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Cordoglio e preoccupazione

La nota del direttore dell’Ufficio diocesano di pastorale sociale e del lavoro dopo i fatti di Montale

abdElsalam

“La diocesi di Piacenza-Bobbio esprime la sua umana e cristiana vicinanza per quanto tragicamente accaduto nella notte del 14 settembre nella zona industriale di Montale. Appreso dalla stampa quanto avvenuto, dalle prime notizie sino alle dichiarazioni della Procura della Repubblica, ed in attesa che vengano accertate definitivamente le responsabilità da parte delle Autorità competenti, la diocesi tutta si fa vicina alle persone coinvolte in questa triste vicenda”.
Così scrive Massimo Magnaschi, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro, a proposito della tragica morte di Abd Elsalam Ahmed Eldanf, l’operaio egiziano di 53 anni, padre di 5 figli e impegnato nel sindacato autonomo Usb, morto dopo essere stato investito da un camion davanti alla ditta Gls. Le indagini sono in corso per chiarire la dinamica dei fatti.

“Il primo pensiero – prosegue Magnaschi nella nota – va al lavoratore deceduto ed alla sua famiglia, a loro sono rivolte le nostre preghiere e la nostra sincera preoccupazione. La nostra umana vicinanza è altresì rivolta, senza giudizio, all’autista del mezzo coinvolto nell’incidente, di cui possiamo solo intuire la sofferenza per quanto accaduto. Da ultimo, tuttavia, non possiamo non esprimere la nostra preoccupazione per la generale situazione dei lavoratori ed in particolare per quelli impegnati nel comparto della logistica spesso segnato da conflitti, vertenze sindacali, diritti dei lavoratori non rispettati. La tragica vicenda accaduta la notte scorsa deve diventare occasione per una forte riaffermazione del significato umano del lavoro e per fermarci a riflettere sull’attuale situazione del mondo del lavoro”.

“Il soggetto del lavoro – citiamo ancora la nota - deve sempre rimanere l’uomo, il lavoro è un elemento fondamentale per la sua piena realizzazione, per la sua dignità, per la sua famiglia, per l’ambiente in cui vive. Ci ricorda Papa Francesco: «un’economia che serva l’uomo e non si serva dell’uomo». Oggi sempre di più dobbiamo tutti responsabilmente impegnarci perché questo primato venga garantito e le persone possano vedere riconosciuto il loro pieno diritto ad un lavoro dignitoso, correttamente remunerato, stabile che consenta loro ed alle loro famiglie di guardare con fiducia al futuro”.

L’INTERVENTO DELLA COMUNITÀ ISLAMICA: NO ALLA VIOLENZA. Anche la Comunità islamica di Piacenza è intervenuta sulla vicenda che ha lasciato la città attonita, ricordando i suoi interventi “tramite colloqui chiusi, mesi or sono, nei momenti più difficili delle trattative interne a questa vicenda”, per “contribuire a rappacificare gli animi e a portare gli attori ad un dialogo costruttivo”.
“L’impegno dei rappresentanti della Comunità, e dell’Imam di Piacenza – prosegue in una nota - avevano portato a convincere una parte dei lavoratori a risedersi al tavolo delle trattative. Ora, con la stessa convinzione, chiediamo alla magistratura di fare luce al più presto su questa gravissima vicenda, e di identificare i responsabili di questa perdita umana”.

“Chiediamo anche a tutte le parti in gioco, di non strumentalizzare la morte di una persona, e di mantenere la calma lasciando che la giustizia faccia il suo corso”, dice il presidente, Mohamed Nassor.
La Comunità Islamica di Piacenza si adopererà per il lavaggio, le pratiche burocratiche, le cerimonie religiose e un contributo economico per il rimpatrio della salma del defunto.

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