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La devozione di Strà a Giovanni Paolo II

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Ha preso il suo posto d’onore, a sinistra dell’altare, la reliquia di santo papa Giovanni Paolo II giunta nel santuario di Strà. La ciocca di capelli dell’indimenticato papa polacco è “sigillata in un reliquiario d’argento, chiuso da un nastro di seta rossa e dal sigillo della richiesta” formulata proprio dal santuario, come recita la lettera che ha accompagnato la reliquia nel suo viaggio dal Vaticano fino a Strà.
La comunità, compresa una coloratissima rappresentanza polacca in costumi tradizionali, ha potuto accogliere la reliquia domenica 12 maggio, in concomitanza con la festa patronale. A guidare il gruppo polacco era presente Teresa Muriel Casali, vera anima della comunità polacca nella nostra diocesi. Erano presenti anche rappresentanti di diverse associazioni e le autorità civili della vallata. Il vescovo Gianni Ambrosio ha celebrato la santa messa insieme ai sacerdoti giunti a Strà dal Congo, alcuni parroci della Val Tidone e, ovviamente, mons. Mario Dacrema, rettore del santuario. Per ragioni di salute non ha potuto invece essere presente Mons. Giorgio Corbellini, a cui comunque va la gratitudine della comunità per l’impegno profuso in Vaticano a supporto della richiesta presentata dal santuario di Strà.
Mons. Ambrosio ha subito ricordato a tutti che, “vista la profondissima dedizione di Giovanni Paolo II per la Vergine Santa, è davvero bello che una sua reliquia sia presente” a Strà. La figura di papa Wojtyla, ha proseguito il Vescovo, “ci ricorda che siamo tutti chiamati alla santità in quanto cristiani, battezzati e cresimati”. Per la maggior parte di noi la santità verrà solo con il passaggio oltre la vita terrena, ma “siamo già oggi partecipi di quella grazia attraverso i sacramenti”. Il più grande e comune problema è che “siamo troppo impegnati a pensare alle cose che non funzionano, soprattutto quando riguardano gli altri, invece di apprezzare appieno tutti i doni meravigliosi che ci circondano”.
Questo è il messaggio che ci viene dato anche dalla lettura del giorno: “Paolo parla ai giudei nella sinagoga e cerca di farli perseverare nella grazia di Dio. Che è quello che tutti noi dovremmo fare: perseverare, perché in realtà la grazia ci viene già donata, e ci circonda”, ha spiegato il vescovo, per poi osservare che, quando i giudei si rifiutano di accogliere il messaggio, Paolo si rivolge ai pagani, che invece gioiscono. “Perché Dio salva tutti e si rivolge ad ognuno di noi”.
Di Giovanni Paolo II il Vescovo ha voluto sottolineare l’impegno per la valorizzazione e la protezione della famiglia, oltre che l’opera infaticabile prestata a favore della pace. “San Giovanni Paolo II ha voluto insegnarci a guardare alla vera Europa, a quella grande, non a quella piccola ed egoista dei nostri giorni. Ci ha detto che, come il corpo respira con 2 polmoni, anche l’Europa ha 2 polmoni, l’Est e l’Ovest”. C’è bisogno di convivenza e di collaborazione fra tutti gli stati, e, come diceva sempre Karol, bisogna imparare a confidare sempre nella Vergine e Madre.
Dopo la messa si è svolta la tradizionale processione della statua della Madonna delle Genti fino al monumento ai caduti. Durante la venerazione della reliquia sono state anche distribuite le rose benedette.
Nella cripta sotto il santuario, che è una cappella dedicata alle vittime di guerra, è stata allestita una mostra fotografica sul Papa venuto dalla Polonia, con immagini della sua infanzia, del suo periodo come sacerdote e poi come cardinale, fino alle immagini più recenti della visita a Piacenza e di incontri con parroci della nostra diocesi.
La festa si è completata con un rinfresco offerto dalla Pro Loco.  

Pubblicato il 14 maggio 2019

Gabriele Molinelli

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