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Spadaro a Cives: come raccontare la guerra

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Anche se lontano dai nostri occhi, i conflitti e le tragedie umanitarie non hanno mai cessato d'infiammare alcune parti del pianeta, con decine di guerre nel mondo: al 21 marzo 2022 se ne contano 59, che continuano ad uccidere e affamare milioni di persone. Ma anche l’Europa, dopo il secondo conflitto mondiale, ha visto morire migliaia di uomini in diversi conflitti, a cominciare dalla guerra civile Greca, poi in Ungheria, in Cecoslovacchia, in Bosnia, in Croazia, in Serbia, in Moldavia, in Cecenia, in Kossovo, in Georgia e dal 2014 in Ucraina.
Antonio Spadaro, gesuita, giornalista teologo, critico letterario e accademico italiano, attuale direttore della rivista “La Civiltà Cattolica”è intervenuto a Cives per spiegare “Le Parole della Guerra”.

Spadaro ha raccontato come il tema della guerra sia stato caro a molti scrittori, poiché ha rappresentato un immenso materiale ispiratore di parole, utilizzato spesso come sfondo nei romanzi per mettere in luce storie di uomini, diventando uno scenario ideale, tale da riuscire a rendere grande un’opera letteraria.
"Nella letteratura romantica - ha spiegato- spesso venivano sottolineati i tratti eroici dell’individuo, in quella più recente al contrario viene messa in evidenza la drammaticità dell’evento e l’alienazione dell’uomo che vi è costretto, lo scrittore moderno attraverso il dramma della guerra è riuscito a dar voce ai sentimenti umani e alla infinita tragedia dei conflitti. Poi c’è l’informazione giornalistica che, se riesce ad abbandonare il miraggio sensazionalistico, può costituire uno strumento di resistenza capace di dare voce a decine di individui, siano essi militari o civili costretti a terribili miserie”.

“La mediaticitá della guerra Russo-Ucraina ha sicuramente risvegliato la sensibilità di molti - ha continuato - lo sdegno e l’indignazione, nel rappresentare in modo concreto tutto ciò che erroneamente sembrava solo storia antica. L’arbitrarietà barbarica della guerra e le sue atrocità oggi sono comunemente e quotidianamente visibili, ridando una coscienza di fratellanza tra gli individui. Trovare le parole per raccontare la tragedia della guerra non è sempre facile, si può rimanere sul piano della fredda analisi geopolitica, o chiudersi in un silenzio assordante, perché le grida di disperazione spesso raggiungono toni inascoltabili, oppure ancora, esiste la possibilità di dire cosa sta avvenendo con parole che sappiano far toccare il dramma che vivono le persone, riuscendo a comunicare la tragedia e raccontando il senso di quello che l’uomo comune sta vivendo, perché la sensibilità possa tornare ad esprimersi”.

Stefania Micheli

Nella foto, i partecipanti all'incontro promosso da Cives con Antonio Spadaro, in videoconferenza: fra i presenti anche mons. Cevolotto e mons. Ambrosio.

Pubblicato il 20 novembre 2022


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