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La Shoah deve rimanere un monito perenne

 Webinar Cattolica Shoah

“Ho trovato il senso della mia vita nell’aiutare gli altri a trovare un senso”. Sono le parole di Victor Frankl, medico e filosofo austriaco, nella sua ultima intervista prima di morire, citate dal prof. Daniele Bruzzone nel Webinar, svoltosi, il 28 gennaio, in occasione della celebrazione della Giornata della Memoria, l’appuntamento trasmesso dai canali social dell’Università Cattolica aveva come titolo: “Resistere in situazioni estreme - Primo Levi e Viktor Frankl, testimoni della Shoah”. L’esperienza della deportazione di due sopravvissuti ai campi di concentramento.
L’evento, organizzato dalla Facoltà di Scienze della Formazione, è stato coordinato dal prof Daniele Bruzzone, docente di Pedagogia dell'infanzia e dell'adolescenza Università Cattolica.
All’inizio i saluti istituzionali della prof. Milena Santerini deputata, nel Gruppo per l'Italia. Membro della Commissione Cultura, istruzione e sport della Camera dei deputati e delegata presso il Consiglio d'Europa, nella Commissione uguaglianza e non discriminazione e professoressa universitaria, ordinaria di Pedagogia alla Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. “Assistiamo, purtroppo, oggi, a tanta banalizzazione e rimozione del dramma della Shoah, - ha affermato Santerini - una tendenza a normalizzare, figlia di un negazionismo diffuso. Primo Levi e Victor Frankl sono riusciti a restare uomini nel lager e nel non senso sono riusciti a trovare un senso”.

"I veri testimoni sono quelli che non ce l'hanno fatta"

La Giornata della Memoria non sarà mai uno stanco rito”. Sono le parole che hanno accompagnato il saluto della dott.sa Daniela Lupo, Prefetto di Piacenza. “La Shoah deve rimanere un monito perenne - ha sottolineato la Prefetto - e una lezione universale per le giovani generazioni contro ogni indifferenza che è l’anticamera delle barbarie. La disumanizzazione del diverso - ha continuato - e la menzogna che distrugge ogni convivenza umana devono essere superate sull’esempio dei “Giusti delle Nazioni” che sono stati fiaccole di luce e di speranza”.
“I veri testimoni sono quelli che non ce l’hanno fatta”. È una delle testimonianze di Primo Levi che emerge dai suoi scritti, citata dalla prof. Caterina Frustagli del Dipartimento di Italianistica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, studiosa di didattica della Shoah, in particolare della produzione letteraria di Primo Levi e conduttrice di laboratori universitari che affrontano il problema del male, del dolore e della morte. “Primo Levi - ha aggiunto la docente - ha vissuto molto il senso di colpa del sopravvissuto e per tutta la vita ha lavorato come chimico, ma allo stesso tempo ha portato avanti la sua opera di scrittore e ha testimoniato moltissimo nelle scuole. Egli diceva: “Scrivo proprio perché sono un chimico, si può dire che il mio vecchio mestiere si è largamente trasfuso nel nuovo”.
Chi ha un perché nella vita può sopportare quasi tutti i come”. È la frase di Nietzche citata dal prof. Daniele Bruzzone per presentare il pensiero di Victor Frankl che ha vissuto l’esperienza dei campi di sterminio come un “experimentum crucis”. “Proprio in quella situazione estrema della deportazione - ha affermato il docente - riusciva a sopravvivere solo chi aveva uno scopo un orientamento verso il futuro”.
A seguire, Alessandro Bolognesi e Francesca Bassoli, entrambi studenti universitari, hanno letto brani da “Se questo è un uomo” di Levi e “Uno psicologo nei lager” di Frankl.
Il Webinar, molto seguito dagli studenti, a cui hanno aderito più di 1400 persone, ha lasciato molti spunti di riflessione.

R.T.

Pubblicato il 29 gennaio 2021

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