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Giornata del Creato: «coltivare e custodire il giardino»

creato Morandini Mazzoli e Cacciari

“Papà, perché noi avremo un pianeta più brutto di quello che avete avuto voi?”. È la domanda, citata da Simone Morandini, rivoltagli da suo figlio quando, da piccolo, aveva visto un documentario di National Geographic, durante il convegno organizzato dal Centro missionario diocesano, dall’Ufficio pastorale sociale e del lavoro, Caritas diocesana insieme alla Chiesa ortodossa Macedone, Chiesa Ortodossa Romana e Chiesa Evangelica Metodista di Piacenza-Cremona, nella 16^ giornata nazionale per la custodia del creato sul tema: “Camminare in una vita nuova. La transizione ecologica per la cura della vita”. Morandini, teologo e fisico, è stato uno dei protagonisti della serata, svoltasi il 22 settembre, presso il Centro “Il Samaritano” di Piacenza, ed ha sottolineato come la domanda di suo figlio lo ha scioccato ed interrogato fortemente sul perché stiamo lasciando alle prossime generazioni in eredità un pianeta meno abitabile di quello che abbiamo potuto godere noi.

Coltivare e custodire

Nel convegno, moderato dal prof. Marco Mazzoli, docente universitario di economia, Simone Morandini ha sottolineato che dobbiamo “coltivare e custodire il giardino” come dice il libro della Genesi, cioè avere una duplice attenzione nei confronti della terra. “L’uomo, come coltivatore, - ha spiegato - trae fuori dalla terra le migliori potenzialità, ma come custode deve essere una sentinella, perché la trasformazione non diventi deformazione”. Il relatore ha messo in evidenza come inequivocabilmente ci saranno impatti negativi che andranno a colpire la stessa struttura del pianeta, ed essere custodi della terra significa contenere questi andamenti.

Cambiare rotta

“Siamo nel tempo dell’antropocene, - ha affermato Morandini - in cui l’azione umana è il principale driver delle dinamiche del pianeta. Un tempo quindi di responsabilità in cui abbiamo una interazione non solo con chi ci sta accanto, ma con ogni abitante del pianeta e i nostri comportamenti determinano la vita delle prossime generazioni”. ‘Cambiare rotta’, il titolo dell’ultima pubblicazione di Morandini, ci ricorda che bisogna modificare totalmente direzione. “C’è la necessità - ha aggiunto - di una transizione ecologica ampia, approfondita, pervasiva e contemporaneamente giusta senza diseguaglianze”.

Biodiversità ed estinzione

Il meeting sulla Giornata per la Salvaguardia del Creato ha avuto anche la partecipazione di Paolo Cacciari, scrittore, giornalista e politico che ha evidenziato come il surriscaldamento del globo è uno dei sintomi più eclatanti della crisi del pianeta, ma ce ne sono altri come la diminuzione della biodiversità e l’estinzione di numerosi esseri viventi, una estinzione paragonabile a quella di 65 milioni di anni fa quando sparirono i dinosauri. “Siamo noi però adesso, - ha sottolineato Cacciari - non il meteorite, a portare questa distruzione. Siamo noi con la nostra cattiva impronta ecologica, la violenza ai cicli di vita, a sfondare i confini planetari, a impoverire la vita sulla terra”.

Una vera transizione ecologica

Oggi - secondo il relatore - tutti parlano di transizione ecologica, come tempo fa si parlava di sviluppo sostenibile, poi green economy, economia circolare ecc.

“Sembra sempre - ha affermato Cacciari - di essere sulla strada giusta, ma non si arriva mai ad una soluzione”. Per fare una transizione ecologica - secondo il giornalista - due sono le strade da intraprendere: una debole ed una forte. La via debole è quella di mitigare, trovare un compromesso tra economia ed ecologia con la tecnologia come, ad esempio, una soluzione di geo ingegneria che è la cattura e la rimozione del carbonio.

Mentre la transizione ecologica forte, integrale, piena, profonda, - per Cacciari - è quella che non si ferma alla superficie, ma chiama in campo i comportamenti umani. “È una vera e propria rivoluzione culturale, - ha aggiunto - una nuova idea del mondo e della natura che dovremmo avere: non solo guarire il pianeta, ma guarire l’animo umano. Essendo interdipendenti con ogni altra forma di vita - ha continuato - bisogna realizzare una transizione che trasformi veramente le relazioni tra noi e il prossimo, la natura, il creato e il cosmo. La molla che può far rinnovare tutto è il cambiamento dei nostri stili di vita”.

Riccardo Tonna

Gli altri appuntamenti

 Martedì 28 settembre alle ore 21 al Centro “Il Samaritano” in via Giordani 12 a Piacenza è in programma  la tavola rotonda sul tema “#tuttoè- connesso: Ambiente,  Lavoro , Comunità” (acces so in presenza con Green pass).
La serata sarà trasmessa in diretta sul cana- le youtube PiacenzaDio- cesiTV e Facebook @Pia-cenzaCreato.
Intervengono Giovanni Cherubini, responsabile nella diocesi di Bologna del progetto “Insieme per il lavoro”, gli imprenditori piacentini Enzo Panizzi e Liliana Villa, titolari della Valcolatte (“Fare comu
nità in azienda”) e un’esperienza locale di montagna (“Produrre in armonia con la natura”).
Modera l’incontro l’economista prof. Paolo Rizzi, docente all’Università Cattolica di Piacenza.

Domenica 3 ottobre alle 15.45 con partenza dalla chiesa evangelica metodista di via San Giuliano a Piacenza, camminata a tappe (basilica di San Francesco e chiesa ortodossa macedone di via San Bartolomeo) con momenti di preghiera e festa conclusiva sul campo da calcio dell’oratorio San Sepolcro.

Pubblicato il 23 settembre 2021

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