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L’Ausl difende il piano di riordino della rete sanitaria

Direttori, medici, professionisti e operatori dell’azienda sposano il piano che verrà sottoposto al voto dei sindaci

asl


Il piano di riordino della rete sanitaria locale, per l’azienda Ausl di Piacenza, è corretto e va difeso.
Per chiarire alla popolazione piacentina le ragioni e gli orizzonti che hanno portato i professionisti dell’Ausl di Piacenza a elaborare la proposta oggetto di esame, i primari e i rappresentanti dei medici di famiglia hanno illustrato nuovamente la propria posizione, a due giorni dal voto in Conferenza socio sanitaria.
È una risposta al coordinamento dei comitati a difesa degli ospedali di Fiorenzuola, Castelsangiovanni e Villanova criticano i cambiamenti contenuti nel piano, in particolare lo spostamento del polo riabilitativo di Villanova (con l’unità spinale) a Fiorenzuola.

“Ci siamo confrontati per capire il contesto – ha ricordato l’iter del piano il direttore sanitario Guido Pedrazzini - e l’orizzonte della sanità piacentina. Lo abbiamo fatto in azienda, allargando il dibattito ai professionisti. Questo lavoro è durato un anno e mezzo e ha prodotto un’ipotesi di lavoro e riorganizzazione dei servizi sanitari, sia a livello ospedaliero che sanitario, al passo con i tempi. Siamo stati attori di un confronto importante con la Conferenza socio sanitaria e l’ufficio di presidenza”.
Anche Augusto Pagani, presidente dell’Ordine dei Medici, difende con forza il piano. “Sono convinto che sia giusto e doveroso prendersi una parte di responsabilità e dire pubblicamente cosa si pensa. La decisione che si deve prendere sul piano è quella di adesione al Comitato nazionale di bioetica in difesa del Servizio sanitario locale. È un documento serio che sancisce che, senza un impegno serio e partecipato di manager, operatori e cittadini, il sistema sanitario nazionale è a rischio. Non si può pretendere di avere tutto, non si può più pensare che tutto può essere erogato dal pubblico. Ci sono scelte da prendere con responsabilità, dopo aver analizzato vantaggi e svantaggi. Capisco che la rinuncia alle guardie mediche tempo fa abbia creato malumori, capisco la ventilata chiusura di ospedali possa provocare polemiche, ma quanto proposto dall’Ausl è del tutto razionale e coerente con una programmazione fatta nei tempi giusti. È ora di pensare alla rete di assistenza dei prossimi anni. La qualità dell’assistenza dipende dall’esperienza dei professionisti, dalla buona organizzazione, dalla tecnologia, dall’integrazione sanitaria e dalla mole di lavoro che i sanitari erogano. Bisogna che passi questo messaggio di serietà: questa è una scelta obbligata, è il momento giusto per decidere in questa direzione”.

Oltre a Pagani, hanno preso posizione anche il direttore Patrizio Capelli, direttore dipartimento Chirurgia, Luigi Cavanna, direttore del dipartimento di Oncoematologia, Fabio Fornari, direttore dipartimento Medicine, Giovanni Quinto Villani, direttore dipartimento di Emergenza urgenza.
Presenti all’incontro anche i medici di famiglia Michele Argenti, Mauro Bonomini, Pasquale Romano e Daniela Serena, i direttori di dipartimento Giacomo Biasucci, Ermanno Bongiorni, Giuliano Limonta, Emanuele Michieletti, Massimo Nolli e Agostino Rossi, il direttore assistenziale Mirella Gubbelini, i direttori di distretto Manuela Buono, Rossana Ferrante e Piera Reboli, i primari Roberto Antenucci, Romeo Bocchi, Carlo Cagnoni, Andrea Magnacavallo, Pietro Maniscalco, Sergio Orlando e Tommaso Nicolotti, la responsabile dell’Oncologia territoriale Patrizia Mordenti.

Anche il direttore di Oncologia Luigi Cavanna ha risposto alle critiche dei comitati. “Si rischia di andare fuori strada: la crisi economica ha coinvolto anche il servizio sanitario. Le politiche d’austerità hanno messo in crisi la gratuità del sistema sanitario in Grecia, Spagna, Portogallo. Piacenza è all’avanguardia, se un paziente della provincia deve essere sottoposto a un intervento chirurgico, viene predisposto nell’ospedale più vicino a lui, poi viene operato in città, e riportato nella struttura di provenienza”.
“Fiorenzuola e Castello sono a un quarto d’ora di distanza – sbotta Cavanna -, cerchiamo di essere pratici e poco provinciali. Non disperdiamo energie e risorse per contrastarci, dobbiamo unirci tutti per migliorare la sanità piacentina e portarla ai migliori livelli europei. Se facciamo una discussione del genere, ci facciamo del male. Il mondo va veloce e noi non possiamo rimanere indietro”.

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