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Il Signore asciugherà le lacrime su ogni volto

dono

Il Signore prepara un banchetto per noi, ma noi non lo possiamo raggiungere con le nostre sole forze.
Così ci dice il Vangelo: “Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli” e lo farà lasciandosi trafiggere; eliminerà la morte per sempre e squarcerà la coltre distesa su di noi che ci impedisce di raggiungerlo e di essere a mensa con lui.

Il Signore, infatti, si lascia aprire il suo stesso costato perché noi riusciamo ad attraversare il cielo e sedere con lui, accanto al suo cuore: ecco che cos’ha fatto Cristo per noi, ha riaperto una speranza.
Il tempo di morte che ci opprime in questo tempo verrà sgombrato nuovamente con la sua morte e resurrezione, cosicché raggiungendo l’altare dell’Eucaristia ogni giorno possiamo vincere il nemico e ogni pensiero nefasto; così da sconfiggere il male, la sofferenza, la menzogna, l’ingiustizia e creare comunione fra noi e lui.

 


La morte è quella coltre che ci vorrebbe sommersi in un mare buio, ma ha le ore contate: a noi è riservata la vita eterna ed è il dono per eccellenza, come una nuova luce in noi.
E allora come ringraziare Dio?
In cambio ci è chiesta una cosa semplice ma fondamentale: l’assenso della nostra libertà, cioè il riconoscere nel Corpo di Cristo l’unica porta per attraversare la morte e guarire dalle nostre infermità.
Gesù salendo sul monte del calvario guarda la folla, vede noi ciechi, zoppi, storpi e ne ha profonda compassione, ma chiede il nostro assenso.

Forse mai come oggi abbiamo riconosciuto la fragilità che ci abita, ma niente può fermare l’azione dell’Eucaristia e la sua grazia purché ci decidiamo a portare i nostri doni e depositarli sull’altare, come pane per sfamare noi stessi e gli altri.
Il nostro cuore deve accogliere il dono di Dio, quella libertà che sceglie la verità.
Alziamo lo sguardo e incrociamo il suo, impariamo a chiedere ciò che ci è necessario, il pane della vita, l’Eucaristia, mostrando il coraggio di esporci e scegliere la strada per guarire.
Smuoviamo la nostra libertà, senza il nostro assenso Gesù pur bussando tantissime volte non troverà radici nel nostro cuore e noi non andremo lontano.
Abbiamo una grossa responsabilità, ogni momento e ogni giorno: fidiamoci, sediamoci e attendiamo i pani e i pesci che verranno per colmare la strada che ci separa ancora dal cielo.

Estratto dalla Lectio mattutina
di madre Maria Emmanuel Corradini,
abbadessa del Monastero benedettino di San Raimondo,
del 2 dicembre 2020, Libro del profeta Isaia 25,6-10

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