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Porto i miei dubbi sul palco

L’attore Giovanni Scifoni alla Grande Festa della Famiglia

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“Credo che non si possa comunicare con gli altri se ci si mette da una parte della barricata. Il modo migliore per interrogare il pubblico è interrogare me stesso. Mi piace nei miei testi contrapporre fede ed ateismo, parlare dei temi su cui non tutti siamo d’accordo. Adesso per esempio sto scrivendo uno spettacolo sulla sessualità, che è un tema che mi affascina moltissimo e sul quale ho un sacco di domande, di dubbi... Mi piacerebbe fare domande scomode, vorrei che il pubblico entrasse in crisi insieme a me”.
Giovanni Scifoni è un attore-autore lieve nei toni e profondo nei contenuti. Perché ama la realtà con tutto se stesso - “Come non potrei? Cristo si è incarnato, è voluto entrare nell’ambiguità della carne umana che ama profondamente, tutto nasce da lì” - e non si stanca di farsene provocare.

Volto del piccolo schermo - da “Squadra Antimafia” a “Una pallottola nel cuore”, giusto per citare gli ultimi lavori - e interprete dei classici del teatro, oltre che autore lui stesso di due spettacoli che hanno all’attivo repliche in tutta la penisola - “Le ultime sette parole di Cristo, minestra di fede per cialtrone e strumenti antichi” e “Guai a voi ricchi (papà era cattocomunista)” - parlerà della sua esperienza di uomo e di attore domenica 18 settembre in piazza Cavalli alle ore 17.30 nella cornice della “Grande Festa della Famiglia”.

Leggi l’intervista alle pagine 14 e 15 di venerdì 16 settembre 2016

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