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Don Chiapparoli: bisogna comprendere che «la distanza» è uno spazio vitale

chiapparoli

“Anche in Gesù facciamo esperienza della distanza. Nel suo essere maestro manifesta la sua sapienza non quando ci avvicina, ma quando ci immerge nel mistero della croce… Dobbiamo aspettare il compimento della risurrezione per avere una risposta completa”. È una delle riflessioni raccontate da don Paolino Chiapparoli per spiegare la sua ultima opera letteraria: “Custodire la distanza” (Piacenza, Edizioni Lir 2022; euro 9,00). La presentazione del libro, il 21 dicembre nella Sala delle Colonne della curia vescovile, si è svolta con le domande all’autore da parte della giornalista Barbara Tondini che ha saputo cogliere nel segno la profondità del testo.
La Libreria Berti di Piacenza e il Servizio Diocesano per la Cultura e l’Università, promotori di questa presentazione, hanno voluto dare un servizio alla cittadinanza per cogliere un significativo approfondimento culturale.

Nutrirsi dell’attesa

“Sono riflessioni uscite questa estate - ha affermato Chiapparoli - e condivise con altre persone, da camminate sulle nostre colline nel vedere le cose da lontano e apprezzare il valore della distanza”. Si tratta di comprendere - secondo l’autore - non l’immediatezza del raggiungimento di una cosa che ci attira, ma stimare e nutrirsi dell’attesa…
Chiapparoli ha evidenziato come esempio per capire la distanza, la differenza nel rapporto amoroso, tra l’amplesso carnale totalizzante e il corteggiamento che si fonda sulla dimensione dell’attesa, sempre edificante, mentre il raggiungimento immediato della soddisfazione sessuale potrebbe diventare una violenza, e un mero piacere.

Non riempire il vuoto dell’attesa

Il testo vuole sottolineare come la distanza non è mai ferma, è disseminata di segni e il vuoto non è una cosa negativa. “Non si deve - ha precisato Chiapparoli - riempire il vuoto con le nostre idee con la nostra morale, ma custodire e cercare, per quanto possibile, di non buttarci dentro tutto”. Infatti il nel libro la «distanza», è definita lo spazio vitale che consente ai nostri più autentici e originari legami di respirare liberamente, contro la tentazione sempre più diffusa di vedere nell’esperienza della coincidenza e della fusione l’unica possibilità di entrare in contatto con sé stessi e con l’altro. L’autore ha affermato che custodire la distanza consente di salvaguardare quell’intercapedine di libertà che consente di valorizzare in ogni evento e in ogni incontro, esperienze significative come quella di un’autentica attesa o di un ascolto accogliente.

L’educazione alla custodia

Non sapendo quando l'alba arriverà, tengo aperta ogni porta”: è la citazione di Emily Dickinson, usata da Chiapparoli, per sottolineare l’educazione alla custodia e all’ascolto. Oggi la parola speranza, una delle virtù teologali, ha precisato l’autore sembra smontata dal suo valore pregnante, si usano altre parole come sogno, desiderio… Anche la Chiesa spesso si adegua al mondo circostante, invece è importante non usare parole vuote e la distanza non è solo spazialità. Per don Paolino bisogna riscoprire la “distanza”, che non deve essere percepita come un’entità “ostile o agonistica”, ma un elemento indispensabile e meritevole di cura.

Scoprire il valore della distanza

“La custodia della distanza - ha proseguito Chiapparoli - ha a che fare con la profondità di un umano che non si accontenta né di lasciarsi assorbire dal desiderio dell’altro e neppure di rispecchiarsi in sé stesso. La cifra del custodire porta con sé dei tratti che sembrano richiamare in modo evidente il volto del divino stesso”. La distanza è davvero un limite negativo per poter vedere o sentire? Si tratta soltanto di una mancanza da colmare, oppure ha in sé qualcosa di promettente e di necessario? Può la distanza vedere e rivelare qualcosa che la prossimità e il contatto non possono neppure immaginare? Tutti queste domande, nate nella mente di don Chiapparoli, parroco di Cortemaggiore e docente di teologia all’Università Cattolica, sono al centro delle riflessioni del libro “Custodire la distanza”, considerazioni e approfondimenti nati durante l’estate passata fra le colline della val Trebbia e della val d’Aveto, annotando passo dopo passo “piccole parole e pezzi di pensieri”.

Riccardo Tonna

Pubblicato il 23 dicembre 2022

Nella foto, da sinistra, Barbara Tondini e don Paolino Chiapparoli.

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