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Riflessione sulla professione infermieristica

masera

“Riflessione sull’identità della professione infermieristica”: con questo titolo ha avuto inizio il primo di una serie di incontri rivolti agli infermieri che intendono riflettere sulla identità della loro professione e sul valore etico del gesto di cura. La prima giornata di studio e confronto si è svolta al park Hotel di Piacenza martedì 11 dicembre ed il pomeriggio ha visto susseguirsi diversi contributi. Dopo i saluti del direttore generale dell’Azienda Ausl Luca Baldino e del Presidente dell’Ordine dei medici Augusto Pagani hanno portato il loro contributo Gabriella Di Girolamo per conto della Direzione Assistenziale evidenziando l’importanza del ritrovarci a riflettere su un tema così delicato ma decisivo in questo momento storico per la Professione e la presidente dell’Opi di Piacenza Maria Genesi e il vicepresidente Fabio Mozzarelli, entrambi hanno sottolineato come riflettere sul tema dell’identità costituisca una priorità perché definire chi siamo diventa importante anche per decidere le strade da perseguire.
Ha portato i saluti della Federazione Nazionale Opi Franco Valicella congratulandosi per la scelta del tema, ha invitato ad inoltrare alla federazione OPI i contributi che emergeranno dai focus group che si svolgeranno nei mesi futuri, così da arricchire il dibattito nazionale in corso.
Ha aperto i lavori Giuliana Masera Rocs della Casa della Salute di Bettola e docente al Corso di Laurea in Infermieristica evidenziando come l’agito delle competenze esistenziali intessute prevalentemente di un linguaggio caratterizzato da tonalità emotive costituisca lo sfondo su cui dispiegano quotidianamente gesti di cura infermieristici.
Il linguaggio utilizzato nello svolgimento delle professioni dice del significato delle azioni che si compiono, e le parole che si utilizzano nell’elaborazione del pensiero hanno un peso e uno spessore decisivo nel veicolare le idee. La lectio magistralis di Edoardo Manzoni storico e filosofo dell’Assistenza e direttore dell’Istituto Palazzolo di Bergamo, ha aperto ad una serie di domande che ogni infermiere dovrebbe porsi quando si ripensa nel proprio agito quotidiano: “Ogni infermiere ha il diritto e il dovere di una casa da abitare” ha esordito Manzoni “ dove appoggio i miei piedi lì c’ e la mia identità”. E ancora: “ bisogna avere il coraggio delle domande , non averne paura, soprattutto oggi dove i paradigmi classici non funzionano più e i fenomeni cambiano molto più rapidamente di quanto noi pensiamo”. Manzoni ha quindi toccato un altro tema molto interessante ed attuale , quello del rapporto con la tecnica. E’ sempre la persona che deve dare un significato alla tecnica alle evidenze scientifiche che utilizza , mai il contrario, ed esiste sempre una dimensione ontologica che consente ad ogni persona nel riconoscimento reciproco di autenticità di velarsi, svelarsi, rivelarsi. Ed ancora una sottolineatura sulla condizione di fragilità e limite quale dimensione costitutiva dell’umano che attraversa tutti indistintamente dall’età dal sesso e dal ruolo. Per concludere, il richiamo forte di Manzoni a coltivare una identità fondata su scienza (descrizione del fenomeno) e coscienza(promessa fatta all’uomo).
Al termine della relazione Lara Muroni e Gaetana Droghi membri dell’Opi di Piacenza hanno aperto il dibattito ricco e stimolante per le esperienze personali e riflessioni portate dai presenti .
Il sottotitolo del convegno recitava: “
Ritrovarsi insieme è un inizio, restare insieme è un progresso, ma riuscire a lavorare insieme è un successo (Henry Ford)”. Questo invito può costituire l’augurio di un buon proseguimento di percorso ad una Professione giovane ed antica nello stesso tempo; una Professione capace di essere accanto in ogni momento della vita al “divenire” umano che sa trovare , nella relazione sempre nuova e generativa con le persone incontrate, linfa vitale alla propria motivazione identitaria.

Giuliana Masera

Pubblicato il 21 dicembre 2018

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