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Famiglie solidali

L’invito del Vescovo alla messa in San Francesco

Famiglie solidali, capaci di costruire relazioni nuove: è questo l’invito lanciato dal vescovo mons. Gianni Ambrosio alla messa della Grande Festa della famiglia nella basilica di San Francesco. La celebrazione è stata animata dal coro di Comunione e Liberazione.

Siamo chiamati - ha sottolineato il Vescovo - a riscoprire la “diakonia della famiglia”. Nelle nostre parrocchie e comunità occorre rendere sempre più solida la rete costituta dalle relazioni familiari perché anche le famiglie più ai margini o più in difficoltà possano sentirsi sostenute dall’amicizia di altre famiglie. L’amore va alimentato e la “diakonia della famiglia”, cioè il suo mettersi al servizio di chi ha bisogno, può aiutare alcuni a riscoprire la fede, altri a rafforzare i loro legami affettivi e di solidarietà, altri ancora ad affrontare con speranza le situazioni di crisi.
Sono, infatti, le relazioni a cambiare la nostra vita e ad aiutarci a non restare chiusi in noi stessi, schiacciati dai nostri problemi. Gesù in prima persona instaura relazioni nuove con i suoi discepoli, quando, come nel racconto del Vangelo di Marco in questa domenica, dà ai suoi apostoli appuntamento in una casa – la casa richiama il clima di famiglia - per confrontarsi su quanto stava accadendo tra loro. Mentre Gesù aveva dato un nuovo annuncio della sua imminente Passione, nei Dodici si scatena una reazione di difesa e si lanciano, lungo il cammino, nella discussione su chi tra loro è il più grande.

Gesù - ha aggiunto il Vescovo - aveva usato parole chiare: “Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà”. Gesù risponde anche alla loro provocazione su chi è il più grande con un gesto che lascia tutti senza parole: mette al centro un bambino: “Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti”. E aggiunge: “Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato”. Diventare bambini significa uscire dalla pretesa di dominio sugli altri, imparare ad accogliere la vita come dono e vivere la vita nella logica del servizio.

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