Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Zamagni: occorre promuovere il capitale umano da parte dello Stato e della Politica

zamagni

L’associazione "Città dell’uomo" sezione di Piacenza, in collaborazione con la Scuola di Economia Civile, ha organizzato un incontro per parlare di politica, economia e religione, ospite della serata il professore Stefano Zamagni, docente di economia politica all’Università di Bologna. Il professore ha posto in evidenza le nuove esperienze che stiamo vivendo e che ci stanno conducendo verso radicali cambiamenti.

La fine della globalizzazione
“Stiamo assistendo alla rottura strutturale dell’ordine globale che abbiamo conosciuto dalla caduta del muro di Berlino del 1989 all’avvio del conflitto russo-ucraino. Il ciclo della globalizzazione sta esaurendosi con gli eventi tragici di cui siamo spettatori. La globalizzazione iniziata al principio degli anni ‘80 del secolo scorso, nasce dal concetto di liberismo economico che prevede il libero transito di merci, di capitale e di forza lavoro senza porre vincoli o controlli. Questa libertà avrebbe dovuto mettere a tacere gli impulsi di guerra dei diversi paesi. I fatti recenti e i numerosi focolai di guerra sparsi nel mondo, mettono in evidenza quanto fosse sbagliata questa ipotesi. Un’ipotesi fallace perché non tiene conto del fatto che le guerre possono avere due differenti origini, l’interesse (economico) o l’identità. Le prime sono superabili dal liberismo economico, ma le seconde, legate ad identità culturali, religiose ed etniche, evidentemente no. Oggi i conflitti più importanti sono appunto d’identità e anche quello russo-ucraino nasce dal desiderio della cultura russa e della Chiesa ortodossa di affermare la propria area d’influenza sull’Europa”.

La quarta rivoluzione industriale
“Oggi assistiamo alla quarta rivoluzione industriale, in ragione delle nuove applicazioni sull’intelligenza artificiale. Mi pare che non stiamo però capendo le implicazioni e le conseguenze, sia sul mercato che sulla forza lavoro e dal punto di vista etico, dell’affermazione del movimento culturale ispiratore di questa rivoluzione, il transumanesimo, la cui sede principale si trova in California. Lo scopo di questa ricerca scientifica portata all’estremo, potrebbe essere quello di voler soppiantare l’essere umano a favore di un’intelligenza artificiale, non solo con maggiore capacità cognitive, ma anche con una propria coscienza. In Europa al contrario si è sviluppato il progetto neoumanista, che non beneficia purtroppo degli stessi finanziamenti di quello americano: questa visione afferma che il modo più efficace per conseguire il miglioramento della società consista nel miglioramento del comportamento etico piuttosto che nello sviluppo tecnologico spinto all’estremo”.

Il neoliberismo e l’individualismo libertario
“Le conseguenze negative delle teorie neoliberiste che si sono affermate negli ultimi quarant’anni, si sono dimostrate insostenibili, sia per le società, sia per i sistemi politici ed economici internazionali. Il ruolo dello Stato e della Politica dovrebbe essere quello di trovare nei diversi momenti storici il migliore equilibrio per permettere maggior integrazione ed inclusione promuovendo il capitale umano. Abbiamo inoltre assistito alla diffusione a macchia d’olio dell’individualismo libertario, che pone il singolo al centro della società a scapito del comunitarismo, il cui esempio principale è proprio la famiglia”.  

Educare non è solo istruire
“Oggi la scuola non è più luogo di educazione ma solo d’istruzione, pare sia vietato educare per non violare la libertà della persona. La necessità è quella d’inserire ogni genere di conoscenza nello studente, il quale deciderà poi autonomamente la via educativa da intraprendere. Credo sia una delle lacune più devastanti di oggi, non proporre più itinerari educativi che permettono di far conoscere alle giovani generazioni le virtù civili ed i principi democratici”.

Conclusioni
“Possiamo accettare che tutto questo avvenga al di sopra di noi o possiamo reagire, spiegando alla gente queste cose, c’è troppa disinformazione e diseducazione. Dobbiamo passare ad un livello di sviluppo e di prosperità inclusiva non solo economica e sociale, ma anche culturale, in primis recuperando la scuola ed i valori che essa può esprimere. Lo Stato deve prendersi cura dei propri cittadini insieme alla società (volontariato, ong, fondazioni, ecc..) e alla famiglia, secondo i principi di sussidiarietà. Occorre porre al centro la persona, non solo i suoi bisogni fisici ma anche quelli spirituali, lo Stato è al servizio del bene comune, non lo statalismo che al contrario è nemico della democrazia. Poi c’è il tema ambientale, che deve essere portato avanti insieme a quello sociale. Cadiamo spesso in un dualismo ideologico, come nel caso della perenne lotta tra pacifisti e bellicisti. Per risolvere le guerre non basta invocare la pace, bisogna eliminarne le cause, se vuoi la pace prepara la civilizzazione, bisogna battersi per realizzare istituzioni di Pace e pacificatori, agire sulle cause e sui fattori scatenanti delle guerre. Il peccato più grande per un Cristiano è quello dell’omissione, che riguarda il concetto di responsabilità. Non si deve solo dare conto delle proprie azioni ma anche di ciò che si poteva fare e non si è fatto. Infine ritengo sia necessario tornare a dare fiducia agli uomini, non vedere nell’altro sempre un nemico e pensare che le diversità siano necessarie all’evoluzione dell’essere umano. Nessun uomo è un isola, il tempo vola e la vita sfugge, ma può scorrere dalle mani come sabbia o come fertile semente”.

Stefania Micheli

Pubblicato il 27 aprile 2022

Ascolta l'audio

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente