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Tutela minori, una priorità per la Chiesa

 abusivescovo

“La tutela dei minori sia sempre più concretamente una priorità ordinaria nell’azione educativa della Chiesa”. Ha citato le parole usate da papa Francesco in occasione del recente convegno “Promuovere child safeguarding al tempo del covid-19 e oltre” il vescovo della diocesi di Piacenza-Bobbio mons. Adriano Cevolotto per tracciare le linee di intervento della Chiesa piacentina in materia di salvaguardia e protezione dei minori. L’occasione è stata il convegno “Accountability e tutela nella Chiesa. Proteggere i minori dagli abusi” organizzato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, in collaborazione con il Servizio diocesano tutela minori, nella mattinata del 19 novembre.

Seconda tappa, dopo una veglia in Cattedrale, delle iniziative diocesane per la prima “Giornata nazionale di preghiera e sensibilizzazione per le vittime e i sopravvissuti di abusi”, l’incontro ha messo insieme varie voci e attori del mondo religioso, istituzionale ed accademico con l’obiettivo di aprire un dibattito articolato e con una prospettiva di rete su un tema delicato e complesso.

“Si tratta - ha evidenziato mons. Cevolotto - di un momento formativo di approfondimento e riflessione, necessario perché, come ci ricorda papa Francesco nella lettera al Popolo di Dio del 20 agosto 2018, è dalla preghiera e dalla penitenza che come Chiesa dobbiamo partire in un cammino di conversione e rinnovamento. Una preghiera - ha aggiunto - che ci rende consapevoli delle ferite delle vittime e della loro gravità, richiamandoci tutti a una rinnovata azione sistematica di prevenzione e di tutela”.

Riflettere su ciò che precede l’abuso

Per sottolineare il cambio di passo della Chiesa, il Papa si è rifatto alle linee guida designate dalla Cei nel 2019, che invitano ad “aprire processi di verifica ed indagini ogni volta che ci siano segnalazioni e denunce, e di collaborare con le autorità civili sempre, anche contro la volontà di genitori e tutori, quando ci sia chiaro il pericolo di recidiva, perché il bene e la protezione dei minori è il valore che supera ogni altra preoccupazione. Le ricerche e i fatti - ha proseguito - ci indicano che gli abusi avvengono dove l’ambiente non sa e non vuole né vedere né sentire, o, ancora, laddove non si crede sia possibile che queste cose avvengano tra noi. Dove sono implicati personaggi autorevoli a livello educativo, magari anche appartenenti al clero o al mondo religioso. Necessario quindi riflettere su tutto ciò che precede l’abuso sessuale, atto grave e criminoso, ovvero su quei segnali che ci indicano che sta avvenendo la rottura della fiducia che caratterizza la relazione educativa e un tradimento della nostra responsabilità come adulti. Il rapporto intergenerazionale che costituisce la relazione educativa ha in sé l’impegno a creare condizioni favorevoli perché sia esercitato il compito di protezione verso il minore, unito al dovere di garantire un accompagnamento di crescita sana e serena”. 

“Tutelare - ha ricordato il Vescovo - significa infatti, nella sua etimologia originaria, osservare. Come Chiesa dovrebbe essere un termine familiare, che ci riporta allo stile evangelico del vegliare: uno stile da recuperare dentro quel processo di responsabilità comunitaria auspicato dalle linee guida della Chiesa Italiana del 2019. Vegliare, promuovendo da un lato processi di verifica dei propri paradigmi educativi con i minori, che in fedeltà al mandato evangelico, non devono allontanarsi dal prendersi cura in modo affidabile e responsabile; dall’altro potenziando la custodia, che vuol dire imparare a favorire gesti e parole rispettosi dell’intimità altrui, della sua inviolabilità, nel nome della sua sacralità originaria”.

Tessere una rete generativa e tutelante

La strada da seguire è quella di un’azione integrata. “Immettere temi scottanti, come quelli connessi alla prevenzione degli abusi, dentro i percorsi ordinari di formazione di tutti coloro che nella chiesa e nella società per ragioni familiari, professionali, associative, di responsabilità istituzionale hanno a che fare con i minori penso sia la sfida che ci attende sia come chiesa che come società - ha affermato ancora mons. Cevolotto -. È una sfida che richiama i contesti in cui vivono i minori oggi a ritrovare la propria responsabilità di essere ambienti sicuri, in una rinnovata alleanza educativa e sociale”.

“E non dimentichiamo anche gli autori degli abusi - ha precisato -, che vanno accompagnati ad intraprendere percorsi di cura e di rieducazione, che li avviino verso la responsabilizzazione, la richiesta di perdono e la riparazione, che credo che sia anche il senso ultimo di una giustizia che assicura la protezione dei piccoli e dei vulnerabili e contribuisca a promuovere generatività sociale. Se la rete dell’abuso intrappola persone e contesti, noi oggi vogliamo invece tessere una rete generativa e tutelante, che traduca le parole in una testimonianza che generi una nuova cultura, così che i nostri minori, le persone vulnerabili, si sentano concretamente custoditi nella loro dignità”.

Gli altri interventi

Il convegno, che ha visto la presenza anche del sindaco Patrizia Barbieri, del prefetto Daniela Lupo, del preside della Facoltà di Economia, Giurisprudenza, Anna Maria Fellegara, e del coordinatore del corso di laurea in Scienze della Formazione e dell’Educazione della Cattolica, Pierpaolo Triani, è quindi entrato nel vivo con la relazione di Linda Ghisoni, sottosegretario al Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, che ha offerto un contributo fondamentale nell’ambito dell’Incontro sulla tutela dei minori nella Chiesa, tenutosi in Vaticano per il volere di Papa Francesco nel febbraio 2019.

Poi spazio ad altri interventi, coordinati nella prima sessione da Antonio Giuseppe Chizzoniti (Direttore del Dipartimento di scienze giuridiche della sede piacentina dell’Università Cattolica) e nella seconda sessione da Chiara Griffini (referente del Servizio diocesano di tutela minori) focalizzati, con sensibilità e competenze differenti, sul mondo del diritto (una relazione di Anna Gianfreda, sugli strumenti di accountability nell’ordinamento giuridico della Chiesa) della pastorale (don Gianluca Marchetti, cancelliere vescovile della diocesi di Bergamo e membro del Consiglio di presidenza del Servizio nazionale di tutela dei minori presso la CEI, ha parlato delle buone prassi di salvaguardia dei minori negli ambienti ecclesiali), sulle competenze più psicologiche, pedagogiche e sociali (Sonia Ranieri ed Elisabetta Musi, docenti della Facoltà di Scienze della formazione dell’Università Cattolica del Sacro cuore), nonché preventive e di polizia (Elvira d’Amato, già vice Questore aggiunto del Servizio di Polizia postale e delle comunicazioni).

Federico Tanzi

Pubblicato il 20 novembre 2021

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