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Viaggio nelle Caritas

Non solo cose, ma relazioni: i centri d’ascolto parrocchiali

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La forza delle relazioni per prevenire od uscire da situazioni di povertà: “Fragilità e misericordia in famiglia e nella comunità” è il filo conduttore del convegno di quest’anno delle Caritas parrocchiali, in programma sabato 5 novembre dalle ore 9 al centro “Il Samaritano” di via Giordani 12 a Piacenza.
Intervengono il vescovo mons. Gianni Ambrosio e la prof. Raffaella Iafrate dell’Università Cattolica.

“Il tema - sottolinea il direttore della Caritas diocesana Giuseppe Chiodaroli - è suggerito dai nostri centri di ascolto: c’è un bisogno primario di cementarsi sempre di più nelle relazioni e non sulle cose materiali, nella consapevolezza che la fragilità ci abita, ci appartiene”.

Il convegno sarà occasione per rilanciare questo aspetto. Ma già, nella vita delle parrocchie, si lavora. 
A Nostra Signora di Lourdes è stato lanciato una sorta di patto sociale, “Adotta una famiglia”: 60 euro all’anno come aiuto a sostenere le spese per le utenze. “Ma noi cerchiamo anche di educare chi viene – sottolinea la referente della Caritas parrocchiale Carla Savioni – per far capire che se possiamo saldare le bollette o comprare libri per i figli è perché c’è gente che, anche in una fase di crisi, è disposta a donare”. Sono stati organizzati anche degli incontri dedicati alla gestione del denaro e al risparmio energetico.

A San Corrado accanto all’ascolto c’è il guarda roba che serve tutta l’unità pastorale. “Abbiamo cercato di coinvolgere i bambini del catechismo, per fare dei lavoretti che hanno venduto a favore dei poveri che seguiamo - spiega Simonetta Lorenzon del Centro d’ascolto parrocchiale -. Per Santa Lucia e Natale hanno portato dei giochi, le mamme hanno fatto delle torte. Non è facile. Ci vuole la sensibilità dei catechisti da un lato e quella dei genitori dall’altro: trovare un pomeriggio extra in cui i ragazzi possano venire per lavorare su questi progetti oggi è un’impresa”.
Alla Sacra Famiglia alla casa emergenza freddo che riapre il 7 novembre per senza fissa dimora tra i circa 60 volontari ci sono anche diverse coppie di sposi “Questa casa ha aiutato anche noi a essere più uniti, a consolidare la nostra amicizia - osserva Gilberto Codognola -. Ci ha aiutato a diventare più comunità”.

Leggi il servizio alle pagine 2 e 3 dell’edizione di venerdì 4 novembre 2016.

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