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Il Cammino di San Colombano: prima tappa dalle Alpi a Milano

chiesaco

L’Associazione Europea del Cammino di San Colombano nata a Bobbio l’8 marzo 2014 si è prefissata lo scopo di riproporre il cammino solcato da Colombano durante la sua vita, più di 5000 km concentrati soprattutto in 25 anni della sua lunga esistenza, dopo aver lasciato la sua patria di origine a cinquant’anni e dar vita così a un nuovo Itinerario Culturale con l’ambizioso obiettivo di ottenere tale riconoscimento ufficiale dal Consiglio d’Europa.
Nel caso del cammino di San Colombano possiamo a ragione affermare che, rispetto ad altri percorsi storici, esso ha un aspetto che lo contraddistingue, proprio per la figura di riferimento, per il contributo che ancora può dare al consolidamento dell’ideale europeo. La diffusione del cristianesimo mediante l'opera dei monaci, e in particolare dei monaci irlandesi, ha avuto un ruolo fondamentale nel processo d' integrazione dei popoli europei, a partire dal medioevo. Tale processo generò una realtà, all'interno della quale i contrasti etnici si smussarono senza che le differenze venissero cancellate, delineando lo sviluppo dell’identità europea portatrice dei valori comuni che ancora oggi la caratterizzano: diritti umani, dialogo, scambio ed arricchimento culturale.
Per "Cammino di San Colombano" si intende l’insieme delle località toccate dal monaco irlandese durante la sua “peregrinatio pro Christo” e in gran parte citate nella “Vita Columbani” del biografo Giona di Susa, che raccolse le testimonianze direttamente dai monaci che avevano condiviso con l’Abate la vita all’interno dei vari monasteri da lui fondati.
Ma accanto a queste località che costellano una vita completamente consumata nell’evangelizzazione dei popoli sono state individuate altre città o paesi attingendo a ricerche, documenti e studi e affidandosi alle tracce della tradizione popolare che ricorda questa straordinaria figura nei nomi di pievi o luoghi geografici e alle testimonianze di fede con chiese, cappelle, edicole campestri dedicati al Santo irlandese. Il tutto avallato da autorevoli commenti dei membri italiani del Comitato Scientifico della medesima associazione.
Per la parte dell’itinerario che si snoda in territorio italiano è stato grazie all’associazione Amici del Cammino di San Colombano di Vaprio d’Adda (per la zona a nord di Milano), all’Associazione Amici di San Colombano per l’Europa di San Colombano al Lambro (attraverso la pianura sud-milanese), all’Associazione Amici di San Colombano di Bobbio con il GAL Ducato di Parma e Piacenza (per il tratto appenninico piacentino) che si deve la mappatura e la segnalazione di questo viaggio lungo 310 km suddiviso in 18 tappe, con la tappa supplementare fino alla Grotta di San Michele a Coli di 8 km. Il viaggiatore avrà modo di ricalcare le orme di Colombano e scoprire, nella bellezza del creato, concentrate in due regioni (Lombardia ed Emilia Romagna) la varietà del paesaggio passando dalle Alpi, alle regioni solcate da fiumi e laghi, per poi giungere alla moderna metropoli e, attraverso la pianura padana, imboccare le vallate dell’appennino piacentino, che ricordano scorci della natìa Irlanda.
Si è pensato, a buon ragione, di valorizzare alcuni sentieri già praticati che ricalcano antiche vie di comunicazione utilizzate nei secoli (come la Via Francisca e la Via Francigena) o di più recente tracciatura (come il Sentiero del Viandante, il Cammino dei Monaci, il Cammino di Leonardo) che si trovano sulla traiettoria da Bregenz (in Austria) per Milano fino a Bobbio.
Il Cammino di San Colombano è ancora oggi, a distanza di quattordici secoli, un itinerario animato e vissuto e questo grazie a una serie di legami, amicizie ed esperienze condivise in questi ultimi vent’anni.
Lo presenteremo dividendolo in 4 tronconi l’intero itinerario per farlo così conoscere ed apprezzare mentre è nelle librerie   la Guida, pubblicata da Terre di Mezzo, leader nel settore che avrà il compito di presentare al vasto pubblico dei camminatori questo antico percorso sempre avvincente.

Mauro Steffenini
presidente dell’Associazione internazionale
Amici
di San Colombano per l’Europa

esempio cartello

Nelle foto: in alto, Postalesio-Valtellina: una chiesa dedicata a San Colombano; sopra, un cartello che indica il Cammino di San Colombano.

