Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Niente più domiciliari per i sindacalisti Si Cobas e Usb arrestati

manifestazione


È stata revocata la misura degli arresti domiciliari per i sei sindacalisti (quattro di “Si Cobas”, due di Usb) arrestati il 19 luglio scorso da Digos e Squadra mobile di Piacenza dopo una lunga indagine. La revoca è stata decisa dal tribunale del Riesame di Bologna. L’inchiesta coinvolge Ali Mohamed Arafat, Aldo Milani, Carlo Pallavicini, Bruno Scagnelli (Si Cobas), Issa Mohamed Abed e Roberto Montanari (Usb), accusati di associazione a delinquere, ma anche di violenza privata, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, sabotaggio, interruzione di pubblico servizio. Per i sei rimane la misura cautelare dell'obbligo di firma.

“Cade di fatto il reato di associazione per delinquere per tutti gli imputati”, commenta in una nota il sindacato Usb. I sei dirigenti sindacali scarcerati dovranno però sottoporsi all’obbligo della firma tre volte a settimana. Il giudice si è riservato il deposito del dispositivo entro 45 giorni e solo dopo questo atto sarà possibile ricorrere in Cassazione per chiedere la revoca anche dell’obbligo di firma. Usb esprime soddisfazione per l’esito favorevole del riesame ma mantiene inalterato il giudizio sul gravissimo operato della Procura di Piacenza e mantiene alta la mobilitazione per fermare questo attacco gravissimo al sindacalismo conflittuale e di classe”.

“La lotta paga - fa sapere il Si Cobas - avanti così finché non saranno liberi del tutto”. Nell’inchiesta risultano indagati anche altri due sindacalisti, Elderdah Fisal e Riadh Zaghdane. Il lavoro investigativo della Digos, in collaborazione con la Squadra Mobile, è partito dal 2016 e conta numerosi episodi - sono 150 i capi di imputazione - condensati in 350 pagine di ordinanza.

Pubblicato l'8 agosto 2022

Ascolta l'audio

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente