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«I cavalli del Mochi», il simbolo di Piacenza

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“I cavalli del Mochi, sono un capolavoro in bronzo di un grande marmoraro della scultura protobarocca “fuori centro”, ovvero fuori di Roma”. Così descrive i famosi monumenti di Piacenza Tomaso Montanari, normalista, professore ordinario di Storia dell’arte moderna presso l’Università per Stranieri di Siena, presente in streaming, il 4 febbraio, durante la presentazione del suo volume Capolavori fuori centro – I cavalli di Piacenza di Francesco Mochi, edito per i tipi di Skirà con il contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano e in collaborazione con il Comune di Piacenza.
L’evento, in diretta streaming sul sito www.lafondazione.com, è stato guidato dal presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Massimo Toscani e ha visto la partecipazione dell’Assessore alla cultura del comune di Piacenza Jonathan Papamarenghi e Corrado Azzollini per la Soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Parma e Piacenza.


I monumenti equestri farnesiani di Francesco Mochi - come scritto nell’introduzione del libro - sono uno straordinario esempio di “patrimonializzazione”, cioè di ingresso di capolavori d’arte dell’antico regime nel patrimonio storico e artistico dell’Italia costituzionale e democratica. Il volume, che si avvale dei contributi di Anna Còccioli Mastroviti, sulle operazioni di restauro dei due monumenti nel corso degli ultimi due secoli, e di Marcello Spigaroli, sull’utilizzo della piazza che li ospita, e a cui danno nome, in senso scenografico e teatrale è, secondo il presidente della Fondazione, un’opera di grande valore culturale per la città di Piacenza. “In un periodo - ha aggiunto Toscani - in cui i musei e le gallerie d’arte sono rimaste chiuse per lungo tempo, a causa delle restrizioni per contrastare l’epidemia da Covid, i cavalli del Mochi sono stati al centro della scena. Sono delle affascinanti sculture rimaste accessibili a tutti”.

serata

“Questi capolavori in piazza, fruibili e godibili da chiunque sono un’occasione importante per sottolineare il valore dell’arte e della cultura che si rivolge a un «noi», ad una comunità - ha sottolineato l’assessore alla cultura del comune Papamarenghi.
“Questi cavalli hanno una particolarità - ha spiegato Montanari -: sono fra i pochissimo capolavori dell’età barocca con un valore civile che non si è mai spento. Non sono solo dei monumenti ai Signori farnesiani - ha aggiunto l’autore del libro -, ma un’opera artistica dell’intera comunità piacentina.
Questo simbolo, che possiamo definire l’icona di Piacenza, - ha concluso il presidente Toscani – sia di buon auspicio per la città e l’incedere cosi fiero e vittorioso dei cavalli possa diventare una sorta di rivincita per Piacenza dopo la pandemia”.

R.T.

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Pubblicato il 5 febbraio 2021

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