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Il Vescovo nella sede di Africa Mission: «mi piacerebbe una visita in Uganda»

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“Confido che il prossimo 50° anniversario di fondazione di Africa Mission possa segnare un profondo legame con la nostra diocesi”. Così ha affermato il Vescovo mons. Adriano Cevolotto, il 16 giugno, nella visita alla sede di Africa Mission, in via Martelli a Piacenza. Guidato dal presidente don Maurizio Noberini e dal direttore Carlo Ruspantini, il Vescovo ha visitato i locali della sede, poi ha seguito, nella sala riunioni, il video che ha presentato la storia di Africa Mission e del suo fondatore don Vittorio Pastori.

La scelta della Karamoja

“La vita di don Vittorione è stata dedicata ad aiutare la popolazione della regione del Karamoja, in Uganda, inserendosi nella chiesa locale”. Sono le parole del direttore Ruspantini che ha sottolineato come Africa Mission è presente in Uganda da 49 anni ed opera in vari settori come quello socioeducativo, quello della perforazione dei pozzi e quello agricolo.
“Cerchiamo di dare risposte alle tante domande della popolazione e abbiamo in Africa la presenza stabile di nostri volontari. La nostra scelta, rispetto alla cooperazione internazionale che fa progetti spostandosi di paese in paese, è stata quella di rimanere in un unico luogo, dove le sfide sono tante, e di portare avanti dei percorsi con le comunità locali che mirino all’emancipazione dei singoli, alla loro crescita”.

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Contagiato da don Vittorio

“Sono un “contagiato” da don Vittorio che ho conosciuto quando ero ancora seminarista - ha esordito don Maurizio - e voglio sottolineare che, da fondatore laico dell’associazione, don Vittorio ha voluto diventare sacerdote. È stato ordinato nello stadio di Varese nel 1984 alla presenza di tanti preti e vescovi. Il suo impegno è stato quello di portare il pane a tante persone che avevano fame, ma diventando presbitero ha voluto mettere in evidenza che c’è bisogno soprattutto del pane del Vangelo, da testimoniare con la vita. Quando don Vittorione è morto, nel 1994, avrei scommesso - ha aggiunto don Noberini - che il movimento si sarebbe afflosciato, se non scomparso, a motivo della forza carismatica del suo fondatore che era un accentratore. Invece non è successo; ciò significa che Africa Mission è un’opera con forti radici ed è guidata dallo Spirito”.

Un pericoloso neocolonialismo

“Ho conosciuto la realtà del mondo africano visitando dei sacerdoti “fidei donum” della diocesi di Treviso e mi sono reso conto che c’è un neocolonialismo pericoloso, legato alle tante nostre attività a sostegno delle popolazioni africane, ma la strada da seguire è quella di aiutare le persone di questi Paesi a farcela progressivamente da soli, a non avere bisogno di noi, - ha spiegato Mons. Cevolotto - è chiaro che i tempi siano i lunghi, ma credo che dare dignità alle persone sia anche dare la capacità di camminare sulle loro gambe. Questo sarebbe il segno più bello della carità cristiana e mi sembra che il vostro Movimento segua proprio questa strada”.
Bisogna avere piena consapevolezza - ha precisato inoltre il Vescovo - che c’è bisogno della forza liberante del Vangelo per dare un orizzonte più grande alle popolazioni africane.
“Non mi avete ancora invitato. Prima che me lo chiediate voi, ve lo dico io: non mi dispiacerebbe fare un giro in Uganda”. Così ha concluso mons. Cevolotto, salutando cordialmente il gruppo di collaboratori e volontari di Africa Mission.

Riccardo Tonna

Nelle foto, i momenti della visita di mons. Adriano Cevolotto nella sede di Africa Mission.

Pubblicato il 18 giugno 2021

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