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Adozioni a distanza, nuovi progetti per salvare tanti bambini

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Spesso si parla delle scelte “che possono cambiare la vita”, talvolta impropriamente. Nel caso dell’adozione, e perciò dell’impegno, nei confronti di un’altra persona che ha bisogno di crescere sana e istruita, è un dato di fatto. Il 12 ottobre  al Convegno per il 20° anniversario dell’Associazione Padre Antonino Magnani si è parlato sia dell’aspetto meramente umano che quello più scientifico legato alla malnutrizione che colpisce alcuni luoghi specifici del mondo, definiti spesso “in via di sviluppo”, anche se bisogna capire cosa si intenda esattamente.
Alla tavola rotonda, all’Auditorium della Fondazione Piacenza e Vigevano, hanno partecipato il presidente Mario Peretti, padre Osvaldo Maggiolini, fondatore dell’Associazione, suor Victoria De Latorre, Figlia di Sant’Anna, il dott. Fabio Fornari già primario di Medicina Interna, Gastroenterologia e Epatologia a Piacenza, il dott. Ferdinando Schiavo, neurologo di Udine, e infine il dott. Giacomo Biasucci, primario di Pediatria e Neonatologia.
Padre Osvaldo ha raccontato i primi passi dell’Associazione, “lo scopo in origine era aggregare varie realtà legate alle opere di carità. Le prime furono le suore della Consolata, che operavano inizialmente a Torino e in Kenya. Ma la trasparenza non era al livello accettabile, pertanto si passò alle Figlie di Sant’Anna, che tutt’oggi lavorano con noi nel Kerala e in Kenya. Cominciarono perciò i giorni di volontariato in terra di missione, con opere in loco”.
Padre Antonino Magnani, piacentino di nascita, fu un frequentatore assiduo di Santa Maria di Campagna, sacerdote nel 1946 e parte nella Cina come missionario. La rivoluzione di Mao tocca anche lui, si reca prima in Giappone e poi in Papua Nuova Guinea. “Fin da ragazzo pensavo ai lebbrosi”, scrisse in una lettera giovanile. Ma il suo impegno, e quello dell’associazione, si è svolto soprattutto in Kenya, dove lui stesso fece una scelta di vita.
“Lì e in India esiste un grave disagio sociale – sottolinea Peretti –; con le Figlie di Sant’Anna vogliamo dare una speranza di vita ai bambini, che spesso non hanno neanche abiti. Diamo speranza di futuro in un continente dove 250 milioni di persone muoiono di fame. Il 90% delle persone vive con un euro al giorno”.  

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE
Per chi fosse interessato, è giusto sottolineare che l’adozione a distanza di un bambino o di una bambina costa meno di un caffè al giorno, 27 euro mensili fino al compimento dei 18 anni del ragazzo. Le Figlie di Sant’Anna si occupano della gestione del denaro e della donazione materiale ai ragazzi, che viene centellinata al momento del bisogno. Si occupano anche di far avere report dello stato di salute del bambino, della sua crescita, comprese le pagelle scolastiche. I genitori o i singoli che volessero adottare possono spedire lettere e spesso succede anche che si rechino loro stessi in loco per incontrare i bambini. “I bambini sono sempre pieni di vita – racconta suor Victoria De Latorre -, si cerca di incentivare la preghiera. Avere genitori a distanza è un privilegio, una fortuna. Al contrario sarebbero esposti alla strada, spesso ci si identifica nelle situazioni. Capita che le famiglie chiedano un aiuto per il ragazzo o la ragazza. Sono stata in India e in Kenya, ho potuto lavorare molto con i referenti e i volontari, vedendo il grande lavoro e la forza di tutti. Con i soldi si cerca di dare priorità all’educazione, perché la scuola è obbligata a dar da mangiare al bambino. I genitori devono essere al lavoro anche alle sei del mattino, i bambini devono essere già pronti per uscire e andare a scuola, così da non essere esposti ai pericoli che troviamo in luoghi difficili come sono India e Kenya”. Suor Victoria racconta come spesso i genitori adottivi cercano bambini piccoli, da far crescere, ma cosa accade a coloro che tanto piccoli non sono? “Cerchiamo progetti, corsi professionali che possono indirizzarli allo studio e al lavoro invece che la strada”.

CITTADINI RESPONSABILI
Queste attività cercano di creare una consapevolezza nei cittadini benestanti, di come loro possono dare una mano, senza gesti eclatanti, ma con donazioni continue. Cittadini responsabili significa anche informati sulla situazione, e il dott. Biasucci ha fornito un quadro molto esaustivo. “Raffrontando il tasso di morte neonatale tra i Paesi più fortunati e quelli meno fortunati riscontriamo come ci sia un abisso, si passa dal 3 per mille dei Paesi occidentali al 28 per mille circa dei Paesi africani, lo stesso si può dire della zona asiatica. E la situazione sta migliorando, paradossalmente. Questo fa capire come ci sia ancora tanto da lavorare perché ci sia un vero cambiamento, sono numeri che fanno paura”.

“La cosa assurda è vedere come nel mondo odierno vi sia una polarizzazione tra i le morti per denutrizione e le morti per eccessiva nutrizione – sottolinea Fornari -, e tutto questo costa enormemente, esistono già oggi costi sanitari immensi, anche in Italia, dove la malnutrizione consuma l’8% del PIL e 23 miliardi all’anno, senza contare le ripercussioni sull’effetto serra e l’inquinamento. Le soluzioni esistono, come il consumo in quantità ridotta di cibi non saturi e aumentare il consumo di frutta e verdura”:

Emanuele Maffi

Pubblicato il 16 ottobre 2019

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