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Il 23 si celebra la Domenica della Parola

parola


Il 30 settembre 2019, memoria liturgica di San Girolamo, grande cultore e traduttore della Sacra Scrittura, papa Francesco con il Motu Proprio “Aperuit Illis” ha istituito la “Domenica della Parola di Dio”, da celebrarsi ogni anno la terza domenica del Tempo Ordinario. Generalmente questa domenica cade nel contesto della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani e nella vicinanza alla giornata dedicata al dialogo fra ebrei e cristiani. Con il popolo ebraico condividiamo l’Antico Testamento e da loro, come anche dai fratelli protestanti, certamente possiamo imparare la venerazione e il culto della Parola.

Il ritorno dall'esilio

Nel Libro di Neemia si narra che al ritorno del popolo di Israele dall’esilio babilonese, dove aveva sofferto non solo la lontananza dalla patria, ma anche dalle proprie tradizioni religiose, il popolo viene convocato in assemblea e il sacerdote Esdra porta il Libro della Legge (la Parola) e proclama la Parola «dallo spuntare della luce fino a mezzogiorno in presenza degli uomini, delle donne e di quelli che erano capaci di intendere» (Ne 8,3).

Come ascoltare

A questa lettura, viene sottolineato dal testo biblico, tutto il popolo «tendeva l’orecchio». La Parola chiede anzitutto di essere ascoltata e l’ascolto impegna l’orecchio, ma anche la mente e il cuore. Per ascoltare veramente il Signore che parla occorre liberare mente e cuore da pensieri, affanni, preoccupazioni, per fare spazio a quella Parola che, come pioggia e neve che scendono dal cielo, può irrigare e fecondare la vita permettendole di germogliare per poi portare frutto (cfr Is 55,10-11). È Parola che, come spada a doppio taglio, può penetrare fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito (cfr Eb 4,12) se accolta con umiltà e interiorizzata così da poter scrutare il cuore e muoverlo a conversione.

L'iniziativa di Esdra

Il testo di Neemia prosegue affermando che: «Come Esdra ebbe aperto il Libro tutto il popolo si alzò in piedi» (Ne 8,5). La Parola viene dall’alto, è di Dio e non degli uomini, è il Signore che parla quando nell’assemblea si proclama la sua Parola (cfr SC 7). Alzarsi in piedi è segno di rispetto che esprime la consapevolezza di essere di fronte ad un evento che viene dall’Alto. È ancora lo stesso testo di Neemia che continua: «…si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore» (Ne 8,6). La Costituzione Dei Verbum afferma: «La Chiesa ha sempre venerato le Divine Scritture come ha fatto per il corpo stesso di Cristo» (DV 21).
L’inginocchiarsi e il prostrarsi del popolo esprimono l’onore e la venerazione per una Parola, il Verbo, che, facendosi carne nella storia, si è donato a noi sia nel pane eucaristico, come anche nella Parola a cui è riconosciuto un carattere sacramentale (cfr Verbum Domini 56).
Neemia, che racconta una vera e propria “Liturgia della Parola” continua sottolineando che la Parola ascoltata e venerata veniva anche «spiegata» dai Leviti che «ammaestravano il popolo» (cfr Ne 8,9-10). Una Parola dunque ascoltata, accolta, interiorizzata, venerata e commentata al popolo che esprime il proprio assenso di fede rispondendo: «Amen, Amen» e «alzando le mani» (Ne 8,6).

"Tutto il popolo ascoltava e piangeva"

Il testo di Neemia sottolinea come l’assemblea radunata vive addirittura un momento di forte commozione: «Tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le Parole della Legge». E la commozione conduce ad una grande gioia ed esultanza provocando un assenso profondo che conduce alla testimonianza (cfr Ne 8,12).
La stupenda «celebrazione della Parola» raccontata nell’Antico Testamento dal Libro di Neemia ci invita a celebrare la “Domenica della Parola” assumendo sempre più la consapevolezza che ogni domenica invitati dal Risorto, siamo chiamati a «nutrirci del pane di vita, dalla mensa sia della Parola di Dio che del Corpo di Cristo» (cfr Dei Verbum 21).

Aldo Maggi

Suggerimenti per la Celebrazione eucaristica di domenica 23 gennaio

Riti di introduzione

Nella processione d’ingresso della celebrazione eucaristica il diacono (o colui che presiede, se non è presente il diacono) può portare l’Evangelario accompagnato da alcuni membri della comunità (o una famiglia) con lampade e fiori. I lettori (chi proclamerà la prima lettura, il salmista che canterà il salmo e il lettore della seconda lettura), par­tecipano alla processione d’ingresso precedendo il ministro con l’E­vangelario.
Posto l’Evangelario sull’altare, colui che presiede procede alla in­censazione della croce, dell’altare e dell’Evangelario. Le lampade e i fiori vengono posti nei pressi dell’ambone come decoro del luogo da dove viene proclamata la Parola di Dio.

 
Proclamazione della Parola

Dopo la Colletta i lettori si portano dinanzi al sacerdote, il quale può rivolgersi ad essi dicendo:

Dio, nostro Padre,

che in Cristo, sua parola vivente,

ci ha dato il modello dell’uomo nuovo,

mediante lo Spirito Santo ci insegni

ad ascoltare e a mettere in pratica il suo Vangelo,

perché tutto il mondo conosca e glorifichi il suo nome.

Proclamazione del Vangelo

Per la proclamazione del Vangelo, il ministro prende l’Evangelario dall’altare e, dopo averlo mostrato all’assemblea, va all’ambone per la proclamazione. Terminata la proclamazione del Vangelo colui che presiede può mostrare il libro del Vangelo, mentre tutti acclamano can­tando di nuovo Alleluia. Quindi l’Evangelario viene posto in un luogo ben ornato e disposto per accoglierlo in modo che sia visibile a tutta l’assemblea.

Suggerimenti per le intenzioni della Preghiera dei fedeli

1. «Lo Spirito del Signore è sopra di me, e mi ha consacrato». Il Papa, i Vescovi, i Presbiteri e i Diaconi con coraggio sostengano tutti coloro che vivono nelle diverse situazioni di schiavitù spirituale e materiale. Noi ti preghiamo.

2. «Lo Spirito del Signore è sopra di me, a portare ai poveri il lieto annunzio». Tutti i battezzati, guidati dallo Spirito Santo, diventino annunciatori della Buona Notizia alle persone che incontrano, soprattutto quelli più bisognosi. Noi ti preghiamo.

3. «Lo Spirito del Signore è sopra di me, per liberare coloro che sono oppressi». I Lettori, i Catechisti e quanti diffondono la Parola di Dio nelle comunità condividano la fede, l’amore e la speranza con tutte le persone sole, disperate, malate e schiacciate dal peso della vita. Noi ti preghiamo.

4. «Lo Spirito del Signore è sopra di me, ad annunziare il dono della vista ai ciechi». Ciascuno di noi apra il cuore alla presenza divina che illumina e guida, attraverso la sua Parola, alle sorgenti della vita eterna. Noi ti preghiamo

Pubblicato il 19 dicembre 2022

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