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Giornata del Creato: si è dialogato su ambiente, lavoro e comunità

 creato

“Coltivare e custodire” la terra sono i due verbi tratti dal libro della Genesi che hanno fatto da filo conduttore agli interventi, moderati dal prof. Paolo Rizzi, docente all’Università Cattolica, il 28 settembre, al Centro “Il Samaritano” di Piacenza, nel secondo appuntamento per la Giornata della Salvaguardia del Creato sul tema “#tuttoèconnesso: Ambiente - Lavoro - Comunità”. La serata, promossa da diocesi di Piacenza-Bobbio, chiesa Evangelica Metodista di Piacenza-Cremona, chiesa Ortodossa Romena e chiesa Ortodossa Macedone, è stata anche trasmessa in diretta sul canale youtube PiacenzaDiocesiTV e Facebook @PiacenzaCreato.

Sono intervenuti Giovanni Cherubini, responsabile nella diocesi di Bologna del progetto “Insieme per il lavoro”, gli imprenditori piacentini Enzo Panizzi e Liliana Villa, titolari della Valcolatte e Luca Modolo dell’Azienda agricola biologica Modolo di Predalbora.

Insieme per il lavoro

Dalla arcidiocesi Bologna una storia interessante dal punto di vista sociale ed economico, è stata narrata da Giovanni Cherubini che ha raccontato come la multinazionale Faac, l’azienda produttrice di cancelli, lasciata in eredità, nel 2012 dall’imprenditore Michelangelo Manini, alla Chiesa bolognese, ha realizzato il progetto “Insieme per il lavoro” per l’inserimento nel mondo del lavoro di persone scarsamente autonome nella ricerca di occupazione. L’iniziativa è nata dalla collaborazione tra Comune, città metropolitana, Arcidiocesi di Bologna e Regione Emilia- Romagna. Il progetto “Insieme per il lavoro” non è assistenziale, ma punta a far recuperare alle persone più fragili la propria autostima e dignità e a reinserirle attivamente nel mondo del lavoro. “I risultati ci sono - ha affermato Cherubini -: in tre anni sono stati infatti quasi 1000 gli inserimenti lavorativi, con la crescita dei contratti a tempo indeterminato dal 4% del 2018 al 14% del 2020. Nel 2020, nonostante le difficoltà della pandemia, sono avvenuti 354 inserimenti lavorativi, rispetto ai 313 del 2019. Delle persone inserite il 54% sono donne. In aumento anche le aziende aderenti, diventate 104 nel 2020”.

Fare comunità in azienda

“Abbiamo passato momenti in cui sembrava impossibile “sbucarla”, ma siamo sempre stati sostenuti dal Signore e alla fine si trova sempre una soluzione”. Cosi Liliana ed Enzo Panizzi hanno raccontato la loro avventura di fare impresa. I titolari della Valcolatte di Valconasso hanno continuato l’attività di famiglia, nata nel 1914. “Le nostre rispettive famiglie ci hanno trasmesso lo spirito di sacrificio, la passione del lavoro e grande volontà. Nel 1988 è nata la nostra azienda, inizialmente con 6 dipendenti più noi due. Lavoravamo insieme e condividevamo tutto con i nostri collaboratori. Siamo riusciti a portare, in un’impresa di prodotti tradizionali, delle innovazioni che si sono rivelate di grande successo. Ora siamo un’azienda con più di 460 persone, 2 stabilimenti, uno in Italia e uno in Ungheria, siamo presenti in tutti i paesi europei e ci stiamo interfacciando con Cina, Giappone, Corea, Arabia Saudita, Egitto e altri paesi.
I coniugi Panizzi hanno creato una azienda che si fonda su un grande spirito di collaborazione con i dipendenti. “Sono la nostra famiglia - hanno aggiunto - con loro parliamo ogni giorno ed essi ci suggeriscono come intervenire in azienda. Ogni componente dell’impresa, nel proprio ruolo, è assolutamente importante”.
L’azienda, che lavora 24 ore su 24 con tre turni, si propone di avere un grande rispetto per il consumatore.
“Abbiamo inoltre il grande sogno - hanno affermato i coniugi - di riuscire nel 2030 a diventare una azienda circolare nel rispetto della natura e dell’ambiente. Ci siamo prefissati di produrre energia internamente e addirittura immettere l’acqua di scarto nei canali per l’irrigazione agricola”.

Produrre in armonia con la natura

L’Azienda Agricola Biologica Modolo ha sede a Predalbora, piccola frazione di Farini. Negli ultimi anni, per problemi di logistica nei mesi invernali, ha preso il via anche un altro stabilimento a Bulla di Montesanto (Ponte dell’Olio). Un’azienda a gestione familiare, quella di Luca Modolo, che ha avuto inizio nei primi anni ’80, quando il padre di Luca, Romano, che aveva una grande passione per le api, era già presente in alta Val Nure con i suoi alveari, posizionati in posti incontaminati, lontani da qualsiasi fonte di inquinamento. Ogni settimana Romano, da Milano, tornava in Val Nure per controllare lo stato delle sue colonie, la salute delle sue api e per distaccarsi un po’ dalla frenetica vita metropolitana. Nel 1990 ecco che ebbe inizio la grande avventura dei Modolo, una famiglia di grandi sognatori, con molta forza di volontà, pronta ad avviare un nuovo percorso. “L’incoscienza - ci tiene a puntualizzare Luca - è stata forse uno dei motivi che ci ha spinto a fondare un’attività di questo genere in un territorio che in quegli anni si stava spopolando, dove prima mai nessuno venendo da fuori avrebbe avviato un’attività. Eravamo quasi i primi che invece di abbandonare la Valle, vi ritornava, in un ambiente incontaminato con tante potenzialità. La mia famiglia ha voluto dare vita a un'iniziativa imprenditoriale, producendo in armonia con la natura”.

Riccardo Tonna

 Pubblocato il 30 settembre 2021

Nella foto: da sinistra, Paolo Rizzi, Giovanni Cherubini, Luca Modolo, Enzo e Liliana Panizzi

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