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Sintonizziamoci con il cuore di Gesù

sacrocuore

Un tempo la festa della solennità del Sacro Cuore di Gesù era attesa da tutti, non solo per una facile devozione ma per una comprensione intima, filiale, che qualcuno ti ama.
Oggi questa consolazione manca.
E invece Dio fa tutto per amore, con amore, perché la sua sostanza è l’amore.
Non sa parlare un altro linguaggio o muoversi in altro modo.
Gesù morendo in Croce ha incorporato a sé ogni uomo e niente se non un rifiuto esplicito della nostra libertà, potrà mai dividerci dalla sua vita perché il suo cuore trafitto ci ha permesso di entrare e uscire con la nostra libertà, di scrutare attraverso il suo cuore di Figlio i pensieri di Dio.
Gesù ci ha indicato la via per capire chi è Dio.
Quel cuore straziato non è un luogo per pochi, ma è concretamente il simbolo del dono di Dio all’uomo.
In questo cuore diventiamo uno con lui, attraverso il Battesimo.

Indipendentemente dal nostro temperamento e dalle difficoltà di relazioni, Lui ci conduce in sé e fa di noi una cosa sola con lui e con i fratelli, regalandoci la capacità di vivere in una comunità, in una famiglia, non per esserci scelti gli uni con gli altri ma perché lo Spirito di Dio ci ha messi insieme.
Dobbiamo farci forza di quest’unione per superare divisioni, chiusure, mancanze di perdono, giudizi e aprirci.
La solennità del Sacro Cuore ci parla dell’umiltà del cuore mite di Gesù che ha vissuto il suo annientamento con una disposizione filiale, non si è ribellato perché profonda era la consapevolezza di avere Dio come padre.
Questo conforto manca invece a noi.
La chenosi di cui parla la lettera di san Paolo ai Filippesi non è fine a se stessa ma è per amore di un disegno del Padre e quando si ama, non costa mai fatica dedicarsi a quest’amore. Lo svuotamento che ci viene richiesto dall’amore di Dio, regala la mitezza di cuore e ci consente di trovare lo spirito filiale con cui sentire la sua presenza viva.
La persona mite ha posizionato il suo cuore su Gesù con umiltà, imparando da lui.
Dobbiamo poggiare il nostro orecchio sul cuore di Dio come un bambino sul cuore della propria mamma, così impariamo.
La vera eredità di una persona sta proprio nel suo cuore che decide il modo di fare le cose.
Posizionare il nostro cuore di peccatori sul cuore vivo di Cristo ci sintonizza con il suo battito che ci consentirà di cambiare la nostra vita, di farci raggiungere dalla sua compassione.
Noi che siamo sempre in preda alla delusione e allo sconforto, possiamo invece imparare a riproporre con gioia il nostro cuore.

Estratto dalla Lectio mattutina
di madre Maria Emmanuel Corradini,
abbadessa del Monastero benedettino di San Raimondo,
del 19 giugno 2020, 1ª Lettera di san Giovanni apostolo 4,7-16

a cura di
Gaia Leonardi


Pubblicato il 18 giugno 2020

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