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Giornata del malato. Il Vescovo: «Ci sentiamo onnipotenti, ma solo la Parola di Dio ci salva dalla mediocrità»

lourdes



“Se vuoi osservare i suoi comandamenti, essi ti custodiranno”: è sulla lettura del libro del Siracide che si concentra l’omelia del vescovo mons. Adriano Cevolotto, che ha presieduto la celebrazione per la Giornata mondiale del malato, sabato 11 febbraio nella chiesa di Nostra Signora di Lourdes a Piacenza. “È lontano dalla mentalità diffusa – ha detto il Vescovo – pensare che le regole possano custodire. Questo perché siamo custoditi, o incustoditi, dalla nostra libertà, dalle nostre scelte e dai nostri comportamenti, tendiamo a svincolarci da tutto ciò che, dall’esterno, sembra essere vincolante. Idolatriamo il nostro io, pensando di poter fare qualsiasi cosa”.
Presente sull’altare anche don Giuseppe Lusignani, parroco, e gli ex parroci di Nostra Signora di Lourdes, tra cui don Giuseppe Basini – vicario generale della diocesi – e don Serafino Coppellotti – parroco della Cattedrale – che hanno concelebrato insieme a mons. Cevolotto.
La parrocchia di via Damiani ha anche celebrato la festa patronale dedicata alla Madonna di Lourdes.

“I comandamenti non sono fini a se stessi”

Nel giorno in cui si ricorda la Beata Vergine Maria di Lourdes, mons. Cevolotto sottolinea che “Maria non vive di vita propria, ma è sempre orientata alla Parola di Dio, e la raggiunge continuamente fino alla fine della sua esistenza. In questa relazione con la Parola di Dio, Maria diventa per noi madre, sorella e compagna nella fede, e intercede per noi”. All’intercessione della Madonna il Vescovo ha affidato la preghiera per “tutti coloro che sono tribolati nel corpo e nello spirito”: oltre ai malati, ha voluto ricordare tutte le vittime delle guerre e del terremoto che ha recentemente colpito le popolazioni di Turchia e Siria.
“I comandamenti non sono fini a sé stessi – ha ribadito – ma ci aiutano a capire un bene più grande”. Il rischio da cui stare in guardia è quello di “fermarsi all’osservanza di un comandamento in modo formale”. Non basta non aver ucciso o non aver rubato, spiega mons. Cevolotto, bensì è necessario “vigilare sul nostro cuore e sul nostro linguaggio: possiamo disubbidire a un comandamento anche prima di giungere alla sua trasgressione”.


La pedagogia del cuore

“Gesù ci dice che possiamo eliminare una persona anche senza ucciderla, coltivando dentro di noi sentimenti di ira, usando un linguaggio offensivo o denigratorio”. Per prevenire questo rischio, il Vescovo insiste sul valore della liturgia, fondamentale per “costruire continuamente relazioni, anche con gli avversari”. “Gesù ci indica una pedagogia del cuore – ha evidenziato – è da lì che nascono le nostre azioni, il bene e il male. Non possiamo non essere continuamente in relazione con una Parola che salva la nostra vita dalla mediocrità e dall’accontentarsi”.


Francesco Petronzio

Nella foto, la celebrazione della messa in Nostra Signora di Lourdes presieduta dal Vescovo mons. Adriano Cevolotto.

Pubblicato il 12 febbraio 2023

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