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Dispersione delle ceneri, il no della Chiesa

1 messaCimitero


“La morte non è l’annullamento definitivo della persona, né una tappa nel processo di re-incarnazione, né fusione della persona con l’universo. (...) La potenza della Risurrezione oltrepassa ogni limite umano e non è ostacolata dalle modalità di sepoltura. Tuttavia non solo la celebrazione delle esequie, ma anche le forme di sepoltura e gli stessi cimiteri, luoghi della memoria, possono favorire la testimonianza della fede in Dio e la speranza nella risurrezione”.
Così si legge nel documento diffuso dal vescovo mons. Gianni Ambrosio che recepisce in diocesi i pronunciamenti della Cei e della Santa Sede nell’ambito delle esequie dei defunti.

Alcune pratiche, “prima ancora che oscurare la fede, sembrano poco rispettose della morte e del comune sentire umano di fronte a questo mistero, perché di fatto portano ad affievolire progressivamente o addirittura a cancellare la memoria”, si legge.
Per questo alcuni “no” dell’Istruzione “Ad resurgendum cum Christo” pubblicata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede: no alla conservazione delle ceneri in casa, alla dispersione delle ceneri, alla conversione delle ceneri in ricordi commemorativi e alle esequie a norma del Diritto nel caso in cui il defunto avesse notoriamente disposto la cremazione e la dispersione in natura delle proprie ceneri per ragioni contrarie alla fede.

Leggi l’articolo a pagina 10 dell’edizione di giovedì 12 gennaio 2017

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