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Hospice di Borgonovo: «La nostra missione è la cura della persona a 360 gradi»

parte di equipe hospice borgonovo

Nella foto, Armand Dragoj, il secondo da destra,  responsabile dell’Hospice per conto del gestore Asp Azalea.

Riconoscere atti e comportamenti di solidarietà umana per la promozione e la difesa della vita. Questo lo scopo del Premio “Solidarietà per la vita Santa Maria del Monte”, da 33 anni assegnato dalla Banca di Piacenza, che quest’anno sarà consegnato all’Hospice di Borgonovo Val Tidone dal prefetto Daniela Lupo.
La cerimonia di consegna si svolgerà domenica 26 giugno nel santuario di Santa Maria del Monte, a Nibbiano, nel comune di Alta Val Tidone, al termine della messa delle 18 celebrata dall’arcivescovo mons. Piero Marini, già cerimoniere pontificio di Giovanni Paolo II, originario della nostra diocesi. A decidere l’assegnazione del premio è una commissione, presieduta dal prefetto Lupo e composta da don Gianni Quartaroli, rettore del santuario di Santa Maria del Monte, Franco Albertini, sindaco di Alta Val Tidone, accompagnato dall’assessore Giovanni Dotti, Lavinia Curtoni, responsabile dell’Ufficio relazioni esterne della Banca di Piacenza e Paola Farroni, ispettrice provinciale delle infermiere volontarie della Croce Rossa.

La motivazione

“Nella delicata funzione di assistenza di persone con malattie in fase avanzata, per le quali ogni terapia finalizzata alla guarigione non sia più possibile, l’équipe multiprofessionale della struttura privilegia l’umanizzazione delle cure e dell’assistenza stessa, offrendo ampio spazio al sistema dei valori del malato: rispetto della dignità, della personalità, della spiritualità e fede religiosa, dell’autonomia e della privacy. L’attenzione non è solo per il paziente, ma è orientata anche al miglioramento della qualità di vita dei famigliari: a coloro che abitano lontano o che hanno difficoltà di spostamento, la struttura offre due camere arredate e dotate di ogni comfort, dove poter alloggiare per assistere i loro cari ricoverati”.

Dedicarci alla persona a 360 gradi

“Aver ricevuto il premio è per noi motivo di soddisfazione – commenta Armand Dragoj, responsabile dell’Hospice per conto del gestore Asp Azalea – è un riconoscimento del lavoro degli operatori dopo i tanti sacrifici, specialmente nel periodo Covid, che si aggiunge al riconoscimento più grande, quotidiano, dei familiari”. La struttura offre gratuitamente un servizio di cure palliative. “La nostra missione – spiega – è dedicarci alla persona a 360 gradi. Abbiamo a disposizione un personale di ottimo livello, a partire dal direttore sanitario, il dottor Flavio Mazzocchi. Il nostro servizio, svolto in équipe, ha come obiettivo il controllo del dolore e dei sintomi, ma anche la gestione di problemi psicologici, sociali – aumentati molto nell’ultimo periodo – e spirituali”.

I familiari possono vivere in hospice con i pazienti

Importante è l’assistenza psicologica, a cura della dottoressa Michela Tiozzo, che ha un’esperienza quasi ventennale sul campo e segue pazienti e familiari: questi ultimi sia durante la degenza che dopo, per elaborare il lutto. Il servizio psicologico ha in carico anche il personale sanitario dell’Hospice. Anche le famiglie vengono prese in carico. “Ai parenti è consentito trasferirsi in hospice per stare vicini ai pazienti – riferisce Dragoj – non abbiamo mai smesso, neanche durante la pandemia. Nella stanza del paziente c’è una poltrona che può diventare un letto per accogliere i familiari. Al piano di sotto ci sono anche due stanze adibite al sollievo dei parenti: lì possono recarsi per staccare e recuperare le forze. C’è bisogno di un enorme dispendio di energie per soddisfare tutti i bisogni dei pazienti”.

L’équipe della struttura

La struttura dispone di dieci posti letto, tutti quasi sempre occupati. “La richiesta è superiore, ma per il momento la nostra possibilità è questa. In questo è fondamentale il lavoro di rete che svolgiamo insieme all’Hospice ‘Casa di Iris’ di Piacenza, per garantire le massime cure possibili alle persone che ne hanno bisogno”. L’équipe dell’Hospice di Borgonovo è formata da: Armand Dragoj, responsabile; Flavio Mazzocchi, direttore sanitario; Michela Tiozzo, psicologa; più una fisioterapista, sette infermieri, otto operatrici sociosanitarie, un’ausiliaria che si occupa della sanificazione e delle pulizie e un servizio di receptionist. “Siamo sempre aggiornati per utilizzare strategie più possibile mirate verso il paziente: seguiamo i suggerimenti della Sicp – Società italiana di cure palliative – attraverso corsi di formazione in collaborazione con altre realtà del territorio”.

 

L’associazione, Amici dell'Hospice 

A sostegno e in stretta collaborazione con la struttura c’è l’associazione Amici dell’Hospice di Borgonovo, presieduta da Elisa Guasconi, nata nel 2005 con l’intento di sostenere la struttura, il personale e gli ospiti. Oggi l’associazione conta circa venti volontari. “Siamo parte integrante dell’hospice – afferma Elisa Guasconi – che negli anni abbiamo sostenuto in modi diversi: attualmente, alcune attività sono legate a raccolte fondi per progetti di formazione interna del personale, un punto in cui l’hospice crede fermamente. Così come il decoro e la manutenzione degli ambienti della struttura e delle aree esterne. Un’altra azione che portiamo avanti in sinergia con l’hospice è quella di sensibilizzazione dei cittadini: è importante, per noi, dare le giuste informazioni sia sulle cure palliative, e sul diritto a riceverle, sia sull’hospice e sui suoi servizi”.

Obiettivi principali: cura e sollievo

“La carezza è servita” è un progetto nato quando l’assistenza di persona, a causa del Covid, era impossibile. “In collaborazione con alcuni ristoratori locali cuciniamo alcuni piatti per i pazienti: è un modo per tendere la mano agli ospiti, il piatto diventa il pretesto per creare un contatto con loro”, spiega Guasconi. Sono tutte iniziative che rientrano nel progetto di cura e sollievo, principio base della mission dell’Hospice di Borgonovo. L’associazione ha contribuito, inoltre, al progetto di riqualificazione energetica della struttura e tuttora opera insieme al personale al fine di offrire una cura che sia sempre più di qualità. I volontari dell’hospice sono chiamati a una formazione continua. “Si è appena concluso un percorso di formazione – conclude Guasconi – adesso procederemo con il prossimi step che prevede un tirocinio”.

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Nella foto, il gruppo dei volontari

Pubblicato il 23 giugno 2023

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