifre investite nella sanità pur dopo una simile emergenza sanitaria. “Che il consulto medico da remoto sia l’obiettivo auspicato e non una drastica soluzione temporanea deve far riflettere” - puntualizza.

 
Ciò che è accaduto
Indignata per la privazione, unica nella storia dell’umanità, dei diritti umani fondamentali, tra cui anche il diritto al lavoro, fonte di vita oltre che di sopravvivenza, la scrittrice parla di morte dell’individuo in questi due ultimi anni di crisi pandemica.
“Avendo sottratto ciò che rende una vita degna di essere vissuta ed essendo entrati a gamba tesa entro lo spazio domestico privato, si è causata la rottura dell’equilibrio psicologico dei singoli, portando così anche un incremento di violenze domestiche” - continua. Appellandosi agli scenari tratteggiati da George Orwell, Ilaria parla di discriminazione di Stato che, tramite vaccini e green pass, è stata introdotta come luogo comune. “È stato sdoganato l’odio verso il prossimo, facendo emergere la parte peggiore dell’essere umano. Un egoismo ipocondriaco spacciato per altruismo” - dice con toni severi. Annullamento del pensiero critico e annichilimento della popolazione, premiata solo se uniformata, manipolata da un triplice imperativo: efficienza, resilienza - “da non confondere con la resistenza, suo contrario”, precisa la Bifarini” - e flessibilità, antitetica alla stabilità.


“Risvegliarci è il dovere di tutti noi
Davanti a un possibile scenario di depopolamento pianificato, robotizzazione dell’uomo e suo conseguente snaturamento, un invito a ribadire, con parole e azioni, la nostra umanità. “Risvegliarci è il dovere di tutti noi. Opporre un contro reset spirituale volto a creare comunità e legami umani. Non sperare in un salvatore esterno ma portare e diffondere ciascuno il proprio seme di consapevolezza e dissenso” - conclude.

Elena Iervoglini

Pubblicato il 5 giugno 2022

Nella foto, la studiosa e scrittrice Ilaria Bifarini intervenu

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