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Covid e giovani: si è recuperata la socialità dei pasti in famiglia

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“I lockdown, la DAD, lo smart working e più in generale il maggior tempo trascorso tra le mura domestiche hanno favorito il recupero di una “bella abitudine”, quella della “socialità” dei pasti in famiglia” - sono le parole di Edoardo Fornari, docente della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore che è intervenuto, il 27 gennaio, nella Sala Giuseppe Piana della Cattolica di Piacenza, sul tema “Adolescenti e cibo”. Il monitoraggio, frutto di una approfondita ricerca dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ANBI Emilia Romagna, Consorzio di Bonifica di Piacenza e CREA è stato presentato all'ateneo piacentino nell’ambito del progetto Food Mood con sorprendenti risultati.

A tavola insieme

Nel 96% dei casi, infatti, pranzi e cene oggi si consumano in compagnia di mamma, papà, fratelli e sorelle, tutti seduti insieme a tavola. Un altro aspetto positivo indotto dall’emergenza Covid-19 è stato quello di una maggiore attenzione, rispetto al passato, alla sicurezza dei prodotti: c’è una crescente domanda di “Food Safety” che deriva da un fortissimo bisogno di rassicurazione da parte dei giovani rispetto a tutto ciò che si mangia e si beve. E, nello stesso tempo, c’è una diffusa propensione al “salutismo” alimentare, nel senso che 2 adolescenti su 3 hanno iniziato a scegliere cibi con meno grassi, meno zuccheri, meno sale e/o hanno ridotto la quantità complessiva di cibo consumato.
L’atteggiamento degli adolescenti
Il meeting, moderato dal giornalista Andrea Gavazzoli, ha messo in evidenza come la pandemia ha modificato l’atteggiamento degli adolescenti, in particolare quelli che frequentano le scuole superiori, nei confronti del cibo e nelle modalità con cui si rapportano quotidianamente all’alimentazione. Dopo i saluti di Marco Trevisan, preside della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e di Mauro Balordi, direttore della sede di Piacenza e Cremona, il presidente di ANBI e ANBI ER Francesco Vincenzi ha sottolineato che il contesto penalizzante, causato dall’emergenza pandemica, ha generato, come elemento positivo, la migliore e maggiore attenzione ad una alimentazione sana, tracciabile, spesso di prossimità frutto delle nostre terre. Ed è per queste ragioni fondamentali che ANBI, gestendo la risorsa idrica attraverso le reti dei Consorzi,  ha rinsaldato la collaborazione fattiva con l’Ateneo per i prossimi tre anni.

La collaborazione con le scuole

Sono seguiti vari interventi tra cui quello di Emanuele Marconi, direttore di CREA - Alimenti e Nutrizione, di Luigi BISI, presidente del Consorzio di bonifica di Piacenza, di Angela Ragnetti, psicologa clinica e psicoterapeuta e di Laura Rossi, specialista in Scienza della Alimentazione di CREA - Alimenti e Nutrizione che ha sottolineato il lavoro di collaborazione con le scuole dove è emersa l’importanza di un aiuto verso le scelte alimentari dei giovani.
“Il mangiare domestico buono o cattivo dipende dalla cultura delle famiglie, - secondo Maria Teresa ANDENA, presidente della Rete degli Istituti Agrari Regione Emilia-Romagna - il primo lockdown e adesso il post hanno fatto crescere nei giovani delle scuole problemi relazionali e comportamenti aggressivi. La sfida - per la prof. Andena - della scuola futura è quella di creare professionisti competenti nel settore agricolo ed enogastronomico, valorizzando l’alternanza scuola lavoro, creando interazione, comunicazione e costruzione di una agricoltura sempre più permeata dalla tecnologia”.

La sfida per il futuro

“Per gli studenti di oggi, cresciuti di numero negli Istituti Tecnici dell’Agricoltura e soprattutto nel settore Alberghiero, la sfida - per Francesco Orlando, agronomo, dirigente tecnico MI/MUR in quiescenza - è quella di avere un ruolo chiave nel territorio con una maggiore valorizzazione del personale docente e la collaborazione con università ed enti di ricerca”.
Al termine degli interventi la domanda sorta spontanea è stata: questi cambiamenti sono destinati a consolidarsi o ad azzerarsi nei prossimi mesi/anni? È proprio per tentare di dare una risposta a questo quesito che il progetto “Food Mood” porterà avanti, nei prossimi due anni, ulteriori analisi e approfondimenti sul tema, con la preziosa collaborazione delle scuole superiori dell’Emilia-Romagna.

Riccardo Tonna

Pubblicato il 28 gennaio 2022

 

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