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Pandemia e guerra al centro di un incontro alla Besurica: è importante dialogare

besurica

Covid 19: ma è davvero finita la pandemia? C’è la guerra, c’è il nostro vivere quotidiano… Quali scenari, quale futuro? Su queste domande si è imperniato l’incontro del 21 aprile, nel salone parrocchiale della Besurica, coordinato dall’Associazione “Nuovi Viaggiatori” in collaborazione con Biblioteca Comunale decentrata Besurica.
L’Associazione “Nuovi Viaggiatori” di Piacenza opera per la promozione del turismo inteso come risorsa e opportunità, ispirato ai valori della socializzazione, della crescita della persona e del rispetto dell’ambiente, promuove anche incontri sul benessere e sulla qualità della vita come quello realizzato alla Besurica, coordinato da Adele Concordo e Anna Leonida.
La presenza di Jonathan Papamarenghi, Assessore alla Cultura, Turismo, Istruzione ed Europa della Città di Piacenza, ha sottolineato l’attenzione dell’Amministrazione comunale a queste tematiche importanti.
A “tre figure di spicco” (così chiamate da Leonida, coordinatrice dell’evento): Gaetano Rizzuto, don Franco Capelli e Renato Zurla, sono stati posti gli interrogativi, oggetto della riunione.

Essere vigili
“Siamo al terzo anno di pandemia, al 57esimo giorno di guerra e non possiamo voltarci dall’altra parte”: ha esordito Rizzuto, giornalista, già direttore di Libertà.
“Dinanzi alla guerra in Ucraina - ha aggiunto - a soli 1800 chilometri dall’Italia, dopo la grande paura e l’angoscia dei primi giorni ci stiamo quasi abituando, così come per il Covid. Guerra e pandemia stanno lasciando però un segno nella nostra società. Anche il nuovo rapporto dell’Istat conferma le difficoltà psicologiche affrontate dai più giovani nell’attuale periodo. Circa 220 mila ragazzi tra i 14 e i 19 anni si dichiarano insoddisfatti della propria vita e si trovano, allo stesso tempo, in una condizione di scarso benessere psicologico”.
È importante - per Rizzuto - essere vigili, non abbassare la guardia, battersi per sconfiggere il virus e impegnarsi per far vincere la pace.

L’accoglienza dei profughi
“Elena con la figlia Valeria, di 14 anni, sono arrivate, qui da noi, la sera del 4 marzo”: così don Franco Capelli racconta dell’accoglienza realizzata in favore dei profughi ucraini della parrocchia di San Vittore alla Besurica.
Valeria, con la sorella e la figlia, sedute vicine a don Franco, racconta che all’alba del 24 febbraio sono state svegliate dal rumore degli aerei militari all’aeroporto internazionale poco distante dalla loro casa di Rivne, snodo ferroviario ed autostradale del nord ovest dell’Ucraina. Si sono messe subito in viaggio e dopo trenta ore, sono arrivate a Piacenza, dove la mamma di Valeria lavora come badante e qui hanno trovato accoglienza alla parrocchia della Besurica.
Ludmilla - che da vent’anni ha messo radici a Piacenza, dove si è costruita una famiglia - traduce in ucraino. “Grazie a voi non perdo la speranza, so che ci sono persone su cui posso contare” - ci tiene a dire Elena.
Ludmilla spiega che Elena è una dottoressa: lavorava con i malati reduci da ictus e paralisi, per aiutarli a recuperare la mobilità e la parola.  “Mio padre afferma Elena - è mancato da poco e don Franco per me è diventato una specie di papà… Sono contenta della calda ospitalità qui in Italia: sembra di essere come in famiglia. Chiedo pace, amore e rispetto per tutti”.
A queste donne ucraine è stata donata una raccolta di poesie degli alunni della “Italo Calvino”, scritte per la pace e un trolley da viaggio, segno di speranza per un ritorno all’amata terra di Ucraina.

Raccogliere messaggi da quanto accaduto
“Al tempo di Noè, come si legge nel libro della Genesi, - sottolinea don Franco - la gente viveva in modo superficiale e avvenne il diluvio universale. Anche noi, prima della pandemia, vivevamo tranquillamente con certezze e sicurezze, poi un virus, un esserino invisibile agli occhi, ha cambiato la nostra storia e la nostra vita. È cominciato il distanziamento, le mascherine, le famiglie sono rimaste chiuse in casa, molti anziani sono morti… Ed ora la guerra ci getta nello sconforto”.
È fondamentale - per don Capelli - guardare indietro e raccogliere dei messaggi da quanto è accaduto: rendersi conto che la vita è un grande mistero e non fare uscire il peggio, come in questi due anni, fatto di sfruttamenti e sopraffazioni.


Cercare la pace
“Lo vado ripetendo da due anni - ha evidenziato Renato Zurla, già Dirigente medico geriatra nella Ausl di Piacenza, volontario della Croce Rossa Italiana della quale è stato presidente provinciale dal 2012 al 2014 - non bisogno abbassare la guardia e credere nella vaccinazione che, anche se non significa in assoluto la tranquillità piena, ha alte percentuali di difesa dell’organismo.
La guerra in atto - ha aggiunto -, non è un evento straordinario, le guerre nascono e vivono con l’uomo purtroppo da sempre, ma non dobbiamo scegliere di stare a favore di uno dei contendenti. Ora si deve smettere di usare le armi per avere ragione… Si deve solo ed unicamente dialogare, ragionare, ricercare l’accordo e la pace!”

Riccardo Tonna

Nella foto, l'incotro alla Besurica organizzato dall'associazione "Nuovi Viaggiatori".

Pubblicato il 22 aprile 2022

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