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Gropparello, una giornata nel ricordo di don Borea

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Una giornata a Gropparello nel ricordo di don Giuseppe Borea.
Nella mattinata di domenica 8 agosto si è svolta la cerimonia di posa della lapide commemorativa dedicata a don Giuseppe Borea. Un giorno che resta nella storia dei grandi eventi e che ci riporta a quella dell’8 agosto del 1944,  che segnò la liberazione di Gropparello  dai nazifascisti.
Presenti alla cerimonia rappresentanti delle istituzioni tra cui il sindaco di Gropparello Giuseppe Ghittoni, il presidente  ANPI provinciale Stefano Pronti e don Lodovico Groppi, parroco di Gropparello che ha benedetto la targa collocata sulla facciata esterna del Municipio di Gropparello; e inoltre hanno partecipato all'evento l'avvocato Corrado Sforza Fogliani presidente del comitato esecutivo della Banca di Piacenza e Andrea Losi del Museo della Resistenza di Sperongia. Presente anche il maresciallo della stazione dei carabinieri Salvatore Cascio.
Una giornata ricca anche di forti emozioni in cui sono emersi tanti ricordi in persone che hanno conosciuto il sacerdote, parroco di Obolo, testimone della fede cristiana e dell’idea di libertà, Medaglia d’Argento al V. M arrestato alla fine di gennaio del ’45, fucilato al muro del Cimitero di Piacenza il 9 febbraio dello stesso anno.
Un eroe che perdonò i suoi carnefici, un esempio di grande valore storico, un simbolo di impegno civile che oggi più che mai fa vibrare corde profonde e sentimenti attuali.
 

Grazie a uomini come don Borea ha vinto la libertà
"Viva il ricordo di don Borea, viva la democrazia, viva la libertà", sono le parole pronunciate da Stefano Pronti, presidente provinciale dell'Anpi Piacenza, al termine del suo discorso pronunciato in Piazza Roma e accolto dagli applausi del pubblico presente; discorso nel quale Pronti ha ricordato il sacrificio del giovane prete di Obolo che sempre ha manifestato la sua avversità nei confronti del regime; e grazie a uomini come lui, ha affermato Pronti, ha vinto la libertà.
Alla cerimonia è intervenuto anche Corrado Sforza Fogliani: "sono venuto per rendere omaggio al coraggio e all'orgoglio di un sacerdote simbolo della lotta contro l'invasore, ha detto Sforza Fogliani che ha studiato in prima persona i documenti e le carte del porcesso che condannò il parroco di Obolo: documenti riportati nel libro di Lucia Romiti "Giuseppe Borea. Quando l'amore è più forte dell'odio", edito da Il Duomo.
A fare gli onori di casa il sindaco Claudio Ghittoni che ha sottolineato l'importanza di questo momento a testimonianza della grandezza di un uomo, accusato e processato e condannato a morte ingiustamente che ha saputo perdonare i propri carnefici.
Sulla targa sono riportate queste parole: "A perenne ricordo di don Giuseppe Borea, parroco di Obolo, esemplare pastore di anime, testimone della fede cristiana e dell'idea di libertà. Medaglia d'argento al valore militare".
Soddisfazione per Giuseppe Borea, nipote del sacerdote: "da quattro anni esiste un valido gruppo di ricerca che ha trovato e analizzato documenti e testimonianze storiche: la targa è un importante riconoscimento civile, un simbolo concreto per le generazioni future".
Ora l'auspicio dei familiari è l'apertura del processo di beatificazione.

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Sopra, don Groppi benedice la targa dedicata a don Borea; sotto, Angela Sala il giorno della sua Prima Comunione ricevuta da don Borea. La signora Angela era presente in Piazza Roma a Gropparello domenica 8 agosto alla cerimonia in ricordo del sacerdote.

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Pubblicato l'8 agosto 2021

 

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