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La missione politica di San Colombano

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La missione “politica” di san Colombano è stato l’argomento dell’avvocato  Marco Corradi al convegno degli Amici di San Colombano, il 65°, indetto ad apertura dell’anno sociale, come di consueto, per San Patrizio, patrono d’Irlanda.
Mario Pampanin, presidente del sodalizio, ha ricordato i forti legami tra l’Irlanda e Bobbio compiacendosi della diffusione della figura di Colombano, soprattutto grazie alla riscoperta dell’itinerario storico da lui compiuto attraverso buona parte d’Europa.
Corradi ha fatto notare che, in ben tre delle sei lettere di Colombano pervenuteci, il Santo parla di Europa. è  suo merito l’aver incentivato una ”Europa politica” dando vitalità a quello che precedentemente era solo un concetto geografico. Colombano ha posto le basi affinché l’Europa divenisse quel faro di civiltà occidentale che ha conquistato il mondo.
Per capire come ha potuto realizzarsi questo capolavoro di tessitura politica occorre tenere presenti alcuni imput.
L’impero romano ai tempi di Costantino, valutato in 70 milioni di abitanti (solo a Roma un milione) di diverse provenienze e religioni, accomunati da un’unica legislazione e dal fatto che tutti quanti andavano sfamati, era tenuto in piedi da una valida organizzazione. La costruzione di Costantinopoli spostò in Oriente le rotte commerciali e di fatto decretò la decadenza dell’Occidente, sempre più povero a fronte di un Oriente sempre più ricco. Il racconto delle invasioni barbariche dettagliato con tanti richiami storici, non privo di analogie con l’attuale situazione, spiega il travolgimento dell’Occidente. Fu una tremenda carestia a spingere popoli dell’Asia alle frontiere dell’impero, che li accoglie, indirizzandoli però in Occidente.
Sono tantissimi. Troppi. E’ un flusso incontrollato e incontrollabile. Salta ogni pur prevista integrazione. Negli inevitabili cruenti scontri che si accendono, i barbari hanno la meglio. Ora sono dentro all’impero. Da vincitori. Non vogliono distruggerlo. Vogliono esserne parte, mantenendo però le proprie leggi. Fatto inconsueto: il diritto da territoriale diventa personale. In questo coacervo di popoli e leggi, si raggiunge il punto più basso di scolarità e cultura. Si salva solo l’Irlanda (o Scotia Maior, o terra degli Scoti, o Ibernia), e l’attuale Scozia (ovvero Scotia minor, colonizzata dall’Irlanda) mai divenute terre di conquista romana. Lì si è conservato il sapere degli antichi e si è continuato a studiare. Lì è nato il fenomeno del monachesimo, esportato poi sul continente, che convince molti giovani. Sono i tempi di Colombano, della sua peregrinazione europea, della fondazione di innumerevoli monasteri, un po’ le multinazionali del tempo: vi si accolgono tutti, di ogni provenienza e cultura.
Colombano sente e valuta l’assenza di un potere istituzionalizzato. Si rivolge al Papa, Gregorio Magno, riconoscendo in lui l’unica autorità capace di prendere in mano la situazione. Gregorio ha l’altezza morale e intellettuale per farlo. Spende i suoi beni personali per i poveri e per il riscatto di Roma dal saccheggio dei longobardi (definiti i più feroci tra i feroci germani). Capisce e si fa carico del problema.  Ha in mano popoli di una vitalità impressionante. Chiama dall’Irlanda missionari che invia in tutta Europa. E’ lui a chiamare in Italia Colombano, già da tempo pellegrino in Europa. Qui la storia diventa nostrana.
A Bobbio fa in tempo a fondare il suo monastero, dedito, come gli altri già da lui fondati, alla diffusione della cultura. Collegati a quello di Bobbio sorgono quasi in contemporanea quello di Mezzano Scotti, dedicato a San Paolo, e quello di Val Tolla, dedicato ai SS Gallo e Salvatore. Ciascuno con la propria specializzazione: quello di Bobbio indirizzato a diritto e amministrazione (tanto che l’Editto di Rotari pare sia stato scritto entro le sue mura), quello di Mezzano, dotato di “spedale”, dedito alla cura degli infermi, quello di Val Tolla specializzato nella farmacia. Il coinvolgimento di un personaggio storico, William Douglas, paladino di Carlo Magno, ferito in battaglia, molto probabilmente curato presso il monastero di San Paolo, capostipite della dinastia piacentina degli Scotti Douglas, padre di quel vescovo di Fiesole che donò la chiesa di Santa Brigida al monastero di Bobbio, rende speciale il nostro territorio, così ricco di storie e leggende che pochi possono vantare.
Tornando alla missione “politica” di Colombano, la conversione dei longobardi, da lui operata, fu l’evento chiave che favorì, in assenza dell’autorità imperiale, l’aumento delle prerogative papali ottenendo anche per i successivi secoli la supremazia del potere spirituale su quello temporale, culminato poi nell’edizione del Sacro Romano Impero di Carlo Magno.

Bilancio 2018 e programma 2019
Il bilancio 2018 dell’Associazione è stato presentato all’assemblea dall’economo, mons. Piero Coletto.
Il programma 2019, illustrato dal segretario Gian Luca Libretti, ricalca il solco di una tradizione ormai consolidata: il 18 maggio gita a Vaprio d’Adda, con visita a antica chiesa romanica dedicata a San Colombano e breve  percorso sull’Adda su traghetto progettato da Leonardo da Vinci; il 7 luglio partecipazione a Pontremoli al Columban’s day; in settembre escursione alla grotta di san Colombano con partenza da Coli; il 22 novembre accensione dei lumini e celebrazione del Transito di Colombano ; il 23 novembre solenne messa in Basilica. Alla sera cena sociale.
Luisa Follini

Pubblicato il 21 marzo 2019

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