La prima tappa: dalle Alpi a Milano

Mauro Steffenini presenta la prima tappa del pellegrinaggio di San Colombano dal confine svizzero a Lecco

La biografia di Giona non precisa nulla riguardo l’itinerario seguito da Colombano nel suo viaggio da Bregenz in Italia, a parte la località di partenza e quella di arrivo: Giona si limita infatti a riferire che, giunto a Bregenz dietro indicazione del re Teodeberto, Colombano aveva deciso di non stabilirsi lì, ma di sostarvi soltanto per qualche tempo, impegnandosi ad evangelizzare e restando però in attesa che, con la bella stagione, si aprissero i valichi alpini, e con ciò “la via per l’ingresso in Italia. Abbandonata quindi la Gallia e la Germania, era poi entrato in Italia, dove era stato accolto da Agilulfo re dei Longobardi, che – come si sa – teneva corte in Lombardia, di preferenza a Milano.

Questa mancanza di più precise indicazioni non impedisce però di ricordare che, in antico, l’itinerario per giungere da Bregenz in Italia, e più precisamente a Milano, due erano i possibili percorsi nel tratto di attraversamento delle Alpi. Partendo da Chiavenna un primo tracciato conduceva a Coira e quindi a Bregenz attraverso la Val San Giacomo e il passo dello Spluga. Un secondo tracciato, la “via superiore”, sempre da Chiavenna raggiungeva, attraverso la Val Bregaglia, Castelmur e poi Casaccia, dove si presentavano due ulteriori varianti, una per il passo del Septimer, l’altra attraverso l’alta Engadina (passi del Maloja, m 1815 e dello Julier): varianti che si riunivano nuovamente a Bivio da dove la via proseguiva alla volta di Coira e quindi di Bregenz. La prima direttrice era probabilmente la più frequentata, la più breve e più facilmente percorribile ma quale dei due (o meglio tre) percorsi sia però stato scelto dal Santo e dai suoi monaci non è dato oggettivamente sapere.

Aderendo all’indicazione dei soci svizzeri l’opzione italiana è caduta sul passo del Septimer dove anni fa Mons. Piero Coletto ha celebrato una messa e per l’occasione posato una targa in bronzo. Da Chiavenna, località strategica dove si ricongiungono e il percorso che scende dallo Spluga attraverso la Val di San Giacomo e quello che proviene dal Septimer, attraverso la Val Bregaglia, la strada più agevole e breve verso Milano è quella attraverso il lago di Como, con navigazione fino al punto estremo meridionale della località di Lecco, per poi seguire per un tratto il corso del fiume Adda e puntare infine su Milano.

In epoca romana la via d’acqua veniva preferita al percorso difficoltoso lungo la strada preromana della sponda occidentale verso Como (oggi la “via Regina”) perché molto più veloce. L’imbarco, provenendo da Chiavenna, avveniva al porto di Samòlaco; più tardi, in epoca medievale inoltrata, per l’arretramento delle acque e l’interramento di una ampia zona, l’imbarco verrà spostato più a sud, nella attuale località di Riva di Novate, sulle rive cioè del lago di Mezzola.

Quanto all’itinerario è molto verosimile l’ipotesi che Colombano sia passato nella zona del Lario, non per Como (il contatto con il Vescovo Agrippino non sembra sia avvenuto di persona ma soltanto per lettera) ma abbia preferito la navigazione lungo la sponda verso Lecco. Induce a pensare così anche la considerazione che a Lecco era possibile proseguire verso sud imboccando la via d’acqua rappresentata dal fiume Adda, che esce appunto dal lago.

Oggi, in alternativa alla navigazione sul lago, è realistico e ragionevole proporre l’itinerario che, correndo in parallelo alla via d’acqua, si snoda lungo la sponda orientale del lago da nord a sud. Questo itinerario può avvalersi di un percorso pedonale già disponibile, il c.d. Sentiero del Viandante, che da Colico in 40 km giunge ad Abbadia Lariana in completa sicurezza, senza interferire con strade trafficate; una condizione favorevole che non si incontra invece passando sulla riva occidentale verso Como.

Si aggiunga che l’itinerario sul lato orientale del lago passa attraverso non poche località in cui la venerazione per san Colombano è antica: nella parte dell’alto lago, in corrispondenza dello sbocco della Valtellina, si incontrato infatti chiesette a lui dedicate a Campo di Novate Mezzola, a Mantello, a Traona (così come altre ne esistono a Postalesio - in media valle - e inoltre in alta Valtellina). Questo non prova – come pure la tradizione locale vorrebbe – che l’abate irlandese sia effettivamente passato, però è indice di qualche antico rapporto con la memoria di Colombano presente in Lombardia.
Si può anche ricordare che nella zona di Colico, dove si imbocca il Sentiero del Viandante in direzione di Lecco, è denominato “di Colombano” un passo ed una cima secondaria sullo sperone verso nord del monte Legnone.

Pubblicato il 19 marzo 2022

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