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Ebrei e cristiani: uniti per camminare insieme

cattolici ebrei

“Una parola ha detto Dio, due ne ho udite: il potere appartiene a Dio, tua, Signore, è la grazia”: sono le parole del Salmo 62, citate da mons. Adriano Cevolotto, a conclusione della XXXIV Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei, svoltasi domenica 15 gennaio, nell’auditorium Sant’Ilario in via Garibaldi a Piacenza. “Bisogna ricordare sempre - ha evidenziato il Vescovo di Piacenza-Bobbio - che dietro le nostre parole c’è la grandezza del Signore”.

Musica e parole

L’incontro, sul tema “Consolate, consolate il mio popolo”, moderato dal pastore evangelico Nicola Tedoldi, ha visto come protagonisti il prof. Edoardo Fuchs, docente di Ebraismo, geografo, naturalista, e don Paolo Mascilongo biblista, nonché parroco di San Sisto a Piacenza. Al Coro Col Hakolot della Comunità ebraica di Milano, diretto dal maestro Massimiliano Tarli, il compito di intervallare gli interventi con un repertorio di canzoni in ebraico e yiddish, e di musiche klezme per violino e pianoforte.

Un passo profetico sempre attuale

Dopo i saluti di Serena Groppelli, Assessore alle politiche ambientali del Comune di Piacenza, il prof. Edoardo Fuchs ha commentato il passo biblico: “Consolate, consolate il mio popolo” (Isaia 40:1-11). “Come mai leggere un libro così antico che risale a circa 2600 anni fa?”: si è domandato il docente di ebraismo. “Noi consideriamo un libro di dieci anni - ha aggiunto - ormai obsoleto, ma la bibbia si rivela sempre attuale”.
Si tratta - per Fuchs - di un brano che esprime un rapporto di reciprocità tra Dio e il suo popolo che dopo aver espiato i peccati riceve la consolazione divina. “Il passo di Isaia inoltre - ha precisato il docente - ci mette in guardia dal rischio dell’idolatria, ancora oggi presente, per affidarsi totalmente al Signore”.

Parole che fanno vibrare il cuore

“La Chiesa cattolica chiesa condivide con l’ebraismo una parte importante della sacra scrittura; è un elemento comune che ci unisce”: così ha esordito don Mascilongo che ha evidenziato come il testo biblico, scelto dalla Cei e dal rabbinato d’Italia, è legato al tempo che stiamo vivendo.
“Per i cristiani le parole di Isaia preannunciano Cristo - ha sottolineato don Paolo - e l’uomo deve preparare la sua venuta. È un brano che interpretiamo diversamente, ma sono le stesse parole che fanno vibrare il cuore: agli ebrei dopo distruzione del tempio di Gerusalemme e ai cristiani per la venuta di Gesù”.
Infine il biblista Mascilongo ha messo in evidenza - citando sia i vescovi che i rabbini nei loro comunicati per l’occasione - l’impegno, la conoscenza, la collaborazione reciproca per guardare con fiducia al tempo che ci sta davanti, indagando nuovi percorsi per un futuro di speranza. “Sono parole - ha concluso - che ci mettono in ascolto del Signore per camminare insieme”.

Riccardo Tonna

coro

Nella foto: in alto, da sinistra don Paolo Mascilongo, il pastore evangelico Nicola Tedoldi, il prof. Edoardo Fuchs e il coro Col Hakolot della Comunità ebraica di Milano.

Pubblicato il 16 gennaio 2023

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