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Il centuplo e l'eternità

37morti

I Santi e i morti, che celebriamo e ricordiamo in questi giorni, sembrano ricorrenze fuori dalla storia.
Chiediamocelo con franchezza. In un mondo che vive in un continuo carnevale, iperconnesso e sempre alla ricerca di nuove e sempre più forti emozioni, può avere ancora un valore parlare di santità e di ricordo di chi ci ha preceduto in questa esistenza terrena?

La Chiesa insiste, e a mio parere fa bene a perseverare su questi versanti. Va al cuore delle faccende umane, nessuna esclusa. Morte compresa. Sì, si parla anche della fine dell’esistenza, senza paure, senza mistificazioni, senza sdolcinature, senza eufemismi, ma guardando in faccia la realtà per quella che è.

No, pare essere il messaggio universale perennemente profuso, la morte non esiste. O meglio: se esiste, è tolta dal consesso umano.
Non se ne parla. Non se può e non se ne vuole parlare.
È il tabù per antonomasia di questo nostro tempo digitale, tutto rivolto all’efficientismo, all’estetismo, all’apparenza, al banale, al superfluo.
Non può esistere la fine, nel paese dei balocchi. Tutti immersi in un’eterna festa che lascia ai margini (ma tanto chi se ne importa, è il pensiero comune) chi non può permettersi di parteciparvi.

Invece, la memoria rimane fondamentale.
Ricordare da dove si è venuti per sapere dove andare, una norma elementare ormai sparita dal gergo.
Questo sano principio trasmesso da generazioni, pare un elemento del passato rifiutato dall’era attuale che fa del presente l’unico tempo ammesso. Tutto e subito, in un consumo immediato in cui si sprecano i giorni e si bruciano le menti.

Si spopolano i cimiteri e diminuiscono le Messe in suffragio. I giovani raramente vanno nel camposanto a trovare i nonni. Si vive in una sorta di oblio in cui viene avvolto ogni ricordo, ogni passato, ogni elemento che ci fa appartenere a qualcosa, a qualcuno, a un territorio, a una famiglia, a una comunità.

Sembra di vivere sospesi, un po’ come quando si naviga nel web e si dimentica per quale motivo ci si collega alla rete.

Ma la Chiesa insiste e va controcorrente.
Propone, in due giorni ravvicinati, prima i santi e poi i morti. Tra questi ultimi, milioni di virtuosi del quotidiano. Come per dire a tutti: è possibile per te, per voi, per ogni persona. C’è qualcosa e Qualcuno che ti attende. Non solo di là, ma già qui sulla terra, dove si inizia a sperimentare quello che un giorno sarà una condizione per sempre.

Come dice il Vangelo, è il centuplo quaggiù e l’eternità.


Francesco Zanotti
presidente della Federazione Italiana Settimanali Cattolici

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